STUPIDA RAZZA

lunedì 13 dicembre 2021

«Non prendiamoci in giro, è il 110% che traina il Pil Ora politiche industriali»

 



«È in corso un grosso lavoro con il governo per abolire il tetto Isee per le villette nel 2022, per estendere il Superbonus pieno a tutto il 2023 nei condomini anche agli interventi trainati, per rafforzare il Sismabonus». È moderatamente ottimista Riccardo Fraccaro, deputato M5s e “padre” del Superbonus ai tempi in cui era sottosegretario alla presidenza del consiglio, sulla durissima trattativa fra governo e maggioranza sui bonus edilizi. «La maggioranza - dice - è compatta sulla posizione che il Movimento Cinque stelle ha tenuto fin dal primo minuto. Dal governo e in particolare dal Mef vediamo una disponibilità che non si era manifestata in altre occasioni, per esempio nel Consiglio dei ministri che ha approvato il disegno di legge di bilancio. Questo fa ben sperare ma c’è ancora lavoro da fare». Onorevole Fraccaro, il Mef è preoccupato per gli effetti che il Superbonus produce sulla finanza pubblica. Per la prima volta dopo decenni, l’Italia cresce più dell’Europa, a un tasso superiore al 6%. Non ci prendiamo in giro: l’Italia cresce per il rimbalzo, certo, ma è il Superbonus il fattore trainante sotto l’aspetto economico, ambientale, sociale, lavorativo. Chi pensa di fermarlo non vuole bene ai cittadini italiani. Il nodo della finanza pubblica. La crescita del Pil fa crescere anche le entrate, c’è l’emersione dal nero, c’è l’effetto moltiplicatore dell’attività edilizia. Non si vuole ammettere che il Superbonus si ripaga, come dicono molte analisi indipendenti. Quale dovrebbe essere, secondo voi, oltre la trattativa attuale sulla legge di bilancio, il futuro del Superbonus? L’obiettivo vero sarebbe renderlo strutturale per cinque anni come elemento portante di una politica industriale e ambientale per l’edilizia. Ma, vista la situazione attuale, dico che bisognerebbe almeno prorogarlo per tutto il 2023 senza limitazioni. L’Europa si appresta a imporre vincoli, anche in termini di vendibilità, agli immobili non efficientati sul piano energetico. Si riferisce anche a questo quando dice che serve una politica industriale e ambientale per il settore dell’edilizia? Certamente. Succede raramente che l’Italia anticipi un andamento europeo. Sulla politica di efficientamento energetico degli immobili l’Europa ora ci sta venendo dietro e apprezza le cose che l’Italia ha fatto. All’inizio la misura è stata percepita come uno shock, ma ora è chiaro che invece può essere il perno di una politica duratura. Non facciamo gli italiani che innovano e poi non portano avanti le loro eccellenze. La vostra battaglia si estende anche agli altri bonus edilizi o a quelli siete meno interessati? Siamo assolutamente interessati, per esempio al bonus facciate, che non può di colpo passare dal 90 al 60%. Un altro tentativo di uccidere un incentivo che sta dando risultati importanti. Serve una proroga di almeno sei mesi.

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