Torna il fronte del porto. Soffocati dall’emergenza in Ucraina, banalizzati dai veri profughi della guerra, i disperati del mare urlano con i numeri e la sofferenza: negli ultimi due giorni a Lampedusa sono arrivati 827 migranti e hanno mandato immediatamente in crisi l’hotspot di Cala Imbriacola. Nelle ultime due settimane gli sbarchi erano stati interrotti dalle proibitive condizioni del mare ma la calma piatta ha fatto ripartire il fenomeno: da due ospiti a 829 in un weekend. Famiglie approdate sui barchini, gruppi recuperati da carrette del mare dalla Guardia costiera, ipotesi di un naufragio con 15 a n n egat i . Il centro di raccolta tarato su 250 persone è di nuovo al collasso. Nel silenzio generale, la Capitaneria di porto e i militari smistano i migranti nelle navi quarantena mentre le navi Ong hanno ricominciato le perlustrazioni, gli avvistamenti e la spola da shuttle fra Libia e Italia. La macchina è ripartita, il fronte Sud ricomincia a premere. Il fine settimana che scuote coscienze inquiete concentrate su Kiev è solo l’antipasto di ciò che accadrà con il combinato disposto fra la bella stagione e la gestione deficitaria del ministro Luciana Lamorge s e: la consueta invasione. Nel 2021 in Italia sono arrivati 70.000 clandestini (praticamente la città di Pavia), il 600% (seicento per cento) in più rispetto al 2019 quando l’allora ministro dell’I nte r n o Matteo Salvini aveva praticamente bloccato i flussi mostrando i muscoli. Da allora l’Europa non si sente più costretta a condividere con l’Italia il problema e ha definitivamente voltato le spalle, in barba agli accordi di Malta che prevedevano una redistribuzione degli sbarcati e una rotazione dei porti. Lam o rge s e aveva venduto quella firma come un successo epocale, ma in pochi giorni si scoprì la fregatura: la redistribuzione era infinitesimale e i porti erano sempre i nostri (Lampedusa, Pozzallo, Siracusa, Catania, Augusta, Palermo). A fine anno lo stesso Mario Draghi aveva alzato la voce invano: «Con le restrizioni pandemiche le già sporadiche redistribuzioni tra Paesi europei si sono interrotte. Ora l’Unione deve dimostrarsi all’altezza dei propri valori». La guerra in Ucraina, con la conseguenza delle carovane di profughi dirette a Ovest, rende ancora più stridente il paragone con i disperati del mare e la loro provenienza. Degli 800 sbarcati nelle ultime ore - oltre a siriani ed eritrei in fuga da eventi bellici interni - molti arrivano da Egitto, Somalia, Niger, Sudan, perfino Bangladesh dove non si segnalano invasioni o bombardamenti pesanti. Eppure il business dell’acc oglienza non fa la differenza, sostenuto dalle navi Ong tornate in mare e già cariche di extracomunitari con direzione Italia: la Geo Barents, con 113 persone a bordo, ha fatto richiesta di un porto sicuro e le è stato assegnato quello di Augusta. È tornata in scena anche la Sea Watch 3, imbarcazione olandese di una Ong tedesca divenuta famosa per lo speronamento di C a rol a R ackete ai danni di una motovedetta italiana, applaudito da tutta la sinistra istituzionale e non. Con una storia su Twitter l’armatore ha annunciato che «l’equipaggio ha tratto in salvo 34 persone sulle 53 stipate in un barcone. Molte sarebbero annegate». Si profila una nuova emergenza e il sindaco di Lampedusa, Totò Marcello, accusa: «Noi continuiamo a fare la nostra parte ma è inquietante il silenzio delle istituzioni italiane ed europee su quello che sta accadendo nel Mediterraneo. Le emergenze umanitarie devono essere valutate tutte con la stessa attenzione; anche quelle del Sud del mondo che coinvolgono persone con il colore della pelle diverso dal nostro». Se il silenzio dell’Europa è come al solito strategico, quello del ministro L amorges e co nfer ma inadeguatezza e imbarazzo. Contro l’inazione governativa si è espressa Giorgia Meloni con parole definitive: «In questi anni non abbiamo mai visto una singola iniziativa del ministro per fermare l’immigrazione clandestina verso l’Italia. Se non ha intenzione (o la capacità) di difendere i nostri confini, L a m o rge s e ricordi che nessuno la obbliga a rimanere al Viminale».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 11 aprile 2022
Sbarcati 800 migranti in due giorni
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