Prepariamoci alla randellata
energetica. Senza conside-
rare gli effetti benefici che
verranno in futuro dagli in-
terventi salva bollette del
Governo, se si allineano tutte le cifre
dal 1° gennaio il gas potrebbe costare
1,55 euro al metro cubo,+61%.La luce
potrebbe costare 43,8 centesimi al
chilowattora, +48%. Le stime di No-
misma Energia come è naturale non
possono ancora considerare gli in-
terventi del Governo e sono per forza
di cose stime approssimative, poiché
la decisione sarà costruita sui dati dei
prossimi giorni. Però gli andamenti
dei mercati degli ultimi mesi lasciano
poche speranze ai consumatori.
Mercati orgogliosi
Prima della fine dell’anno l’autorità
dell’energia Arera dovrà aggiornare
ai costi le bollette di luce e gas per i
prossimi tre mesi, cioè dal 1° gennaio
al 31 marzo. Le quotazioni interna-
zionali sono orgogliose da settimane,
con i dispetti russi sul metano, i sin-
gulti delle centrali nucleari francesi,
il sonno eolico di gran parte delle eli-
che, il fotovoltaico reso torpido dal
solstizio d’inverno.
In questi giorni sul mercato euro-
peo Ttf il metano in partite spot si
colloca sui 135-140 euro per millechi-
lowattora e i contratti d’acquisto per
i primi tre mesi del 2022 in queste
settimane si piazzano sui 100-105
euro per mille chilowattora.
La corrente elettrica all’ingrosso
alla borsa elettrica italiana è da setti-
mane sopra i 300 euro per mille chi-
lowattora. I diritti di emissione della
CO2 alla borsa europea Ets oscillano
fra gli 80 e i 100 euro per tonnellata
emessa, che per le centrali elettriche
a metano significa un sovraccosto tra
i 20 e i 25 centesimi in più al chilowat-
tora. Non è un caso se vengono riac-
cese anche in Italia alcune centrali a
carbone già spente,( 🙏🙏🙏)come La Spezia
(Enel) e Monfalcone (A2A).
I consumatori e le imprese
sono in allarme. Se-
condo la ricerca Ipsos «Gli italiani e
la Povertà Energetica» realizzata per
il Banco dell’Energia, per il 19% delle
famiglie sarà un problema il paga-
mento delle bollette (il 31% tra coloro
con redditi più modesti). Il Banco
dell’Energia è un ente senza scopo di
lucro promosso da A2A per sostene-
re le famiglie con difficoltà ad acce-
dere ai servizi energetici essenziali
come riscaldamento, illuminazione,
gas per cucinare.
Nei giorni scorsi hanno lanciato
segnali di preoccupazione gli im-
prenditori della ceramica, esposti al
rincaro del metano, il combustibile
principe nei forni per la cottura dei
materiali ceramici.
Rincari del 231% nei costi del gas e
del 166% nell’energia elettrica sono
rilevati da uno studio del Centro Stu-
di di Confindustria Brescia su un
campione significativo di 113 aziende
associate con 10.500 addetti, e osser-
va il presidente Franco Gussalli Be-
retta che per le aziende c’è «il rischio
di dover sospendere l’attività per ec-
cesso di costi e la consistente ridu-
zione delle marginalità, nonostante
il rialzo dei fatturati».
Ecco le vetrerie. Per fondere il ve-
tro, l’industria italiana brucia in ge-
nere più di un miliardo di metri cubi
di metano l’anno (1,5% dei consumi
nazionali) ed esprime un fabbisogno
di energia elettrica di 3 miliardi di
chilowattora l’anno. Commenta il
presidente dell’Assovetro, Graziano
Marcovecchio, che «le alte tempera ure di fusione, 1.600 gradi, e l’im-possibilità di spegnere gli impianti,
pena danni irreversibili, ci rendono
particolarmente esposti a quanto sta
accadendo».
L’agroalimentare sente già gli ef-
fetti dei rialzi: «L’impennata del co-
sto del gas, utilizzato nel processo di
produzione dei fertilizzanti, ha fatto
schizzare verso l’alto i prezzi dei
concimi — spiega una nota della
Coldiretti diffusa ieri. — Non si sot-
traggono ai rincari anche i fertiliz-
zanti a base di azoto, fosforo e potas-
sio che subiscono anch’essi una forte
impennata. L’aumento dei costi ri-
guarda anche l’alimentazione del
bestiame, il riscaldamento delle ser-
re per fiori e ortaggi».
Le previsioni degli esperti
Marco Bernardi, presidente della
società elettrica Illumia, durante un
evento ha chiesto all’economista dell’energia Alberto Clô «come la si-
tuazione che stiamo vivendo impat-
ta la tanto auspicata liberalizzazio-
ne che attendiamo da tanto tempo».
La risposta di Clô è stata venata dal
pessimismo della ragione: la crisi
energetica era «tutt’altro che inatte-
sa», ha detto al meeting di Illumia,
e «ha fatto emergere una serie di
questioni che la retorica della tran-
sizione energetica ha cancellato dal
dibattito pubblico. Una crisi non
temporanea ma strutturale che ri-
chiede alle imprese e a tutti i sogget-
ti di adeguarsi: dovete riprendere a
guardare l’andamento dei mercati e
vi accorgerete della fragilità del si-
stema». «La retorica sulla transizio-
ne ecologica ha nascosto alcune verità:
il metano è essenziale ed è necessa-
rio che le imprese petrolifere ripren-
dano gli investimenti».
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