Oggi il consiglio Bce: cresce la spaccatura tra falchi e colombe

È un Consiglio direttivo molto teso
ma attendista, quello che si riunisce
oggi, in attesa delle proiezioni macroeconomiche del prossimo giugno sulle quali basare e calibrare le
prossime mosse di politica monetaria. Le colombe in Bce non intendono accelerare la normalizzazione
della politica monetaria, stabilita il
10 marzo con il “passo dopo passo”
di una calibrazione guidata dai dati.
Barricate dietro un’incertezza difficile da quantificare, le colombe si
preoccupano per l’impatto della
guerra sulla crescita e per la frammentazione. Confidano nella capacità del capo economista Philip Lane
di puntare sulla conclusione del
programma di acquisti APP alla fine
del terzo trimestre, in settembre. Il
primo rialzo avverrebbe dunque nel
quarto trimestre.
Anche i falchi arrivano al Consiglio alquanto agguerriti: puntano
nel loro caso a tirare la presidente
Christine Lagarde, di solito arbitro
neutrale, dalla loro parte. Sono preoccupatissimi. L’inflazione nell’area dell’euro a marzo è stimata al
7,5% e in alcuni Paesi è da brivido:
9,3% in Belgio, 7,6% in Germania,
14,8% in Estonia, 9,8% in Spagna,
11,9% in Olanda, 15,6% in Lituania.
I falchi non hanno dubbi: nella
doppia sfida tra produzione e inflazione, preferiscono agire il prima
possibile per la stabilizzazione dei
prezzi. Non credono che l’inflazione si assesterà al 2% nel 2024, temono la spirale prezzi-salari, (CI CREDO POCO,SIAMO IN PIENA DEFLAZIONE SALARIALE !) premono per anticipare il primo rialzo
dei tassi, perché il costo di agire in
ritardo potrebbe aggravare il rallentamento della crescita o inasprire la recessione. Per potersi imporre sui tassi, sono pronti a fare concessioni sugli strumenti della
frammentazione, pur di affrettare
il passo della normalizzazione.
Al momento l’unico strumento
attivo nella cassetta degli attrezzi
della Bce per contenere la frammentazione “connessa alla pandemia” è quello della flessibilità (sospensione della chiave capitale) nei
reinvestimenti del Pepp. In prospettiva, un nuovo strumento antiframmentazione potrebbe essere
dato dalla flessibilità del Pepp applicata ai reinvestimenti dell’APP,
estendendo così da 1.700 a 5.000
miliardi il bacino dal quale attingere i titoli in scadenza.
Dopo le numerose decisioni prese lo scorso 10 marzo (il nuovo calendario di acquisti dell’APP scadenzato in 40, 30 e 20 miliardi, il primo rialzo dei tassi “qualche tempo dopo” la conclusione dell’APP e una
forward guidance che mantiene i
tassi “su livelli attuali”), il Consiglio
direttivo dovrà chiarire l’opzionalità, la flessibilità e la gradualità della
politica monetaria alla luce degli ultimi sviluppi sul fronte di guerra in
Ucraina, pandemia, inflazione negli
Usa e mosse della Federal Reserve,
sanzioni contro la Russia e contromisure di Putin, condizioni di finanziamento per famiglie e imprese
che cominciano a stringersi.
Tra i dati analizzati oggi in profondità dal Consiglio, sarà importante la valutazione dell’indagine
sui prestiti bancari (Lending survey).
Il tightening è iniziato da parte delle
banche nell’area dell’euro ma l’indagine pubblicata lo scorso martedì
fa emergere una situazione in chiaro scuro. Le condizioni nette di credito standard dei prestiti alle imprese nel primo trimestre 2022 sono più
strette, nell’area dell’euro e in Italia,
mentre risultano allentate quelle
per le famiglie (stabili nell’area dell’euro) e per il credito al consumo in
Italia. Per quanto riguarda i motivi
dell’inasprimento degli standard
per il credito nel primo trimestre di
quest’anno, le banche hanno indicato i rischi derivanti dalle prospettive sull’andamento dell’economia
(strozzature nelle catene di approvvigionamento, alti prezzi dell’energia, guerra in Ucraina e incertezza in
aumento). La stretta sulle condizioni nette del credito delle banche italiane è dipesa in maniera minore dai
costi di raccolta o dal bilancio. Per il
secondo trimestre, tuttavia, le banche si aspettano un ulteriore inasprimento netto delle condizioni,
anche a causa della normalizzazione delle politica monetaria della
Bce: particolarmente forte la stretta
attesa dalle banche italiane.
Nessun commento:
Posta un commento