STUPIDA RAZZA

martedì 26 aprile 2022

Ancora aggrappati alle mascherine

 

Mascherine no, sì, forse. Dal 1° maggio entrerà in vigore il nuovo decreto sulle norme anti Covid, ma sulle scelte bisogna ancora attendere. «Sarà presa in settimana la decisione finale sull’obbligo di utilizzare le mascherine al chiuso e dopo un confronto con la comunità scientifica» aveva annunciato il rigorista ministro della Salute, Roberto Speranza . L’ultima parola sarà della cabina di regia che il premier M a r io D ra g h i convocherà sentito anche il parere della conferenza delle Regioni. Secondo alcune indiscrezioni degli ultimi giorni le mascherine al chiuso, Ffp2, potrebbero rimanere per treni, bus, cinema, teatri, discoteche, impianti sportivi al chiuso e nei luoghi di lavoro, pubblici, mentre nel settore privato la scelta spetterà alle aziende, anche se gli esperti hanno posizioni diverse sull’allenta - mento o meno di questa misura che è in scadenza il 30 aprile. Eppure non è un mistero che proprio S p e ra n za sia tra coloro che ritengono che non ci siano ancora le condizioni per togliere del tutto i dispositivi di protezione. «La pandemia non è conclusa. Anche se siamo usciti dallo stato di emergenza e siamo in una fase diversa da quella del passato, il virus non è scomparso. Ancora oggi il numero dei contagi è significativo, ci sono 1,2 milioni di italiani con il Covid e ancora ci sono delle vittime e per questo c’è ancora molto lavoro da fare» aveva spiegato il ministro nel suo intervento alla conferenza nazionale sulla questione medica, organizzata dalla Fnomceo. «Dunque bisogna avere prudenza e insistere con la campagna di vaccinazione. In altri paesi come l’Asia con meno vaccini o con vaccini diversi, milioni di persone sono in lockdown» ha rincarato il «prudente» S p e ra n za che soltanto il giorno del congresso del suo partito, Articolo Uno, è riuscito a non nominare la pandemia da Covid, le mancate misure di prevenzione e le misure che invece dovrebbero farci uscire da due anni di res tr i z io n i . A dargli manforte gli esponenti meno ottimisti della comunità scientifica. «Togliere le mascherine al chiuso è una discreta corbelleria. La mascherina è uno strumento di protezione individuale e in determinati contesti, toglierle vuol dire escludere i fragili», ha detto il virologo M a s si m o Galli, «Se qualcuno vede la mascherina come uno strumento di coercizione e limitazione della libertà ha una visione becera del problema». Parla invece di fase di transizione il collega Fabrizio Pregliasco: «Non si può passare dall’obbli - go a nulla è necessaria una fase di transizione verso un utilizzo della mascherina in termini opzionali, in particolare penso alle persone fragili o a coloro che assistono persone fragili, in estate». Il virologo concorda per «una riduzione progressiva dell’obbligo di mascherine al chiuso, necessaria in termini di prudenza alla luce di u n’alta circolazione del virus che determina morti giornalieri a 3 cifre. Allargamento delle maglie sì, ma progressivo». Cauto Roberto Cauda, direttore di malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma secondo cui per l’eliminazio - ne dell’obbligo sarebbe opportuno attendere giugno, mentre è più drastico il farmacologo Silvio Garattini: «Bisogna che le persone continuino a indossarle. Se si toglie l’obb l i go delle mascherine rischia di arrivare il messaggio che tutto è finito. E invece non è vero. La situazione è ancora seria». Sposta la dead line più in là il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri: «Sulle mascherine a scuola sono sempre stato un po’più flessibile. Vedo più preoccupanti le situazioni con soggetti adulti piuttosto che con bambini ma sono convinto al 100% che a giugno e luglio saremo senza mascherine». 

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