STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 dicembre 2021

RATZINGER, il consumismo e la manipolazione

 

Produzione e consumo governa-
no la nostra vita. O, meglio, la
vita stessa è divenuta un “pro-
dotto”: il nascere e il morire, che un
tempo “capitavano”, cioè accadeva-
no nella naturalità degli eventi, sono
caduti sotto il domino della tecnica.
Già intorno al 1970, Joseph Ratzin-
ger, allora professore di teologia nel-
l’Università di Tubinga, avvertiva,
con modernissima e schietta sensi-
bilità, la radicale “manipolabilità
dell'uomo”. Il quale è producibile tra
gli altri innumeri producibili. Il na-
scere rientra nelle tecniche della pro-
duzione; il morire, anch’esso, si af-
faccia alla volontà dell'uomo e alle
sue decisioni. Il fare dell'uomo sta al
centro dell’universo: sciolto ormai
da ogni rapporto ultraterreno, tutto
dispiegato nella sua solitaria capaci-
tà produttiva.

La diagnosi di Ratzinger, che
aveva tono di dolorosa descrizione, e
LO SPETTATORE
innalzava di contro alla tecnica la
verità della fede e la certezza del
credere, giova a illuminare anche
altri àmbiti. Nel diritto, le norme
sono “prodotte”: le officine parla-
mentari non conoscono sosta; e ne
viene un fluire di leggi, destinate a
morire in breve arco di tempo. Na-
scono e muoiono; sorgono dal nulla
e ritornano nel nulla: così predicava
ai giuristi Emanuele Severino.
Quando si additano a pubblica
condanna i “nichilisti”, o tali vengo-
no sospettati taluni severi studiosi, si
dimentica che il nichilismo, questo
ignorare il “da dove” e il “verso
dove”, è tutt’uno con l’idea di “mani-
polabilità” delle cose e degli uomini.
Quotidiano e ossessivo è il consumo
di norme, che si spingono a regolare
salute dei singoli, rapporti di fami-
glia, esercizio di attività economiche.
Da per tutto si invocano “regole”, e
queste sono emanate consumate
sostituite.

Il ritmo del consumo è così inten-
so che i singoli atti si spengono
súbito nell'oblio.

La dimenticanza a afferrare avvolge
la catena dei consumi,sicché,già nel
primo mattino di ogni giorno,si
attendono altre notizie,altre imma-
gini,altre merci,altre norme ecc.La
dimenticanza,rubandoci o soffocan-
do il passato,ci stringe e ingabbia nel
presente,
ossia nell'oggi dei consumi
quotidiani.E per ciò l'individuo,
sempre insoddisfatto e avido,tra-
scorre di merce in merce,e tutto si
riduce a bene consumabile:
così si
stabilisce una immane correlazione
fra il produrre e consumare,
e l'uno
sospinge e stimola l'altro.

Che cosa può resistere al processo
di mercificazione, e quindi ripristi-
nare la stabilità della vita individuale,

e scoprire il significato del nostro
cammino? Intorno a questa doman-
da si affannano uomini di pensiero e
d'azione, giovani e vecchi; ma non
giunge, né può giungere, la risposta,
poiché tutti siamo immersi nel
nostro tempo, e nessuno è in grado
di trarsene fuori e di assumere la
distanza del giudizio. Nessuno è
propriamente “spettatore”, ed anche
chi prova ad esserlo, chi vi impegna
le energie più intime, appartiene
all'epoca e concorre nel costruirne la
fisionomia.

Slegarsi da questo presente è
come separarsi da se stessi. Che è
sogno e illusione.

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