STUPIDA RAZZA

giovedì 21 aprile 2022

Karl Marx è vivo e in America lotta insieme con Biden

 

La Verità ha riproposto uno stralcio dal libro-antologia di Karl Marx Contro la Russia, che le edizioni de Il Borghese pubblicarono per primi negli anni Settanta. Ma c’è un’i nte - grazione essenziale, e attualissima, da fare: in queste pagine emerge il Marx filoamericano, persuaso che il suo pensiero radicale potesse meglio attecchire in una società nuova, moderna, priva di storia, radici e tradizione come gli Stati Uniti. Non a caso, questi scritti furono pubblicati tra il 1858 e il 1861, sul New York Tribune, poi raccolti dalla figlia Eleanor con il titolo The e a ste r n q uestio n ; articoli antirussi, filoamericani, occidentalisti, che auspicavano l’av ve n - to del mercato libero globale e del pensiero radicale. Per la rivoluzione comunista, Mar x non pensava alla Russia zarista, ma all’America descritta da Alexis de Tocqueville, che era, poi, l’espansione «giovanile» dell’Inghilterra, da Mar x, non a caso, eletta a sua residenza, rispetto alla natia Treviri, in Germania. Mar x è il filosofo che più ha inciso nella storia del Novecento attraverso la tragedia mondiale del comunismo. Poi tramontò, nel fallimento del comunismo, precipitò con l’impero sovietico, sopravvisse ibrido nella Cina Mao-capitalista. Ma fu davvero archiviato? Da anni sostengo la tesi opposta, che esposi in I m p e rd o n ab il i . Il marxismo, separato dal comunismo, è lo spirito dominante dell’O c c id e nte. Scrive Marx nel Man i festo: «Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, con il loro seguito di idee e di concetti antichi e venerandi, e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era di corporativo e di stabile, è profanata ogni cosa sacra e gli uomini sono finalmente costretti a osservare con occhio disincantato la propria posizione e i reciproci rapporti». È la prefigurazione della nostra epoca volatile e mondialista. Il marxismo fu il più potente anatema scagliato contro Dio e il sacro, la patria e il radicamento, la famiglia e i legami con la tradizione, la natura e i suoi limiti. Fu una deviazione, la sua realizzazione in Paesi premoderni come la Russia e la Cina, la Cambogia o Cuba. Il marxismo non si è realizzato nei paesi che hanno subito il comunismo, dove invece ha fallito e ha resistito attraverso l’imposizione poliziesca e totalitaria; si è, invece, realizzato nel suo spirito, laddove nacque e a cui si rivolse, nell’Occidente del capitalismo avanzato. Non scardinò il sistema capitalistico, ma fu l’assistente sociale e culturale nel passaggio dalla vecchia società cristiano-borghese al neocapitalismo nichilista e globale, dal vecchio liberalismo al nuovo spirito radical. Mar x definisce il comunismo «il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». È lo spirito radical del nostro tempo, cancel e correct. Ne l l ’Ideologia tedesca, Mar x dichiara che il fine supremo del comunismo «è la liberazione di ogni singolo individuo» dai limiti e dai legami locali e nazionali, famigliari, religiosi, economici. Non le comunità, ma gli individui. Il giovane Mar x o n o ra un solo santo e martire nel suo calendario: Pro m ete o, liberatore dell’umanità. Padre dell’Occidente faustiano e irreligioso, proteso verso la volontà di potenza. Il giovane Mar x au spica, nei Manoscritti economico-filo so f ic i, l’avvento dell’ate ismo pratico. E nella C ritic a della filosofia del diritto di Hegel scrive: «La religione è il sospiro della creatura oppressa... Essa è l’oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire poterne esigere la felicità reale». Liberandoci da Dio e dalla religione, per Mar x, ci libereremo dall’alienazione e conquisteremo la felicità terrena. La società di oggi, atea ma depressa, irreligiosa ma alienata, smentisce la promessa marxiana di liberazione. L’utopia di una società «libertina», dove ciascuno svolge la sua attività quando «ne ha voglia», che abolisce ogni fedeltà e introduce «una comunanza delle donne ufficiale e franca», fa di Mar x un precursore della società permissiva. Il principio ugualitario perde la sua carica profetica e si realizza in negativo, come uniformità e negazione dei meriti, delle capacità e delle d i f fe re n ze. La società capitalistica globale ha realizzato le principali promesse del marxismo, seppur distorcendole: nella globalizzazione, ha realizzato l’inte rnazionali smo contro le patrie; nell’u n i fo r - mità e nell’o m ol oga z ion e standard, genera uguaglianza e livellamento universale; nel dominio globale del mercato, ha riconosciuto il primato mondiale dell’eco nomia sostenuto da Marx; nell’ateismo pratico e nell’i r re l i - gione, ha realizzato l’atei s m o pratico marxiano e la sua critica alla religione; nel primato dei rapporti materiali, pratici e utilitaristici rispetto ai valori spirituali, morali e tradizionali, ha inverato il materialismo marxiano; nella liberazione da ogni legame naturale e da ogni ordine tradizionale, ha realizzato l’individualismo libertino di Mar x, liberato dai vincoli famigliari e nuziali. E come Mar x voleva, ha realizzato il primato dell’azione sul pensiero. Lo spirito del marxismo si realizza in Occidente, facendosi ideologicamente radical, economicamente liberal, geneticamente modific abi l e. L’ultima frontiera del marxismo si ritrova nelle porte aperte agli immigrati, dove un nuovo proletariato, sradicato dai paesi d’origine, sostituisce le popolazioni d’Occidente, a sua volta sradicate. La lotta di classe cede alla lotta antisessista, antinazionalista e antirazzista. La difesa egualitaria dei proletari cede alla tutela prioritaria delle minoranze dei «diversi». Il marxismo vive sotto falso nome ma si muove a suo agio nella società global made in Usa; un marxismo al ketch-up, transgenico. Mar x, con passaporto americano, sembra strizzare l’occhio ai dem di Joe Biden. Noi ci attardiamo da anni a celebrare il suo funerale; ma è un caso di morte apparente.

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