STUPIDA RAZZA

giovedì 2 dicembre 2021

Fuffa sulla scuola, flop con la Dad E Bianchi si becca il golpe militare

Patrizio Bianch i ha già stabilito un record personale: prima è riuscito a farsi ignorare da L ucia Azzolina, poi a farsi commissariare da Mario Draghi. Traguardo ragguardevole, per «uno dei più quotati economisti industriali italiani», come veniva celebrato prima della nomina a ministro dell’Istru - z io n e. Già assessore in Emilia Romagna per le giunte Errani e Bonaccini, tecnico d’area dem vicino a Romano Prodi, nel 2010 B i a n ch i conquistò pure il titolo di commendatore, premiato per «la sua gestione innovativa dell’Università di Ferrara». L’era dell’e m e rge n za Covid non gli ha portato altrettanto bene: ha guidato la task force per la ripartenza della scuola, ma ha accusato la pentastellata che era al Miur di aver cestinato i suoi preziosi suggerimenti (ad esempio, piazzare un medico negli istituti ed educare i ragazzi a comportamenti pandemicamente corretti). Quindi, Drag hi re - gnante, s’è intestato una guerra alla Dad cui, forse, nemmeno lui crede fino in fondo. E non la sta vincendo. SMENTIRE SÉ STESSO L’ultimo, grottesco capitolo è quello dell’altro ieri. Atto numero uno: il suo dicastero si rimangia le linee guida del mese precedente, con cui assicurava che, con un singolo alunno positivo, le classi non sarebbero state rispedite a casa. Atto numero due: l’intervento diretto del presidente del Consiglio, che sulla scuola in presenza si gioca la faccia, costringe il povero B i a n ch i a ingranare la retromarcia. Alla fine, il compromesso: da zero a 6 anni, tutti a casa con un compagno contagiato; i bimbi da 6 a 12 anni vanno in quarantena con due infetti (e resta il problema dei test da somministrare se c’è un singolo caso, per scongiurare l’interruzione delle lezioni); quelli da 12 in poi finiscono in Dad con tre casi; con due, orrenda e inutile discriminazione, la malasorte tocca ai non vaccinati e basta. Dove stanno andando a parare? Fino a ieri, appunto, gli over 12 erano i soli vaccinabili: a loro si poteva applicare il ricatto della Dad. Adesso, con l’ok a Pfizer per la fascia 5-11 anni, la gogna potrà essere estesa: non offrite alla patria il braccino dei vostri figli? Staranno in isolamento. Li sottoponete alla puntura miracolosa? Saranno «più liberi», come spiegano le associazioni dei pediatri. Strategia a suo modo geniale, per introdurre surrettiziamente tra i banchi - non più a rotelle, almeno - il super green pass. Fatto sta che, al ministro, non è bastato tentare di rimangiarsi la sua promessa, «Mai più Dad», né sconcertare i presidi con il balletto delle circolari. Dopo, gli sono toccate la ramanzina di D ra g h i e l’umi - liazione di trovarsi Fra n c e s c o Paolo Figliuolo come garante dell’intensificazione delle «attività di testing nelle scuole». Invero, con la resa iniziale, B ia n ch i aveva solo ammesso quello che era già evidente agli addetti ai lavori e che La Verità, per prima, aveva intuito, scorrendo le linee guida di inizio novembre: la didattica a distanza non sarebbe affatto scomparsa, perché, per tenere in aula gli alunni, bisognava tamponarli e le Asl quasi mai riescono a intervenire subito. Ergo, nell’attesa, tutti davanti al pc, tra le mura domestiche. Ora vedremo se, dove ha fallito il pacioso emiliano, riuscirà il generale alpino. Il quale ha già pronto il piano per potenziare il tracciamento: undici laboratori di biologia molecolare della Difesa, distribuiti in otto Regioni, per processare i molecolari effettuati a domicilio da squadre di soldati, più altri due laboratori mobili. In pratica, si  passa da B i a n ch i (il ministro) a verdi (le tute mimetiche). Gli scolari tremeranno come Mi - chela Murgia, quando vedranno le forze armati piombare nelle loro camerette? DIDATTICA «ALTERNATIVA» A essere sinceri, come dicevamo, il professore non è proprio convinto che la Dad sia in sé un male. Da cervellone illuminato, intriso di utopie postsessantottine, gli va stretta la vecchia scuola di sempre - che, a essere sinceri, non esiste più: i suoi predecessori l’hanno già demolita. Egli scorge sempre innovazioni promettenti, con cui aggiungere aria fritta alla fuffa. Così, a maggio scorso, il ministro indicava nei computer un ponte con le migliori menti straniere. E intravedeva «la possibilità di fare in classe un collegamento con una classe che è in Germania o con un esperto che è negli Stati Uniti». Fantastico, futuristico, occhio solamente al fuso orario: sì che  i giovani non hanno frequentato a lungo, ma andare a scuola di notte sarebbe eccessivo. A ottobre, B i a n chi p o nt i f ic ava: «Bisogna andare oltre la lezione frontale, sperimentare forme alternative di didattica». Un mese fa ribadiva: «La Dad è uno strumento che non va buttato via, ma usato come leva per una scuola più aperta». Apertura, alternativa, inclusione, partecipazione: nel gergo del ministro, le parole d’ordine del progressismo pedagogico compaiono tutte. Né mancano i dogmi della transizione: urge «domandarsi quale scuola avere nell’epoca della digitalizzazione», poiché «l’età digitale coincide con la fase dell ’altra sfida enorme del cambiamento climatico». Meglio non immaginare come andrà a finire. Intanto, spicca il paradosso: l’intellettuale di sinistra ostaggio dei militari. Ma non siamo in Cile, siamo nella Bassa; non è la tragedia di Al - l e n d e, è la farsa di B i a n ch i .

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