Il risultato della guerra ibrida fomentata dagli Usa? Isolare il blocco euroatlantico, consolidando l’asse Russia-Cina e avvicinando al Dragone Pakistan e India, mentre Giacarta respinge i veti di Washington alla presenza russa al G20. Sta nascendo un nuovo ordine internazionale. Ed è antioccidentale.Di pace nemmeno l’o m b ra , anzi, ma qualche conseguenza del conflitto in Ucraina comincia già a scorgersi: la gestione della crisi da parte dell’amministrazione Biden e di u n’Ue priva di spina dorsale ci sta regalando l’i s o la m e nto dell’Occidente. Quelli che fino a qualche settimana fa erano segnali non incoraggianti, oggi si stanno concretizzando in perniciose realtà. Lo dimostrano le cristalline dichiarazioni di Le Yuch en g, viceministro degli Esteri cinese che ha appena ricevuto a Pechino la visita de ll ’ambasciatore russo A ndrey Denisov. «Non importa come la situazione cambierà», ha detto Yuch e n g , «la Cina rafforzerà la cooperazione strategica con la Russia per promuovere un nuovo modello di relazioni internazionali e una comunità con un futuro condiviso per il genere umano». Il viceministro ha poi aggiunto che «la Cina, come sempre, rafforzerà il coordinamento strategico con la parte russa, realizzerà una cooperazione vantaggiosa per tutti e salvaguarderà congiuntamente gli interessi comuni di entrambe le parti». Del resto, che l’amicizia fra Cina e Russia fosse «senza confini» era già stato ribadito da Pechino all’inizio di febbraio, in occasione dell’incontro fra Vla - dimir Putin e Xi Jinping. Certo, in questa fase cementare l’alleanza interessa probabilmente più alla Russia che alla Cina. Dopo tutto, ques t’ultima non è parte in causa nel caos ucraino e non vuole esserlo, come ha ribadito nei giorni scorsi Qin Gang, ambasciatore della Repubblica Popolare negli Stati Uniti. «La Cina è stata e rimarrà un Paese indipendente che decide la propria posizione in base ai meriti di ogni questione, immune da pressioni o interferenze esterne», ha scritto il diplomatico. «Le affermazioni sulla precedente conoscenza da parte della Cina dell’a z io n e militare russa o della Cina che fornisce aiuti militari alla Russia sono pura disinformazione. Se conflitti simili fossero accaduti in altri luoghi o tra altri Paesi, la posizione della Cina non sarebbe diversa. Allo stesso tempo, le relazioni Usa-Russia stanno scivolando in una nuova Guerra Fredda, che non è nell’interesse né della Cina, né degli Stati Uniti o della Russia, e non è ciò che la Cina vuole vedere. Dopotutto, una peggiore relazione Russia-Usa non significa una migliore relazione Cina-Usa, e allo stesso modo, una peggiore relazione Cina-Russia non significa nemmeno una migliore relazione Usa-Russia». Dopo aver ribadito il desiderio di restare fuori dalle beghe europee, l’a mba sci ato re ha mandato alcuni messaggi abbastanza chiari. «Alcuni chiedono a gran voce un “Asse Pe c h i n o - M o s c a” in una pericolosa interpretazione errata delle relazioni Cina-Russia, chiedendo alla Cina di assumersi la responsabilità della crisi», ha spiegato Qin Gang. «Alcuni stanno collegando Taiwan all’Ucraina e stanno giocando i rischi di un conflitto attraverso lo Stretto di Taiwan. Altri ancora, nonostante tutte le lezioni che dovrebbero essere apprese, stanno alimentando incomprensioni, confronti e insicurezza nell’Asia-Pacifico. […] Queste parole e queste azioni non sono utili per risolvere la crisi o garantire la stabilità delle relazioni Cina-Usa. Trascinare tutti verso il basso non fa bene alle nostre generazioni future » . Se qualcuno pensava di poter spezzare il legame tra Pechino e Mosca, insomma, si è sbagliato di grosso. Che il rapporto tenga si è visto in maniera lampante negli ultimi vertici Onu, dove il voto cinese non è mai stato ostile alla Russia. E, di nuovo, la solidità della relazione viene riconfermata in queste ore nella disputa riguardante il G20 delle finanze in programma oggi e domani. Gli Stati Uniti avevano chiesto l’esclusione del ministro delle Finanze russo, Anton Siluan ov, ma la nazione ospite, l’In - donesia, si è opposta e anche da Pechino è arrivato un secco no. Alla fine, la questione si dovrebbe risolvere con un giochetto: Si luanov g uiderebbe la delegazione russa da remoto, e alla fine dell’incontro dei Grandi non dovrebbero esserci dichiarazioni congiunte. Comunque vada a finire, il punto è che comincia a delinearsi un nuovo ordine internazionale: da una parte l’Oc - cidente (inteso come blocco euroatlantico) e dall’altra il resto del mondo. Gli Usa stanno cercando di far pesare la propria influenza su alcune nazioni asiatiche in vista dell’incontro fra Stati Uniti e Asean (l’a s s o c i a z io n e dei Paesi del Sud Est asiatico) in programma alla metà di maggio. Ma anche qui la Cina non intende arretrare. Il quotidiano cinese Pe o p le ’s Daily ha fatto presente che «i ministri degli Esteri di quattro membri dell’Asean hanno scelto di visitare la Cina, mentre solo uno ha visitato gli Usa». Come a dire: se pensate di contare più di noi nell’a rea , avete fatto male i calcoli. Dimostrazioni d’a ffetto giungono a Pechino anche dal Pakistan, fresco di crisi istituzionale. L’ambasciatore pakistano in Cina, Moin ul Haque, ha dichiarato che «l’a m ic i z i a di ferro tra Cina e Pakistan è stata messa alla prova ed è senza tempo. C’è un consenso nazionale completo in Pakistan sul significato di questa relazione indipendentemente dal cambiamento nel governo o nella leadership. Il primo ministro Shahbaz Sharif», ha aggiunto il diplomatico, «è un vecchio amico della Cina. In qualità di leader politico del Pakistan, ha reso preziosi servizi per rafforzare l’a m ic i z i a tra Pakistan e Cina». È abbastanza evidente che si stiano creando nuovi intrecci strategici. Perché se è vero che le potenze asiatiche hanno interessi differenti, è anche vero che sono unite dal fastidio verso l’Occidente, decisamente alimentato dall’esasperato interventismo americano degli ultimi giorni. Secondo alcuni teorici russi, si sta creando un vero e proprio fronte antiamericano. Il geostratega russo Sergey Glaz yev, piuttosto ascoltato dal Cremlino, è arrivato a dipingere un nuovo sistema economico di cui Cina e India sarebbero grandi protagoniste. «Washington non sarà in grado di vincere la guerra ibrida globale che ha iniziato», sostiene G l a z yev. «Questo è anche il motivo principale per cui l’attuale sistema finanziario globale incentrato sul dollaro sarà sostituito da uno nuovo, basato sul consenso dei Paesi che aderiscono al nuovo ordine economico mondiale». Ora, può anche darsi che non si realizzino i sogni proibiti di G l a z yev, ma sta di fatto che il mondo multipolare è in costruzione. Cina, India, Sud Africa, e numerose altre nazioni a Est e Sud (compresa qualcuna in Europa non ostile alla Grande Asia che avanza, ad esempio l’Ungheria che rifiuta gli embarghi energetici contro la Russia) vincono un p o’ alla volta diffidenze e ritrosie, e s’avvicinano sempre più. Qui a Occidente, nel frattempo, soffia un vento gelido.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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