STUPIDA RAZZA

giovedì 3 marzo 2022

Lo stop ai voli russi aumenta il pressing sui costi aerei

 

Mosca sempre più isolata dopo la decisione degli Stati Uniti di chiudere lo spazio aereo ai vettori russi allineandosi a quanto già fatto dall’Europa e dal Canada nei giorni scorsi. La decisione annunciata dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden martedì è diventata efficace da ieri, ma non ha trovato impreparate le compagnie americane. Le quali avevano già iniziato ad interrompere i collegamenti con la Russia a seguito di un «alert» della Federal Aviation Administration della scorsa settimana che aveva invitato i vettori americani ad evitare non solo il sorvolo dell’Ucraina, ma anche della Bielorussia e parte della Russia, aree diventate pericolose dopo lo scoppio del conflitto. Molte compagnie Usa si erano già adeguate al nuovo scenario, l’unica a continuare i collegamenti, fino a ieri, era United. Per molti osservatori questo scenario è un ritorno alla guerra fredda quando sorvolare la rotta transiberiana era proibito. I collegamenti dall’Europa verso est diventano così più lunghi e costosi, dovendo allungare il percorso verso sud in direzione del Kazakistan. Colpisce più il trasporto cargo rispetto a quello passeggeri essendo quest’ultimo ancora limitato dalle restrizioni dovute al Covid, vedi Cina e Hong Kong. Ancora una volta a pagare le conseguenze sono le catene di approvvigionamento globali che devono affrontare ulteriori interruzioni con ricadute inevitabili sui costi dei trasporti e sull’inflazione: secondo la IATA, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, le tariffe del trasporto aereo di merci a dicembre erano superiori del 150% rispetto ai livelli del 2019, ovvero prima del Covid, livelli destinati ad aumentare in questo nuovo scenario. Durante la pandemia il settore cargo è esploso con la domanda salita del 6,9% nel 2021, sempre secondo la IATA, a causa della congestione creatasi nel trasporto via mare. Oggi lo scenario è cambiato e i collegamenti verso alcune destinazioni dell’Asia settentrionale come Giappone, Corea del Sud e Cina sono diventati particolarmente problematici dal momento che il blocco dello spazio aereo impedisce ai vettori europei di sorvolare la Siberia. Meno colpite dalle restrizioni le rotte cargo tra Asia e Nord America via Anchorage, in Alaska, diventato hub cargo e punto di scalo. Allo scenario globale del trasporto aereo si aggiunge quello della manutenzione dei velivoli nelle flotte delle compagnie russe, a cominciare da Aeroflot e dalle sue controllate: il consorzio europeo Airbus e il produttore americano Boeing hanno fatto sapere di sospendere ogni operazione manutentiva in Russia a cui si aggiunge la sostituzione dei pezzi di ricambio degli aerei. Incerto il futuro della collaborazione con Boeing per l’aereo cargo Antonov An-124 operato dalla compagnia russa Volga-Dnepr. Airbus che a Mosca ha un centro di manutenzione, ha sospeso tutte le operazioni: gli aerei con il brand Boeing sono 332 e 304 quelli Airbus, insieme rappresentano circa due terzi della flotta russa.

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