NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
giovedì 2 dicembre 2021
Gli ultrà sanitari collezionano flop ma continuano a propinarci divieti
Chiunque si
applichi a esaminare lo stato presente dell’e me rgenza Covid, e lo
faccia - beninteso - con animo libero da pregiudizi, si troverà davanti a
u n’equazione con un numero
piuttosto elevato di incognite.
Per dirla ancora più chiaramente: sono tantissime le cose
che non sappiamo.
Non sappiamo esattamente
la forza e l’impatto della cosiddetta variante Omicron: o meglio, dopo alcuni giorni, crediamo di sapere che essa sia
molto meno pericolosa di come era stata descritta in prima
battuta dalle autorità politiche
e sanitarie. Tuttavia, non sappiamo se e cosa accadrà all’ap -
parire (probabilissimo) di altre varianti, che inevitabilmente si genereranno, e che
circoleranno a loro volta in
tempi rapidissimi, in un mondo sempre più collegato e interconnesso. Alcune (auspicabilmente) si riveleranno meno
insidiose, altre potrebbero invece (speriamo di no) rivelare
una maggiore dannosità o comunque una superiore e più
rapida facilità di contagio.
Ancora: non sappiamo (e
questo è un punto di debolezza
oggettivo) quanto sia davvero
temporalmente ampio l’o mbrello della protezione vaccinale offerto a chi abbia ricevuto mesi fa la seconda dose. Se
assumiamo come parametro
una protezione di sei mesi, e
quindi consideriamo in via di
scadenza la tutela offerta a chi
abbia avuto il secondo richiamo entro fine maggio, in questo momento ci sarebbero circa 5 milioni e mezzo di italiani -
di fatto - «scoperti», per quanto dotati dell’inutile pezzo di
carta chiamato green pass.
E se per caso accorciamo la
durata presuntiva della protezione a cinque mesi, e quindi
riteniamo «scoperto» chi abbia ricevuto il secondo richiamo entro fine giugno, il numero degli italiani «greenpassati»
ma ormai non più protetti si
avvicinerebbe a 12 milioni.
Il che, come questo giornale
scrive da mesi, rende ancora
più macroscopici gli errori del
governo: anziché scatenare
una crociata estiva e autunnale contro no vax e no green
pass, l’esecutivo si sarebbe dovuto affrettare con 2-3 mesi di
anticipo, seguendo gli esempi
israeliano e britannico, a offrire le terze dosi ai più anziani e
ai più fragili. Ancora: sappiamo che il livello di occupazione delle terapie intensive è
basso, il che dovrebbe confortarci e dissuadere dalle ondate
di panico. Al tempo stesso, non
possiamo sottovalutare il rischio futuro di malaugurate
accelerazioni della pressione
ospedaliera nell’una o nell’al -
tra Regione. Come si vede, le
incognite sono effettivamente
numerose e tutt’altro che trascurabili per importanza. Ecco, proprio questa fotografia
mossa, non chiara, non nitida,
non a fuoco, dovrebbe indurre
i decisori a un sovrappiù di
moderazione, a risposte miti e
pronte ad essere eventualmente modulate. È davvero il
caso di dirlo: servirebbe quello
che per antonomasia è il metodo scientifico, e cioè un procedere per approssimazioni successive, per aggiustamenti costanti, per verifiche, secondo
una logica induttiva, e cioè
quella per cui ogni passo ulteriore deriva dalla acquisizione
e dall’esame degli elementi di
conoscenza che via via sopragg i u n go n o.
E invece? E invece le nostre
autorità sembrano fare esattamente il contrario. Non metodo induttivo, ma deduttivo,
con verità precostituite, tesi
imposte dall’alto e programmaticamente non discutibili.
Non approcci empirici, improntati al dubbio, ma atteggiamenti dogmatici, quasi religiosi: con relativa messa al rogo degli eretici, e cioè di chiunque osi sollevare dubbi, incluse personalità scientifiche
(uno per tutti, il professor An -
drea C r i s a nti ) ascoltate con rispetto fino a qualche giorno
prima. Non risposte miti, ma
scelte politiche improntate a
una durezza esplicitamente
punitiva. Non ha funzionato il
green pass? E allora ecco il super green pass. Ed ecco l’impo -
sizione della mascherina all’aperto: scelta, questa, letteralmente surreale, chiaramente
priva di qualunque base scientifica. Ma tutto il ventaglio degli strumenti adottati ha questo sapore: punire i «cattivi»,
senza che peraltro scatti alcun
premio per i presunti «buoni»;
tenere tutti sulla corda, imponendo regole sempre più draconiane, pur in presenza del
fallimento delle regole precedenti. L’importante è imporre
l’obbedienza e affermare un
clima «esemplare» di repressione del dissenso. Per paradosso, non siamo a una nuova
versione degli «anni del consenso»: ciò che conta è la repressione - visibile a tutti, dunque educativa - di ogni eventuale dissenziente.
Così, il gioco è fatto, ottenendo un rovesciamento delle
parti vantaggiosissimo per chi
sta al potere, per almeno due
ragioni. Primo: se le cose andranno bene, sarà merito dei
governanti illuminati; se invece andranno male, sarà colpa
dei cittadini che non le hanno
rispettate abbastanza. Secondo: con una simile pressione
politica, anche il sistema mediatico (rare e meritorie eccezioni a parte) si presta a non
essere più strumento dei cittadini per realizzare uno scrutinio sull’azione di chi sta al potere, ma uno strumento di chi
sta al potere per realizzare uno
scrutinio sul grado di obbedienza dei sudditi.
La sensazione è che non sarà facile né indolore uscire da
questo circolo vizioso.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento