Nel suo piccolo, anche il virologo è mobile qual piuma al vento. Sarà di certo per l’es igenza di adattarsi, scientificamente e seriamente, all’in - fido Covid che muta e trasmuta, s’inabissa e ricompare da una parte all’altra del pianeta come un sommergibile nucleare, ma ogni giorno che Mario Draghi e il generale Francesco Paolo Figliuolo mandano in terra, il silenzio operoso del governo dei Mig l io r i è disturbato dallo scienziato di turno che dice tutto e il contrario di tutto su come gestire la pandemia cinese. E tanto per prepararsi degnamente a un Natale di caos e libertà condizionata, il dibattito su terza dose e anticorpi è già diventato un balletto di detti e contraddetti. Con i g io r n a l o n i che, da un lato si lamentano che i No vax «rifiutano la scienza», ma poi offrono quotidianamente uno spettacolo della sullodata «scienza» dove l’esperto di turno, quando non nega quello che ha affermato il collega della pagina accanto, butta la palla in tribuna e lancia sempre nuove ipote s i . Certo, basta sfogliare i giornali di mezza Europa per constatare che solo in Italia si vive in questo stato di fobia permanente di massa. Il problema è che, dovendo riempire ogni santo giorno pagine e pagine di Covid, ma evitando allo stesso tempo di criticare anche minimamente le incongruenze dei decreti del governo e le contraddizioni del ministro Roberto Speranza e del Comitato tecnico scientifico che lo illumina giorno e notte, l’unica soluzione è scatenare un chiacchiericcio permanente e confuso. Al cui confronto, poi, ogni (rara) volta che il prem ie r D ra g h i apre bocca sembra Mosè. Ieri, per esempio, il Corrie - re della Sera ha dedicato un paginone alla «maratona social» organizzata da Gu id o Ber tolaso, responsabile della campagna di vaccinazione della Regione Lombardia. Già il titolo era cerchiobottista: «Quando conviene fare la terza dose. Sono utili controlli e test degli anticorpi». Avrebbero tranquillamente potuto aggiungere che «Va bene anche stare più a casa, non prendere freddo e rimpinzarsi di probiotici. Tra gli esperti il cui pensiero è stato sbobinato dal Co r rie re, brillava ovviamente Sergio Abrignani, immunologo che fa parte del Cts. Il consigliere sostiene che «la misurazione degli anticorpi non è indicativa di immunità» e quindi «non ha senso chiedere il dosaggio degli anticorpi per fare o meno la terza dose». Abrignani è uno degli scienziati che ha spinto il ministro della Salute a ripartire con la vaccinazione a tappeto, ma sulla variante sudafricana Omicron, che di giorno in giorno sembra sempre meno violenta, sparge ottimismo, sostenendo che se anche bucasse gli attuali vaccini, al massimo a gennaio avremmo una risposta mirata. Poi gli scappa la verità su tutto questo cancan: «Omicron è un motivo in più per fare la terza dose o vaccinarsi». Quando la Scienza incontra la Ragion di S t at o. Ma chi ieri si è davvero illustrato è Re p ub b l ic a , il cui pendolo della paura ha il dono naturale di riprodurre esattamente vibrazioni e sospiri che arrivano da Palazzo Chigi. Si parte a pagina 4 con l’inter - vista a Paul Offit, presentato come «il luminare del Vaccine center di Philadelphia». Offit fa il pompiere e spiega: «Insieme ad altri consulenti della Fda sono scettico sulla terza dose a tutti. Aumenta la risposta immunitaria, ma va riservata alle fasce a rischio, come gli anziani, o a chi lavora nella sanità». Al giornale diretto da Maurizio Molinari, cantore della vaccinazione dura e pura di Israele, non se la sono sentiti di titolare: «La terza dose va bene, ma non per tutti». No, hanno scelto questo messaggio: «Diventerà un raffreddore, ma ci vorranno dieci anni. Gli attuali vaccini basteranno». Si gira pagina ed ecco Boris Johnson, che ormai da mesi è la vittima preferita di un’informazione italiana che negli ultimi due anni ha preso sul serio gente come Giuseppe Conte e D o m e n ic o A rcu r i . Il premier conservatore inglese quando allenta le misure anti Covid viene dipinto come la versione non particolarmente intelligente di Peppa Pig. Mentre quando decide il giro di vite, è uno scapestrato, improvvisamente rinsavito «sulle posizioni italiane». Che il Regno Unito abbia tassi di vaccinazione che gli ottimi italiani si sognano, il tutto senza fare a brandelli la democrazia, è naturalmente un qualcosa di troppo complicato da spiegare ai sudditi-lettori della Penisola. Così, ieri, il giornale della Gedi titolava: «La svolta di John - son. Terza dose a tutti dopo novanta giorni». Il booster verrà fatto dai 18 anni in su e non più dai 40. Ma nella pagina a fianco, altro giro, altra opinione. «Sei mesi è l’id ea l e. Ma a Londra non sbaglia (sic!). Lì c’è un’emergenza». A parlare è Guido Rasi, ovvero «l’immunologo consigliere di F ig l iuolo ». Gli fanno notare che solo sei mesi fa, qui da noi, ci dicevano che il richiamo serviva solo a ultraottantenni e «fragili» e lui se la cava così: «Una pandemia ci costringe a ragionare senza schemi». Buono a sapersi. Qui in Italia si era avuta l’impressione che la pandemia ci avesse costretto a giocare a Buoni e Cattivi. Ora che chi ci governa ha sbagliato previsioni e priorità, si scopre che dobbiamo «ragionare senza schemi», anziché sottolineare contraddizioni e incongruenze. Ne sa qualcosa Andrea Crisanti, il microbiologo che per aver espresso dei dubbi sulla vaccinazione dei bambini adesso viene improvvisamente trattato come un mezzo ciarlatano. L’altra sera, a Otto e mezzo, u n’ospite di Lilli Gruber, la virologa Antonella Viola, ha tentato di chiudergli la bocca accusandolo di «non essere competente». Da quando ha cambiato spartito, neppure Crisanti piace più.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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