STUPIDA RAZZA

domenica 10 aprile 2022

Letta, quattro bugie in un unico tweet per fare sciacallaggio su Putin e la guerra

 

A V l ad i m i r Puti n si possono, anzi si debbono attribuire molte e gravi colpe e responsabilità: ma ci vuole una bella faccia tosta, politicamente parlando, per provare a scaricare su di lui e sulla guerra contro l’Uc ra i n a scelte e decisioni che con gli eventi bellici non hanno alcun rapporto, e che invece derivano esclusivamente da scelte politiche interne, da addebitare al governo guidato da Mario Draghi, al Pd, al Movimento 5 stelle e alla vecchia alleanza giallorossa, che - su alcuni temi roventi - non si è fatta alcuno scrupolo, e ha tran qu ill am ente lacerato una maggioranza che doveva essere di unità nazionale. Eppure ieri, con nonchalance, a tentare questa spregiudicata ed acrobatica operazione è stato il segretario del Pd Enrico Letta. Forse un omonimo del L etta che, nel 2013, fece impennare gli acquisti italiani di gas russo; un omonimo del Letta che, in quello stesso anno, firmò a Trieste ben 28 accordi con Pu - ti n ; e ancora un omonimo del L etta , come ha ricordato l’al - tro giorno il direttore Mauri - zio Belpietro, che a inizio 2014 fu praticamente l’unico leader occidentale che andò a omaggiare Puti n alle olimpiadi invernali di Sochi. E cosa ha scritto L etta ie r i su Twitter? Giudicate voi: «Parte da destra una montatura propagandistica su inesistenti aumenti delle tasse. È bene essere chiari. Gli unici aumenti che subiamo e rischiamo di subire hanno un solo responsabile, Puti n e la sua guerra. Non si provi a rivoltare la frittata. Non lo cons e nt i re m o » . Ora, se non si trattasse di questioni maledettamente serie, ci sarebbe perfino da sorridere di questa scomposta opera di mistificazione. Che tuttavia va smontata almeno per quattro ragioni. La prima. La riforma del catasto, in sé e per sé, non determina - domani mattina - un aumento di tasse. Ma anche i bambini comprendono che essa pone le basi affinché il prossimo governo possa farlo. È quella che sulla Verità abbia - mo definito dal primo minuto una «pistola carica». Consegnare a un futuro governo la possibilità di un’ul te r io re stangata sugli immobili è esattamente ciò che fa l’articolo 6 della delega, se non verrà modificato. E che ciò avvenga su beni (gli immobili italiani) già stratassati per 21 miliardi l’anno (prima del 2011 il gettito annuo era di 8-9 miliardi) dà la misura di una rapina fiscale insostenibile. Non solo: dà la misura del disinteresse di parte del ceto politico italiano per un bene che caratterizza il profilo patrimoniale e culturale del nostro paese, visto che il 70% degli italiani è proprietario di un immobile. La seconda. È lo stesso Mef, nella analisi tecnica allegata alla delega fiscale, ad ammettere ciò che accadrebbe. Citiamo testualmente quel documento che viene dal ministero dell’Economia: »Tale disposizione è coerente […] con le Raccomandazioni rivolte dalla Commissione europea all’Italia […]: ridurre la pressione fiscale sul lavoro, e compensare tale riduzione […] con una riforma dei valori catastali non aggiornati». Più chiaro di così…: altro che mera «fotografia». La terza. È stato il governo a preannunciare un secco no alla richiesta della Lega, formalizzata in uno specifico emendamento, di mantenere le cedolari esistenti sia sui titoli di Stato sia sulle locazioni, evitando potenziali incrementi di tassazione. Anche qui il partito di M atte o Sa lv i n i non ha ottenuto alcuna garanzia. Peggio ancora: nelle riunioni di maggioranza, ad autorevoli esponenti del centrosinistra è sfuggita la terrificante frase secondo cui «se le tasse scendono da qualche parte, da qualche altra parte devono salire». Siamo alle solite: la pulsione tassatrice della sinistra non si smentisce. Vale per gli affitti e vale per i titoli di Stato, e quindi per il risparmio degli i ta l i a n i . La quarta, sottolineata ancora ieri dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Te s ta , che non ha dimenticato lo specifico emendamento su cui, due notti fa, il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin, ha impedito che si votasse. Scrive giustamente S pa z i a n i Te s ta: «Comunque, riforma del catasto a parte, se gli italiani dovranno continuare a pagare la patrimoniale Imu persino sugli immobili inagibili e su quelli abusivamente occupati, è perché è stato impedito il voto quando si è appurato che avrebbe prevalso» la tesi di bloccare la tassazione in quel caso. Ora, chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale comprende che su questi quattro punti non c’à alcun peso né della questione energetica né dei rincari delle materie prime né tantomeno della guerra. Si tratta di questioni totalmente domestiche, totalmente nazionali, totalmente rimesse alla dinamica tra governo e Parlamento. Se la sinistra e il governo Draghi, anche sfasciando la maggioranza, vogliono un colpo di mano nel senso dell’au - mento delle tasse sulle case e sui risparmi degli italiani, se ne assumano la responsabilità e lo dicano chiaramente. Senza fare sciacallaggio sulla g ue r ra .

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