Nuova fiammata dei prezzi al consumo in Italia, che salgono per il nono mese consecutivo, anche se ancora a livelli inferiori di quanto registrato in Germania e Spagna. E si porta sui livelli annunciati ieri dagli Stati Uniti (+6,4% ai massimi dal 1982). A marzo l’inflazione raggiunge la crescita del +6,7%, un livello che non si registrava da luglio 1991, quando c’era ancora la lira e il contesto politico-economico, non solo italiano, era completamente diverso da quello attuale. La stima preliminare dell’Istat (al lordo dei tabacchi, per l’intera collettività) su base mensile registra un aumento del 1,2%. Anche questo mese sono i prezzi dei beni energetici non regolamentati a sostenere l’ulteriore fortissimo aumento, ma – rileva l’Istituto centrale di Statistica - tensioni inflazionistiche continuano a diffondersi con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che accelera di quasi un punto percentuale, portandosi a +5 per cento. A contenere queste tensioni sono i prezzi dei servizi la cui dinamica su base annua rimane stabile (+1,8%), mentre i beni registrano ormai una crescita a due cifre (+10,2%). Lo scorso mese l’aumento tendenziale era stato del +5,7% (0,9% mensile) mentre a fine dicembre 2021 il livello di crescita dei prezzi al consumo di era attestato a +3,9% (+3,7% novembre). L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%), e, in misura minore, ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4,0%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%) e a quelli dei beni durevoli (da +1,2% a +1,9%); i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio).I servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento (da +1,4% a +1,0%). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +2,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%. Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +8,6% a +10,2%), mentre quelli dei servizi rimangono stabili (+1,8%%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,8 punti percentuali di febbraio a -8,4). Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +4,1% a +5,0%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +5,3% a +6,9%). L’inflazione acquisita per il 2022 – cioè quella già raggiunta anche se nei prossimi mesi tutti i prezzi restassero fermi - è pari a +5,3% per l'indice generale e a +1,6% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 2,6% su base mensile, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto, e del 7,0% su base annua (da +6,2% di febbraio). «L’inflazione sta aumentando per l’aumento delle materie prime, in particolare quelle alimentari. Poi c’è scarsa disponibilità che produce aumenti dei prezzi. Sull’energia l’Italia è intervenuta per aiutare le famiglie con 20 miliardi nell’arco di 8-9 mesi» ha commentato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell’incontro alla Stampa Estera, in cui ha annunciato un incontro la prossima settimana con i sindacati. «Faremo quanto è necessario. Ma il sostegno a carico del bilancio e del debito ha senso se l’aumento è temporaneo, se è permanente serve risposta strutturale. Non ha senso che l’energia idroelettrica che non costa nulla venga venduta al prezzo del gas. Sugli altri mercati, quello dei prodotti agricoli, bisogna fare lo stesso con l’energia, ma ora serve coltivare tutta la terra disponibile e poi diversificare anche qui. Se vengono meno le importazioni dalla Russia e in parte dall’Ucraina serve importare beni da altri mercati, Canada, Usa e Argentina. È chiaro che ci sarà un periodo di inflazione e il governo dovrà intervenire, ma poi servono risposte strutturali».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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