Patrizio Bianch i ha già stabilito un record personale: prima è
riuscito a farsi
ignorare da L ucia Azzolina, poi a farsi commissariare da Mario Draghi.
Traguardo ragguardevole, per
«uno dei più quotati economisti industriali italiani», come
veniva celebrato prima della
nomina a ministro dell’Istru -
z io n e.
Già assessore in Emilia Romagna per le giunte Errani e
Bonaccini, tecnico d’area dem
vicino a Romano Prodi, nel
2010 B i a n ch i conquistò pure il
titolo di commendatore, premiato per «la sua gestione innovativa dell’Università di Ferrara». L’era dell’e m e rge n za
Covid non gli ha portato altrettanto bene: ha guidato la task
force per la ripartenza della
scuola, ma ha accusato la pentastellata che era al Miur di
aver cestinato i suoi preziosi
suggerimenti (ad esempio,
piazzare un medico negli istituti ed educare i ragazzi a comportamenti pandemicamente
corretti). Quindi, Drag hi re -
gnante, s’è intestato una guerra alla Dad cui, forse, nemmeno lui crede fino in fondo. E
non la sta vincendo.
SMENTIRE SÉ STESSO
L’ultimo, grottesco capitolo
è quello dell’altro ieri. Atto numero uno: il suo dicastero si
rimangia le linee guida del mese precedente, con cui assicurava che, con un singolo alunno positivo, le classi non sarebbero state rispedite a casa. Atto numero due: l’intervento diretto del presidente del Consiglio, che sulla scuola in presenza si gioca la faccia, costringe il
povero B i a n ch i a ingranare la
retromarcia. Alla fine, il compromesso: da zero a 6 anni, tutti a casa con un compagno contagiato; i bimbi da 6 a 12 anni
vanno in quarantena con due
infetti (e resta il problema dei test da somministrare se c’è
un singolo caso, per scongiurare l’interruzione delle lezioni); quelli da 12 in poi finiscono
in Dad con tre casi; con due,
orrenda e inutile discriminazione, la malasorte tocca ai
non vaccinati e basta. Dove
stanno andando a parare? Fino a ieri, appunto, gli over 12
erano i soli vaccinabili: a loro si
poteva applicare il ricatto della
Dad. Adesso, con l’ok a Pfizer
per la fascia 5-11 anni, la gogna
potrà essere estesa: non offrite
alla patria il braccino dei vostri
figli? Staranno in isolamento.
Li sottoponete alla puntura
miracolosa? Saranno «più liberi», come spiegano le associazioni dei pediatri. Strategia
a suo modo geniale, per introdurre surrettiziamente tra i
banchi - non più a rotelle, almeno - il super green pass.
Fatto sta che, al ministro,
non è bastato tentare di rimangiarsi la sua promessa, «Mai
più Dad», né sconcertare i presidi con il balletto delle circolari. Dopo, gli sono toccate la
ramanzina di D ra g h i e l’umi -
liazione di trovarsi Fra n c e s c o
Paolo Figliuolo come garante
dell’intensificazione delle «attività di testing nelle scuole».
Invero, con la resa iniziale,
B ia n ch i aveva solo ammesso
quello che era già evidente agli
addetti ai lavori e che La Verità,
per prima, aveva intuito, scorrendo le linee guida di inizio
novembre: la didattica a distanza non sarebbe affatto
scomparsa, perché, per tenere
in aula gli alunni, bisognava
tamponarli e le Asl quasi mai
riescono a intervenire subito.
Ergo, nell’attesa, tutti davanti
al pc, tra le mura domestiche.
Ora vedremo se, dove ha fallito
il pacioso emiliano, riuscirà il
generale alpino. Il quale ha già
pronto il piano per potenziare
il tracciamento: undici laboratori di biologia molecolare della Difesa, distribuiti in otto Regioni, per processare i molecolari effettuati a domicilio da
squadre di soldati, più altri due
laboratori mobili. In pratica, si passa da B i a n ch i (il ministro) a
verdi (le tute mimetiche). Gli
scolari tremeranno come Mi -
chela Murgia, quando vedranno le forze armati piombare
nelle loro camerette?
DIDATTICA «ALTERNATIVA»
A essere sinceri, come dicevamo, il professore non è proprio convinto che la Dad sia in
sé un male. Da cervellone illuminato, intriso di utopie postsessantottine, gli va stretta la
vecchia scuola di sempre - che,
a essere sinceri, non esiste più:
i suoi predecessori l’hanno già
demolita. Egli scorge sempre
innovazioni promettenti, con
cui aggiungere aria fritta alla
fuffa.
Così, a maggio scorso, il ministro indicava nei computer
un ponte con le migliori menti
straniere. E intravedeva «la
possibilità di fare in classe un
collegamento con una classe
che è in Germania o con un
esperto che è negli Stati Uniti».
Fantastico, futuristico, occhio
solamente al fuso orario: sì che i giovani non hanno frequentato a lungo, ma andare a scuola
di notte sarebbe eccessivo. A
ottobre, B i a n chi p o nt i f ic ava:
«Bisogna andare oltre la lezione frontale, sperimentare forme alternative di didattica».
Un mese fa ribadiva: «La Dad è
uno strumento che non va buttato via, ma usato come leva
per una scuola più aperta».
Apertura, alternativa, inclusione, partecipazione: nel
gergo del ministro, le parole
d’ordine del progressismo pedagogico compaiono tutte. Né
mancano i dogmi della transizione: urge «domandarsi quale scuola avere nell’epoca della
digitalizzazione», poiché «l’età digitale coincide con la fase
dell ’altra sfida enorme del
cambiamento climatico». Meglio non immaginare come andrà a finire. Intanto, spicca il
paradosso: l’intellettuale di sinistra ostaggio dei militari. Ma
non siamo in Cile, siamo nella
Bassa; non è la tragedia di Al -
l e n d e, è la farsa di B i a n ch i .
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento