STUPIDA RAZZA

sabato 16 aprile 2022

Musk vuole liberare l’uccellino dalla gabbia del politically correct

 

 «I made an offer», cioè «ho fatto un’offerta». Attenzione, perché rischiano di essere le parole più importanti dell’an - no dal punto di vista della finanza e della comunicazione. A scriverle sul suo profilo Twitter è statoElon Musk, che vanta, sul quel social network, oltre 81 milioni di seguaci, che tra l’altro lui stesso interpella e sollecita regolarmente. E l’of - ferta in questione si riferisce proprio a Twitter: 54,20 dollari per azione (in tutto, una cifra monstre di circa 43 miliardi di dollari, a fronte di un valore di mercato di Twitter stimato in 37 miliardi) per acquisire il 100% della società. Riassunto delle puntate precedenti: Musk già detiene il 9% di Twitter, e ne è quindi divenuto il maggior azionista. La scorsa settimana aveva manifestato l’intenzione di entrare nel board, ma poi si è fermato, perché quella scelta gli avrebbe precluso acquisizioni superiori a una certa soglia (circa il 15% della società). E così si è arrivati alla mega offerta. Mu - sk ha definito questa sua scelta come l’«offerta migliore e definitiva». Attenzione però al resto della sua comunicazione: Musk ha parlato di una società dal «potenziale straordinario» che si propone di liberare. «Non sto giocando. Sono andato dritto». E ancora, con una sorta di avviso ai naviganti: «Se l’operazione non funziona, dato che non ho fiducia nel management né penso di poter guidare il cambiamento necessario nel mercato pubblico, dovrei riconsiderare la mia posizione di azionista». E qui sta il cuore della questione. Ancora nell’ultimo weekend, Musk ha twittato a ripetizione per illustrare cosa a suo avviso non funziona e cosa dovrebbe essere cambiato in Twitter. Tutte osservazioni nella direzione della libertà d’espressione e del free speech, sacro per gli americani ma molto spesso sacrificato da Twitter sull’altare del p o litically correct. Con la mossa di ieri è come se Musk avesse detto: compro tutto, sono disposto a pagare un prezzo pazzesco, ma porto con me il valore aggiunto della libertà. Ecco le parole chiave della sua comunicazione: «Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale per essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo, che ritengo sia un imperativo sociale per una democrazia che funzioni». Quanto a Twitter, la compagnia ha ammesso di aver ricevuto l’offerta, e ha aggiunto che il consiglio d’ammi - nistrazione la «valuterà attentamente», ma già dopo alcune ore dall’annuncio, voci interne all’azienda bollavano come «u nw elco me » il tentativo di scalata del miliardario. Suggeriremmo di prendere Mu s k molto sul serio, contro una cattiva letteratura che lo liquida come un affabulatore. E non solo perché è la persona più ricca del mondo. La sua Tesla, a lungo considerata da molti con sufficienza, ha aumentato le vendite dell’80% in un anno terribile come il 2021. Le sue stesse avventure spaziali fanno sì che la Cina lo consideri come una specie di «superpotere». E attenzione: l’uomo è un autentico campione di anticonformismo. Sia nell’or ientamento culturale di fondo (è di fatto un libertario di destra), sia nei comportamenti economici e ad alta valenza politica, come quando si è trasferito dalla California al Texas, optando per uno stato governato dai repubblicani e caratterizzato da scelte fiscali e pro mercato opposte allo schema «tas - se alte e big government» pro - prio dei democratici. Tutte cose che fanno impazzire di rabbia sia la Silicon Valley sia i progressisti ufficiali (Hollywood inclusa). In tutti i sensi, la sua mossa di ieri è un gamechanger: un fattore che rischia di cambiare, finalmente nel senso della libertà e dell’aper - tura, questo cupo 2022.

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