In ogni guerra
ci sono vincitori
e vinti, ma soprattutto - brutto a dirsi, ma vero - c’è qualcuno
che piange e altri che ridono.
A versare lacrime sono i parenti delle vittime, i profughi
in fuga dalle bombe e dalle
proprie abitazioni, i bambini
terrorizzati dalle esplosioni
e dal crepitio delle armi. A
rallegrarsi sono invece coloro che grazie al conflitto fanno affari. Tra questi, inutile a
dirsi, c’è chi vende armi. Più
carrarmati vengono schierati e magari distrutti in battaglia e più se ne dovranno ricomprare. Più missili vengono lanciati e più se ne dovranno costruire per rifornire gli arsenali. Sì, c’è un mondo che dagli eventi bellici trae guadagni e ogni volta che iniziano
le ostilità calcola quanto inc a s s e rà .
A lucrare sulle guerre non
sono però solo i fabbricanti
d’armi, ma anche tutti coloro
che in qualche modo beneficiano dell’indotto. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha
di recente parlato di una
truffa colossale a proposito
dei rincari di gas e benzina. (TUTTI I TORTI NON LI HA !)
Un uomo di governo non è un
opinionista e dunque se ha
notizia di una speculazione
ai danni dei consumatori ha
l’obbligo di intervenire, e
non in un talk show ma prendendo le misure conseguenti
a impedire il ladrocinio. A
prescindere da ciò, se c’è chi
sta gonfiando ad arte le quotazioni dei carburanti vuol
dire che la guerra per qualcuno è una manna dal cielo.
Tuttavia, c’è un’altra categoria che beneficia delle conseguenze di un conflitto ed è
il sistema dell’accogl ie nza.
Intendiamoci, l’Italia è piena
di brave persone che sono
pronte ad aiutare chi fugge
dalla guerra, aprendo le porte delle proprie case per dare
ospitalità a chi ha perso tutto. Però è anche vero che, come abbiamo imparato a nostre spese quando gli immigrati sbarcano sulle nostre
coste, ci sono anche persone
che l’accoglienza l’h a nn o
trasformata in un modo per
arricchirsi. Credo che non ci
sia Procura che non abbia
aperto un fascicolo per indagare sulle truffe compiute in
questi anni con la scusa di
dare un tetto e un piatto agli
extracomunitari. Il caso più
noto è quello rivelato da Sa l -
vatore Buzzi, il patron di un
sistema cooperativo messo
in piedi a Roma e finito con le
condanne di decine di amministratori pubblici. Il presidente di quelle società divenute note per l’inchiesta di
Mafia capitale definì l’ac c o -
glienza un business più redditizio di quello della droga.
Infatti, bastava trovare dei locali dove ospitare le persone
per incassare soldi dello Stato senza che nessuno chiedesse un rendiconto preciso
di come fossero stati nutriti e
accuditi gli ospiti.
Se ho fatto questa lunga
premessa su un fenomeno
che il nostro Mario Giordano
sintetizzò in un libro intitolato P ro fug o p o l i è perché tutto quello che abbiamo visto
con gli immigrati rischia di
ripetersi con chi scappa dalla guerra in Ucraina. E siccome le persone che fuggono
dai bombardamenti sono
milioni e non migliaia, il rischio che le speculazioni
raddoppino o triplichino è
concreto. Soprattutto se ad
accogliere i profughi di Kiev,
di Mariupol, di Odessa, di
Leopoli o di Kharkiv sono gli
stessi che nel passato hanno
accolto i migranti. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina in Italia sono arrivate
38.539 persone, 15.600 delle
quali sono minori e 19.566
donne. Per lo meno questi sono i dati diffusi ieri dal ministero dell’Interno. Tanto per
essere chiari si tratta all’incirca della metà dei richiedenti asilo giunti nel nostro
Paese l’anno scorso.
È chiaro che se il conflitto
continuerà il numero è destinato ad aumentare. Molti
profughi saranno ospitati
dai parenti, dato che in Italia
esiste una forte comunità
ucraina, altri saranno accolti
dalle famiglie, ma la maggioranza finirà in centri gestiti
dalle cooperative, cioè da coloro che fino a ieri hanno lucrato sugli extracomunitari.
Alcune prefetture hanno già
preso le misure necessarie,
coinvolgendo le stesse strutture che hanno fatto affari
sulla pelle dei migranti. Che
abbiano o meno i requisiti,
che siano indagati oppure
no, lo Stato si rivolge sempre
ai soliti noti, i quali per locali
malsani e pessimo cibo si vedranno remunerati proprio
come fino a ieri venivano pagati per aver dato vitto e alloggio a giovani appena giunti sui barconi. Non ci sono
bandi ad hoc e nessuna selezione preventiva: per far
fronte all’emergenza profughi si procede come sempre,
garantendo 27 euro al giorno
a ospite.
Come è facile immaginare,
finirà in una grande mangiatoia, ma non per gli ucraini
bensì per chi incasserà i soldi
dell’accoglienza. Come dicevamo: in guerra c’è chi piange e chi conta i bigliettoni.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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