STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 dicembre 2021

Bce ancora colomba tra rischi bilanciati e incognita Covid

 

Ancora una volta, la Bce marca la distanza dalla Federal Reserve: niente tapering verso quota zero nell’area dell’euro perché il target dell’inflazione al 2% sul medio termine non è stato centrato. Il rialzo dell’inflazione nelle proiezioni macroeconomiche di dicembre, al 3,2% nel 2022 come media annuale rispetto all’1,7% previsto a settembre, è per la gran parte temporaneo, con rischi bilanciati tanto al rialzo quanto al ribasso. Verso il 2% ma sotto il 2%. La Fed ha raddoppiato la velocità della riduzione degli acquisti per anticipare la fine del QE. Nell’ultima riunione del 15 dicembre, in risposta a un’inflazione più alta del previsto, il Fomc ha accorciato i tempi del primo rialzo dei tassi. Per la Bce, invece, il target del 2% non è ancora stato raggiunto nel 2023 e 2024. E così nell’ultima riunione del Consiglio direttivo, il 16 dicembre, di mossa restrittiva ne ha annunciata una soltanto, la conferma della chiusura del programma pandemico a marzo. La politica della Bce è rimasta accomodante, nel senso che gli acquisti di assets sono ritenuti necessari per arrivare all’inflazione al 2% a medio termine. La forward guidance non è stata cambiata, il reinvestimento del Pepp è stato esteso di un anno e potenziato con flessibilità, il programma App standard è rimasto “open ended” con acquisti mensili aumentati a quota 40, poi 30 poi 20 miliardi in ottobre, un importo, quest’ultimo, che non è basso e che continua senza scadenza.(TOGLI DA UNA PARTE E METTI DALL'ALTRA !) Fintantoché il programma standard andrà avanti, i tassi non si muoveranno: gli acquisti netti termineranno poco prima che la Bce inizi a innalzare i tassi di riferimento. Per la Bce, non è possibile prevedere ora l’andamento dell’inflazione nell’area dell’euro postpandemia, per prendere decisioni come hanno fatto le banche centrali in Usa e Regno Unito. Sebbene questa chiave di lettura non sia stata unanime al Consiglio direttivo, l’orientamento prevalente emerso dalla Bce è che i rischi restano «bilanciati». Questo significa che la Bce continua a dichiararsi pronta a modificare tutti i suoi strumenti nelle due direzioni, allentamento o inasprimento della politica monetaria, (OPTERI PER IL PRIMO !) in base ai dati su inflazione, crescita e pandemia raccolti di trimestre in trimestre. La variante Omicron e le parziali misure restrittive, adottate a macchia di leopardo nell’area dell’euro, esercitano pressioni al ribasso sull’inflazione e i prezzi del petrolio hanno già iniziato a scendere.(👍👍👍) Un lockdown più pesante, che chiude le fabbriche e quindi abbatte la produzione, avrebbe un impatto al ribasso ancora più marcato su inflazione e crescita. Al tempo stesso, la Bce si attende un irrigidimento del mercato del lavoro e trattative salariali che porteranno ad aumenti degli stipendi, soprattutto in Germania. Ma è ancora presto per capire quale livello di inflazione entrerà nelle trattative salariali e nelle aspettative, se prevarrà una percezione dell’inflazione all’1% o al 2%. (👍😉👍) Ed è presto per poter valutare che effetto avrà l’aumento del salario minimo sul resto del mercato del lavoro in Germania: mancano i dettagli della tabella di marcia. Nell’ultima riunione del consiglio direttivo, la Bce ha fatto infine la sua prima valutazione della flessibilità nel QE, utilizzata per la prima volta nel programma pandemico Pepp. E ha concluso che la flessibilità è stata efficace. Di conseguenza, il Consiglio ha deciso che utilizzerà la flessibilità in futuro, nella maniera più appropriata, quando si troverà in condizioni di tensione anche non pandemica. E ha infine ritenuto necessario mantenersi flessibili in pandemia fino al 2024, attraverso il reinvestimento del capitale dei titoli rimborsati del Pepp. La nuova scadenza dei reinvestimenti, prorogati dal 2023 al 2024, servirà al mercato e agli investitori (BANCHE !) che devono prendere posizioni oltre i prossimi due anni: di certo la Bce resterà sul mercato con il Pepp fino al 2024.

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