STUPIDA RAZZA

giovedì 3 marzo 2022

Powell verso stretta soft: Wall Street festeggia, le Borse europee respirano

 

Buy the rumor and buy the news. Nell’ultima seduta i mercati finanziari hanno fatto eccezione al canonico detto che solitamente vede gli investitori acquistare gli asset sulle indiscrezioni e poi di prendere beneficio in caso di conferma delle stesse. Ieri il governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha sottolineato, parlando dinanzi alla Commissione dei servizi finanziari, che a marzo proporrà un rialzo di 25 punti base. (PER ME NON ALZA NIENTE !) È stata quindi ufficialmente scongiurata per gli investitori l’ipotesi più aggressiva di una mossa da 50 punti base. Ma tutto questo il mercato dei future lo aveva già prezzato dal 10 febbraio, da quando appunto il contratto del mese di marzo si era allineato alla mutata aspettativa di una mini-stretta. E allora come mai le Borse hanno festeggiato? I principali indici di Wall Street sono saliti tra l’1,5% e il 2% con le Borse europee (indice Eurostoxx 50 +1,45%) a ruota. Perché le parole di Powell, scandite dalla profondità dell’incertezza sugli sviluppi della guerra con annessi rischi di rallentamento per l’economia nei mesi a venire, (BINGO !) sono state interpretate come più accomodanti anche nei mesi a finire. Il mercato si aspetta, sempre osservando i future, sei strette da 25 punti base e non più sette da qui a fine anno. Quindi nel complesso un rialzo di 150 punti base. (RIDO PER NON PIANGERE !) C’è chi temeva che Powell più aggressivo nella proiezione di medioperiodo, quando ci si augura che la guerra sarà messa alle spalle e quindi si tornerà a confrontarsi sui “vecchi” temi di inflazione e tassi. A tal proposito lo scenario macro resta decisamente incerto. La curva 10-2 anni negli Usa ieri è scesa a 35 punti base. Più scende più vuol dire che gli investitori scontano un rallentamento dell’economia. Se passa sottozero la “visione” si trasforma in “rischio recessione”. Staremo a vedere. Ma intanto ieri le parole di Powell hanno innescato un recupero generalizzato del settore bancario (tra i migliori tanto in Europa quanto a Wall Street). Maglia rosa, manco a dirlo, al settore “oil and gas” in scia al nuovo allungo a 107 dollari al barile del prezzo del petrolio (qualità Wti scambiata a New York). Il rialzo dei tassi nominali ha penalizzato l’oro, sceso dell’1,2% in area 1.920 dollari. Invariato invece il dollar index (97 punti) a testimonianza delle tensioni degli investitori sull’esito della guerra e su un eventuale ulteriore deterioramento del contesto geopolitico. Il biglietto verde sta svolgendo la sua doppia funzione di bene rifugio e di parcheggio della liquidità da parte di chi riduce l’esposizione al rischio ma non sa ancora da che parte reinvestirla. Gli effetti della guerra finanziaria stanno invece devastando l’economia russa. La Borsa di Mosca è rimasta chiusa per il terzo giorno consecutivo mentre il rublo ieri è rimbalzato dell’8% ma resta in rosso del 30% da metà febbraio. Mentre i cds, una sorta di polizze che coprono dal rischio default, sul debito sovrano sono schizzati a 412 punti, quasi il triplo rispetto ad inizio anno.

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