STUPIDA RAZZA

lunedì 11 aprile 2022

«I termosifoni spenti non fermano nessun carro armato»

 

D a l l’ aula alla piazza, contro «l’imprudenza» che fiacca l’eco nom ia italiana. Il senatore Mario Giarrusso, entrato in Parlamento con il Movimento 5 stelle e oggi tra le fila di Italexit, riassume così le manifestazioni di protesta contro le politiche del governo: «La maggioranza guidata da Mario Draghi calpesta l’interesse nazionale per compiacere i cari alleati Stati Uniti», ragiona con La Verità dopo aver preso parte al «No Draghi Day» in piazza Maggiore a Bologna. «A distanza di più di un mese dall’i n i z io della guerra, non è ancora chiaro quale interesse nazionale si persegua impoverendo gli italiani. È stata imboccata una strada sbagliata, per la gioia dei fabbricanti di armi e dei petrolieri americani che stanno banchettando alla grande». Senatore Giarrusso, che cosa rimprovera al governo? «Draghi sta portando il nostro Paese verso il disastro, verso il baratro economico. Abbiamo assunto posizioni che sono economicamente insostenibili». Per esempio? «Le sanzioni economiche nei confronti della Russia». Che cosa non va nelle sanzioni, secondo lei? «Sono un boomerang, si stanno ritorcendo contro gli italiani». Secondo un sondaggio Ipsos per La Stampa, un italiano su 3 condivide la sua posizione. «Gli italiani sono stanchi, hanno capito che a pagare tutto questo saranno loro. Ancora una volta». In molti sostengono che i sacrifici siano necessari per fermare Putin. «Dopo due anni di pandemia, non si può chiedere a un Paese esausto di tirare ancora la cinghia. Ci sono intere categorie, come gli autotrasportatori o i pescatori, che sono già paralizzate. Andando al traino degli Stati Uniti in maniera acritica, ci ritroviamo in un vicolo cieco. Non a caso, altri alleati hanno avuto maggiore prudenza». A chi si riferisce? «La Turchia e Israele, per esempio. Pur essendo alleati degli Stati Uniti, hanno assunto posizioni differenti: la Turchia - membro Nato - si è ben guardata dall’accettare questo folle sistema di sanzioni; gli israeliani, che sono ottimi produttori di armi hi-tech, hanno accuratamente evitato atteggiamenti aggressivi, inviando in Ucraina solo personale medico per gestire un ospedale da campo. Ragionano, come dovrebbe fare un governo serio, in base all’i nte re s s e della propria nazione. L’Ita l i a , invece, si ritrova a fare i conti con gli isterismi di Draghi e del nostro ministro degli Esteri, che ci stanno solo danneggiando». La decisione di espellere i diplomatici russi dal nostro Paese è stata un errore di valutazione da parte di Luigi Di Maio? «Di solito, le espulsioni di massa sono atti prodromici alla guerra: semmai si fanno prima, non quando il conflitto armato è già in corso. È un fatto di una gravità assoluta, contrario a qualsiasi ipotesi di abbassamento della tensione. Paradossalmente, la Francia ha assunto una posizione più prudente della nostra, sebbene sia una potenza nucleare e abbia un esercito meglio equipaggiato: Macron sente Putin con una certa frequenza da quando è scoppiata la guerra, noi invece tagliamo i rapporti e insultiamo. Ci stiamo rendendo ridicoli, avremmo dovuto ritagliarci un altro ruolo in questa contesa». Di che tipo? « L’Italia avrebbe dovuto assumere una posizione da Paese mediatore, in modo da favorire il dialogo fra le parti. Vista la nostra dipendenza dall’e s te ro per le fonti di energia, contribuire a esacerbare il conflitto inviando armi non ha alcun senso. I nostri cari alleati sono con noi quando si tratta di andare a combattere, ma quando ci sono di mezzo gli affari diventano dei commercianti. Non mi pare che gli Usa ci stiano fornendo gas o materie prime a prezzo di favore, anzi». Ritiene che a Washington abbiano l’interesse che questa guerra vada avanti a lungo? «Non c’è alcun dubbio, in tanti spingono perché questa guerra vada avanti. Sono i numeri a parlare: i 100 miliardi che la Germania investirà per rafforzare l’esercito, per esempio, o i miliardi di dollari che pagheremo per il gas liquido in arrivo dagli Stati Uniti. Mi pare evidente che ci siano tanti attori interessati a mandare a rotoli i rapporti con Gazprom. Prima di dichiarare guerra a una potenza nucleare, è bene fare i conti con quel che si ha: una superpotenza come gli Stati Uniti, che sono militarmente inarrivabili, hanno materie prime, petrolio e gas, sono nelle condizioni di sostenere una guerra commerciale. L’Italia può dire altrettanto?». L’Unione europea ha reso operativo il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia, anche se per il presidente ucraino Zelensky non è ancora abbastanza: «Serve un embargo totale su petrolio e gas», ha detto. Si arriverà allo stop delle forniture, secondo lei? «Sarebbe una disgrazia per il nostro Paese. Gli “eu - ro fo l l i” Ursula von der Leyen e gli altri stanno già devastando l’economia europea. I nostri commercianti e le grandi imprese stanno già pagando un prezzo elevato. Gli altri cittadini se ne renderanno conto in autunno, quando arriverà il taglio del riscaldamento » . «Giù i termosifoni in cambio della pace», per citare Draghi. «I termosifoni hanno mai fermato i carri armati?». Che cosa ci vorrebbe per fermare il conflitto? «La buona politica scaccia quella cattiva e la guerra, non certo i termosifoni abbassati. Impoverire gli italiani non metterà certamente fine al conflitto. Bisogna lasciare la parola alla politica e toglierla ai militari, invece mi sembra che stia accadendo il contrario». «Più armi all’Ucraina sono in arrivo dalla Ue», ha scritto il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. «Quando ci si renderà conto che ci vuole la politica, quella alta, allora forse verremo a capo di questa storia». È per questo motivo che si è opposto all’aumento delle spese m i l i ta r i ? «Siamo contrari non solo all’aumento delle spese militari, ma anche alla dichiarazione di guerra arrivata per decreto legge, uno schiaffo alla Costituzione. Inviare armi a un Paese in guerra significa affiancarlo, diventare cobelligeranti. Il governo dichiara guerra a una potenza nucleare che non ci ha aggredito e lo fa con un decreto legge. La guerra non è una questione da poco, riguarda tutti i cittadini italiani, dal primo all’ultimo. È il Parlamento che deve occuparsene e il governo eseguire, non il c o ntra r io » . Per il presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, l’invio di armi è in linea con i principi della nostra Costituz io n e. «Sulla qualità di giurista di Giuliano Amato, non mi pronuncio. È un politico che è stato messo al vertice della Corte costituzionale, non un costituzionalista. Ripeto, con decreto legge non si possono adottare atti ostili, di guerra, nei confronti di un Paese terzo». Lei ha deciso di non ascoltare il discorso del presidente Zelensky nell’aula di Montecitorio, p e rch é ? «Come gruppo, abbiamo deciso di non partecipare a una sceneggiata, perché di questo si è trattato. Durante la guerra, si mettono in campo tutte le operazioni, comprese quelle psicologiche, di cui la propaganda è l’esempio più nitido». In questo campo, Mosca non ha nulla da imparare. «Entrambi i belligeranti sono campioni di propaganda, non avevamo alcuna intenzione di prestarci a un’operazione del ge n e re » . MARIO GIARRUSSO Di fronte ai continui bombardamenti, c’è chi ha ipotizzato una resa dell’Ucraina. Cosa pensa al riguardo? «Chiedere la resa a chi si difende da una aggressione è un atto miserabile. L’Ucraina ha tutto il diritto di continuare a difendersi. Se gli Stati Uniti, per il proprio interesse nazionale, ritengono di appoggiare Kiev in questa guerra, è legittimo che lo facciano. Quello che trovo inaccettabile è la decisione del governo italiano di seguire gli alleati in maniera incondizionata, ignorando i bisogni dei cittadini. Dopo due anni di crisi nera, la guerra è l’ultima cosa che ci serve. Si deve essere alleati degli Usa, non servi». Nella conferenza stampa sul Def, Draghi si è detto consapevole del «disagio sociale dei cittadini». Ci voleva uno scostamento di bilancio? «Le risorse stanziate non basteranno per affrontare l’e m e rgenza economica che verrà: solo sul fronte energetico, le sanzioni alla Russia presenteranno un conto salato, che verrà messo a carico degli italiani». Cosa pensa delle tensioni nella maggioranza? La guerra puntella un governo traballante? «Forze politiche moribonde, Lega e M5s su tutti, cercano di emettere qualche afflato per esprimere disaccordo, peccato che poi votino tutti i provvedimenti. La convinzione che non ci siano alternative a Draghi è una follia. La storia italiana insegna: caduto un presidente del Consiglio, se ne fa un altro». Anche in tempo di guerra? «Nessuno è sbarcato sulle coste italiane, nessuno».

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