A ruota, dopo aver riaperto i cordoni del credito tagliando i ratios alle riserve dello 0,5%, la Banca centrale cinese interviene a calmare gli animi, specie degli investitori esteri preoccupatissimi per il default ormai conclamato della società immobiliare Evergrande. Tocca al Governatore Yi Gang, che ha studiato all’estero, negli Usa, per poi tornare a casa, come le tartarughe, sulle spiagge natali cinesi, il compito di rassicurarli sfoderando una lezione di capitalismo: il debito Evergrande sarà onorato, i diritti di creditori e azionisti saranno rispettati perchè si tratta di «un evento di mercato e i diritti e gli interessi dei creditori e degli azionisti saranno esauditi nell’ordine del loro risarcimento legale». Proprio perchè Evergrande è una questione di mercato ieri la società di rating Fitch ha deciso di tagliare il giudizio sull’indebitata conglomerata a «restricted default». Un altro duro colpo che ha vanificato la boccata di ossigeno legata alle parole del Governatore con il titolo balzato al 4,62% a Hong Kong, in ripresa dai minimi storici toccati per il mancato pagamento di coupon offshore per 82,5 milioni di dollari alla scadenza, lunedì scorso, dei 30 giorni di grazia. Il gigante immobiliare in difficoltà a causa degli oltre 300 miliardi di dollari, pari al 2% del Pil cinese, si è impegnato a «coinvolgere attivamente» i creditori offshore per creare un piano di ristrutturazione, con un ruolo cruciale affidato al Partito comunista. I funzionari della Provincia del GuangDong sono infatti già entrati in pista, nel Comitato rischi composto da sette persone ci sono manager delle imprese statali del Guangdong e di China Cinda Asset Management Co., il più grande gestore di crediti inesigibili del Paese, più un legale, mentre da Evergrande solo due i rappresentanti, incluso il presidente Hui Ka Yan, l’azionista di controllo e fondatore, ora in disgrazia. La metà del debito è alla voce fornitori, anche se la società ha ridotto il suo rapporto debito/capitale netto al di sotto del 100%, rispettando una delle “tre linee rosse” del governo cinese, parametri imposti per limitare l’indebitamento delle società immobiliari. Ma in circolazione ci sono 19,2 miliardi di dollari in obbligazioni offshore. Quanto potere contrattuale hanno gli obbligazionisti offshore? Per il comitato, la parte difficile sarà capire quali risorse prendere di mira e soprattutto se garantire in primis la pace sociale con un “bail-in” di investitori istituzionali da utilizzare in caso di necessità. Per gli investitori esteri la prospettiva di portare avanti il loro caso nei tribunali cinesi, dato il pesante coinvolgimento del governo nella revisione, diventa complicata. Certamente il loro credito finirà in fondo alla lista. Mentre la Cina affronta la grana default di Evergrande i prezzi alla produzione a novembre sono saliti del 12,9% annuo, segnando però un rallentamento su ottobre (+13,5%) come conseguenza del giro di vite del governo sui costi delle materie prime e sul miglioramento della crisi energetica. Quanto all’inflazione, i prezzi al consumo sono saliti del 2,3% su base annua, frenando rispetto alle aspettative di un +2,5% ma in rialzo sull’1,5% di ottobre. Per il momento l’inflazione alla fabbrica non si è ancora scaricata sul consumatore finale.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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