STUPIDA RAZZA

giovedì 2 dicembre 2021

Gli studenti saranno i nuovi forzati del tampone

 

n Non è una scuola per non abbienti. Per le famiglie che non possono accompagnare i figli non vaccinati a scuola arriva il salasso dei tamponi, indispensabili per salire sui bus se non si è vaccinati. Stiamo parlando di un alunno su tre (1,1 milioni), per una spesa di 24 euro a settimana. Tra pochi giorni solo i figli non vaccinati dei ricchi potranno viaggiare su bus, tram e metro. Dal 6 dicembre al 15 gennaio, per salire su tutti i mezzi di trasporto locali sarà necessario avere il green pass base, ottenibile se hai fatto la seconda dose, se sei guarito dal Covid o con il risultato di un tampone negativo. Perciò per andare a scuola serviranno altri 24 euro la settimana, prezzo calmierato di 8 euro per i minori dai 12 ai 18 anni, altrimenti si passa a 15 euro che diventano 45 ogni sette giorni, 180 euro al mese. Se in una famiglia ci sono due ragazzi che frequentano medie o liceo non proprio dietro casa, raggiungibili solo con bus o altro, le spese aumenteranno vertiginosamente e il vaccino diventa obbligatorio. Solo per i meno abbienti, che non possono permettersi il «lusso» di avere dubbi, perplessità e timori su un farmaco sperimentale dato in giovane età. Dovranno cedere, altrimenti le finanze domestiche non reggeranno al costo di bastoncini nasali a raffica e un altro pezzo di questa democrazia oltraggiata sarà frantumato. Stiamo parlando di ragazzi che verranno discriminati non solo nella possibilità di andare in pizzeria o allo stadio (lasciamo perdere feste e discoteche), perché non vaccinati e quindi senza super green pass, ma pure a scuola. Quando i genitori non possono permettersi di fare da autisti ai figli, l’unico mezzo su quale spostarsi rimane quello pubblico per il quale non basta pagare il biglietto o l’abbonamento, serve pure il green pass. Nessuno sembra indignarsi, i cittadini subiscono anche questo sopruso. Altro che diritto allo studio, con lo spettro della Dad che continua a tornare e bus solo per chi ha soldi per i tamponi. Altrimenti si attacca al tram, sentenziano i cervelloni del ministero della Salute. Ma sapete di quanti giovani stiamo parlando? Diamo un po’ i numeri, così capite bene che non saranno pochi a subire questa ennesima violenza. Nel 2019 gli studenti che utilizzarono i mezzi pubblici per spostarsi furono 3,5 milioni (il 32,4%). I mezzi più utilizzati sono stati pullman e corriere (15,4%), tram e bus (13,0%). Nel conteggio rientrano pure gli universitari, in ogni caso il dato è rappresentativo. E se a 20 anni puoi usare l’auto, a 15 non vai a scuola in inverno con il motorino. Il decreto ha introdotto l’obb l i - go della certificazione verde anche per salire a bordo dei treni del trasporto ferroviario regionale, ma consideriamo gli studenti dell’i s tr u z io - ne secondaria, quelli che nella stragrande maggioranza si muovono su mezzi pubblici in città per arrivare a scuola. In quella di primo grado (ex media inferiore), secondo i dati del ministero dell’Is tr u - zione nell’anno scolastico 2019/2020 gli alunni erano 1.612.116. In quella di secondo grado, 2.635.110 così suddivisi: 1.327.443 studenti frequentavano licei statali, 830.860 seguivano scuole tecniche, 476.807 erano alle professionali. Tra secondaria di primo e secondo grado si trattava di 4.247.226 stud e nt i . Oggi molti si sono vaccinati, nella fascia di età 12-19 anni hanno fatto la seconda dose 3.083.667 giovani, perciò se consideriamo gli oltre 4,2 milioni che frequentano medie e istituti superiori vuol dire che 1.163.559 di costoro non hanno completato il ciclo o non l’hanno mai iniziato. «Significa che un 27% di studenti sarà obbligato a muoversi con il green pass per salire su bus o metropolitane», commenta il matematico Susi Tondino, docente di statistica e analisi di mercato. «Soprattutto nelle piccole città è impossibile non utilizzare un mezzo pubblico per raggiungere il liceo o l’i s t i tu - to tecnico, più presenti e diffusi sul territorio metropolitano». A questi ragazzi e alle loro famiglie il governo chiede di pagare un’ulteriore penale per aver voluto vaccinarsi. «Purtroppo l’i nte r p retazione data alle disposizioni nazionali va in una direzione che non condividiamo», ha commentato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. «Questa condizione rischia di creare disagi e maggiori costi per le famiglie che risiedono nelle zone più distanti dagli istituti scolastici, con un’ev id e nte disparità rispetto ai coetanei, alla luce del fatto che per frequentare le lezioni in classe non è previsto alcun obbligo». Il controsenso è proprio questo, non imporre il vaccino per andare a scuola ma prevedere ostacoli lungo il percorso, così da renderlo inevitabile. Come fosse il male minore. Rete nazionale scuole in presenza, coordinamento nazionale di comitati, ha rivolto un appello al premier, Mario Draghi, perché gli studenti siano esonerati dalla certificazione che «discriminerebbe le famiglie numerose e quelle meno abbienti, che più frequentemente sono le stesse al cui interno si verificano casi di abbandono o di prolungate assenze». E a proposito di attenzione al green, ricordano che «il consistente ricorso al trasporto privato determinerà un congestionamento della viabilità, con effetti pesanti anche in termini di impatto ambie nta l e » .

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