«Dopo due anni di crisi pandemica,
la breve ripresa non ha portato l’Italia ai livelli pre Covid. A ostacolare la
crescita sono intervenuti la difficoltà
di reperire materie prime, il caro
energia infine, la guerra. Tutto ciò
pesa sull’economia e il settore dell’autotrasporto è tra i più colpiti». Ne
parla Domenico De Rosa, presidente
e ceo di Smet, una delle maggiori imprese di autotrasporto italiane, con
5.500 unità di carico e, nel 2021, 450
milioni di fatturato aggregato. De
Rosa è anche presidente della commissione “Autostrade del Mare e della intermodalità marittima” di Alis,
l’associazione di settore presieduta da Guido Grimaldi. «L’aumento dei
costi energetici pesa enormemente
sull’autotrasporto italiano – sottolinea De Rosa – Parlo di Smet, per
dare una misura del problema. Il costo del gasolio è aumentato del 35%,
quello del metano del 500%, e del
600% il costo dell’ad-blu. In altre parole, in un solo anno, da febbraio
2021 allo stesso mese dell’anno in
corso, l’incremento dei costi di carburante è stato pari a 15 milioni». Un
tetto mai raggiunto nella storia dell’impresa di origini salernitane.
«Siamo penalizzati anche perché abbiamo fatto investimenti in mezzi
eco compatibili». De Rosa spiega:
«Oggi il 25% dei nostri Tir è alimentato a metano liquido. Se l’attuale
crisi energetica dovesse continuare
o addirittura aggravarsi con la chiusura dei rubinetti del gas dalla Russia, dovremmo fare marcia indietro
e rivedere i nostri programmi».
Intanto, si va avanti -a fatica.
«Non abbiamo fermato i camion,
ma sosteniamo costi eccessivi – aggiunge De Rosa – Con una domanda discontinua». Nel Mezzogiorno
due sono i settori trainanti dell’economia ed entrambi vivono fasi
complesse. L’auto, a esempio, alle
prese con una rapida transizione
ecologica proprio mentre, dopo il
Covid, ha dovuto fare i conti con la
penuria di componenti e materie
prime. Oltre che con il caro energia.
Oggi i volumi di produzione e vendite sono precipitati e le ricadute investono l’intera filiera industriale,
autotrasporto compreso. E l’agroalimentare, altro settore strategico
per l’area meridionale, che con lo
scoppia della guerra in Ucraina e le
conseguenti sanzioni imposte alla
Russia, non può importare materie
prime tra cui il grano dal suo principale fornitore, con riflessi pesantissimi sull’industria della pasta.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento