Provo a pormi (e a porvi) alcune domande.
a) Possiamo ancora esprimere liberamente il nostro pensiero, come garantito dall’art. 21 della Costituzione, senza finire nel tritacarne del politicamente corretto e delle narrazioni dominanti?
Quale libertà stiamo festeggiando oggi? Quella per cui i professori vengono cacciati da scuola o dalle università per aver espresso un pensiero difforme da quello diffuso a tamburo battente dai media?
b) Possiamo credere ancora – dopo 77 anni dalla fine della guerra – che lo studio, l’impegno, le passioni e i sacrifici garantiscano la scalata sociale al posto della furbizia, degli abusi, delle logiche di appartenenza e del conformismo ideologico?
c) Possiamo credere ancora, dopo essere stati rinchiusi in casa per circa due anni con semplici atti amministrativi del governo, che la libertà personale sia davvero inviolabile come la definisce l’art. 13 della Costituzione? Siamo proprio così sicuri che le libertà fondamentali, sancite in Costituzione anche grazie alla lotta partigiana, siano ancora libertà sottratte alla disponibilità dell’ordine costituito?
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