«Non prendiamoci in giro, è il 110% che traina il Pil Ora politiche industriali»

«È in corso un grosso
lavoro con il governo
per abolire il tetto Isee
per le villette nel 2022, per
estendere il Superbonus pieno a
tutto il 2023 nei condomini anche
agli interventi trainati, per
rafforzare il Sismabonus». È
moderatamente ottimista
Riccardo Fraccaro, deputato M5s
e “padre” del Superbonus ai
tempi in cui era sottosegretario
alla presidenza del consiglio,
sulla durissima trattativa fra
governo e maggioranza sui
bonus edilizi. «La maggioranza -
dice - è compatta sulla posizione
che il Movimento Cinque stelle ha
tenuto fin dal primo minuto. Dal
governo e in particolare dal Mef
vediamo una disponibilità che
non si era manifestata in altre
occasioni, per esempio nel
Consiglio dei ministri che ha
approvato il disegno di legge di
bilancio. Questo fa ben sperare
ma c’è ancora lavoro da fare».
Onorevole Fraccaro, il Mef è
preoccupato per gli effetti che il
Superbonus produce sulla
finanza pubblica.
Per la prima volta dopo decenni,
l’Italia cresce più dell’Europa, a
un tasso superiore al 6%. Non ci
prendiamo in giro: l’Italia cresce
per il rimbalzo, certo, ma è il
Superbonus il fattore trainante
sotto l’aspetto economico, ambientale, sociale, lavorativo.
Chi pensa di fermarlo non vuole
bene ai cittadini italiani.
Il nodo della finanza pubblica.
La crescita del Pil fa crescere
anche le entrate, c’è l’emersione
dal nero, c’è l’effetto
moltiplicatore dell’attività
edilizia. Non si vuole ammettere
che il Superbonus si ripaga, come
dicono molte analisi
indipendenti.
Quale dovrebbe essere,
secondo voi, oltre la trattativa
attuale sulla legge di bilancio, il
futuro del Superbonus?
L’obiettivo vero sarebbe renderlo
strutturale per cinque anni come
elemento portante di una politica
industriale e ambientale per
l’edilizia. Ma, vista la situazione
attuale, dico che bisognerebbe
almeno prorogarlo per tutto il
2023 senza limitazioni.
L’Europa si appresta a
imporre vincoli, anche in termini
di vendibilità, agli immobili non
efficientati sul piano energetico.
Si riferisce anche a questo
quando dice che serve una
politica industriale e ambientale
per il settore dell’edilizia?
Certamente. Succede raramente
che l’Italia anticipi un andamento
europeo. Sulla politica di
efficientamento energetico degli
immobili l’Europa ora ci sta
venendo dietro e apprezza le cose
che l’Italia ha fatto. All’inizio la
misura è stata percepita come
uno shock, ma ora è chiaro che
invece può essere il perno di una
politica duratura. Non facciamo
gli italiani che innovano e poi non
portano avanti le loro eccellenze.
La vostra battaglia si estende
anche agli altri bonus edilizi o a
quelli siete meno interessati?
Siamo assolutamente interessati,
per esempio al bonus facciate,
che non può di colpo passare dal
90 al 60%. Un altro tentativo di
uccidere un incentivo che sta
dando risultati importanti. Serve
una proroga di almeno sei mesi.
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