STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 dicembre 2021

Nel 2020 -1,7 milioni di ricoveri, il rischio è che saltino ancora

 

E POI DICONO CHE I REPARTI SONO PIENI......?
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BISOGNA AUGURARSI DI NON FINIRE IN OSPEDALE DI QUESTI TEMPI....!
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S ono già pesantissimi gli effetti che la pandemia
ha causato in termini di ricadute sulla salute per milioni di malati affetti da altre patologie: (GRAZIE AL COCA COLA VIRUS.....!) nel 2020 si sono infatti registrati 1,7 milioni di ricoveri in meno, con migliaia di interventi chirurgici annullati anche per effetto dello stop agli screening di prevenzione. I numeri di questa “pandemia dentro la pandemia” sono contenuti nella fotografia appena scattata dal Programma nazionale esiti (Pne) 2021 dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità. Un incubo quello delle cure saltate con danni a medio-lungo termine che ora potrebbe ripresentarsi con la quarta ondata del Covid che anche a causa della variante Omicron potrebbe mettere sotto pressione di nuovo gli ospedali. Il ministero della Salute ha appena scritto una circolare alle Regioni per avvisarle: se sarà necessario dovranno essere bloccati i ricoveri non urgenti e quelli differibili per riservare i posti letto ai malati di Covid.(MA SI, LASCIAMOLI MORIRE I MALATI NON COVID,PERO' POI LI SEGNALIAMO COME MORTI PER COVID !)«Si ritiene importante raccomandare - si legge nella circolare firmata dalle due direzioni della programmazione e della prevenzione del ministero - la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all'infezione da SARS-CoV-2, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l'adeguata presa in carico dei pazienti affetti da Covid-19». Già da alcune settimane le Regioni stanno aumentando i posti per i malati Covid: solo la Lombardia domenica scorsa ha aggiunto 1.752 posti letto in più nei reparti ordinari, mentre altri 1.257 sono stati aggiunti il 6 dicembre, con il trend nazionale di aumento dei letti Covid che è dell’11% negli ultimi quattro mesi. Una trasmigrazione di posti dagli altri reparti ospedalieri che minaccia, in caso di esclation di ricoveri per Covid, di far ripetere almeno in parte il buco nero del 2020 quando ci fu una riduzione complessiva dell'ospedalizzazione pari a 1 milione e 700 mila ricoveri rispetto al 2019. Nella circolare della Salute si richiamano infatti le linee guida emanate durante le prime ondate del Covid e in particolare quelle «per la rimodulazione dell'attività programmata considerata differibile in corso di emergenza da COVID-19». Un documento varato il 16 marzo 2020 in piena prima ondata dove tra le altre cose si raccomandava se necessario di riprogrammare tutti i ricoveri con l’eccezione di quelli in regime di urgenza, quelli «elettivi oncologici» e quelli «elettivi non oncologici con classe di priorità A» (si tratta dei casi clinici più gravi che possono diventare emergenza o recare grave pregiudizio alla prognosi). Si vedrà ora nelle prossime settimane se le Regioni andranno verso un nuovo stop ai ricoveri non urgenti. Nel 2020 la riduzione ha riguardato in misura minore i ricoveri urgenti (-13%), mentre l’impatto è stato più marcato per i ricoveri ordinari programmati e per i day-hospital, con riduzione di almeno un quarto dei volumi. Una forte riduzione si è ad esempio registrata per i ricoveri per infarto (-12%, circa 15mila ricoveri in meno) e per gli interventi chirurgici per tumore al seno (-10%, circa 7mila ricoveri in meno). Tra le ipotesi in grado di spiegare la riduzione di ricoveri per infarto, chiarisce il rapporto, vi è una «possibile diminuzione dell'incidenza di eventi cardiovascolari, in conseguenza della diminuita esposizione durante il lockdown a fattori scatenanti quali l'inquinamento atmosferico e lo stress fisico. Analoga riduzione si è registrata a carico della frattura del collo del femore (-8%), pari a circa 7.200 ricoveri chirurgici in meno, da addebitare con ogni probabilità a una minore incidenza di traumatismi a seguito della bassa mobilità durante il lockdown. I risultati del Piano nazionale esiti, sottolinea il presidente Agenas Enrico Coscioni, «offrono un’analisi sulle dinamiche che il Covid-19 ha determinato rispetto alla organizzazione dei servizi» e «devono rappresentare la strada da battere per riprogrammare la sanità del futuro». 

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