STUPIDA RAZZA

mercoledì 16 marzo 2022

L’Europa farà i conti con 1,8 milioni di auto in meno

 

La guerra di Putin, oltre alle conseguenze drammatiche per la popolazione ucraina, getta una luce sinistra sulla ripresa del mercato europeo dell’automobile, già frenato dalle tensioni sulle forniture, a cominciare dai microchip, che resteranno merce rara anche nel 2022. L’Europa è stata la regione che ha più sofferto la crisi da Covid, passando da 21 milioni di veicoli nel 2019 a 16 nel 2020 (-24%), faticando a riprendersi nel 2021 (17 milioni di veicoli, ancora il 20% sotto il valore del 2019). Nel medio termine le previsioni di recupero vedevano per l’Europa un ritorno alla soglia dei 20 milioni di veicoli nel 2023. Così come la Cina rappresenta a livello globale il motore della crescita di medio periodo (raggiungendo 30 milioni di veicoli nel 2026), analogamente i paesi dell’Europa centrale e dell’est (Russia, Polonia, Ucraina, Romania, Ungheria) avrebbero potuto rappresentare l’area europea a maggior crescita. In testa proprio l’Ucraina, con 152mila veicoli venduti (stime, ovviamente) nel 2023: +54mila e quindi +55% rispetto al 2019. La Russia (1,7 milioni di veicoli venduti nel 2021) era attesa in crescita sostenuta. Vedeva i 2 milioni di unità vendute al 2025 (quasi come nel 2012, quando i milioni erano 2,8), principalmente importate, data la quota marginale (intorno al 5%) occupata dai produttori locali (GAZ, Sollers). Il blocco delle attività in Russia dichiarato dai principali costruttori occidentali potrebbe comportare la perdita di circa 750 mila veicoli prodotti e questo considerando esclusivamente le mancate vendite nel paese per la quota restante dell'anno (apriledicembre 2022, senza includere le esportazioni dalla Russia delle produzioni locali); se il conflitto e il blocco delle attività si estendesse a tutto il 2023, le vendite a rischio ammonterebbero a più del doppio, ovvero a circa 1,8 milioni di veicoli. Renault-Nissan-Mitsubishi sarà il gruppo chiamato a pagare il prezzo più alto perché pesantemente esposto al mercato russo (600 mila veicoli venduti nel 2021 di cui la metà a marchio Lada, 8% della produzione globale), dove controlla dal 2014 AvtoVaz. Renault in queste settimane di guerra ha perso in Borsa quasi il 40%. Subito dopo la più colpita è la coreana Hyundai, 380mila vetture vendute. Hyundai ha un sito produttivo a San Pietroburgo dal 2010. Qui nasce circa il 6% della produzione globale dell'azienda. Per Volkswagen, secondo produttore europeo per vendite in Russia e quota di mercato del 12%, l'impatto potrebbe essere meno significativo ma comunque rilevante, considerando le circa 200 mila unità vendute nel 2021; a seguire Bmw e Daimler, con una quota di 40-50 mila unità vendute nel 2021 e quote di mercato intorno al 3 per cento.

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