STUPIDA RAZZA

giovedì 2 dicembre 2021

Si sono scordati la pandemia di Aids

 

Da ormai quasi due anni, quando si parla di problemi sanitari ci si riferisce alla pandemia, ma il Coronavirus non è l’unico male da cui occorre proteggersi. Ci sono altre patologie, ugualmente pericolose, che di recente sono state quasi dimenticate. Ad esempio, l’Aids, che da quando è stata identificata per la prima volta nel 1984, ha causato più di 35 milioni di vittime. È stata una delle pandemie peggiori della storia recente, eppure negli ultimi anni nessuno ci ha più badato. Al punto che ieri Ecdc e Oms hanno lanciato l’allarme, segnalando che i casi non diagnosticati di individui positivi all’Hiv sono in aumento, per colpa del Coronavirus. «Con l’attenzione del mondo concentrata sul Covid19, non possiamo dimenticare un altro virus mortale che ha devastato vite e comunità per quasi 40 anni», ha dichiarato Hans Henri K luge, direttore regionale dell’Oms per l’Euro - pa, «Eppure tra il 2019 e il 2020 si è registrato un calo del 24 per cento nelle diagnosi di nuovi casi di Hiv, che non significa che la malattia si è affievolita, ma che sono diminuiti i test eseguiti per individuarla». Secondo un rapporto congiunto, pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’O rganizzazione mondiale della sanità, le stime dei casi si sono ridotte considerevolmente. Nonostante ciò, nel 2020 sono state diagnosticate 104.765 nuove infezioni da Hiv in 46 dei 53 Paesi della regione europea, di cui 14.971 provenienti da Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo. Significa 11,8 infezioni di nuova diagnosi ogni 100.000 abitanti nella regione europea. Un numero molto alto, che sarebbe anche peggiore considerata la riduzione nelle diagnosi, come a spiegare che la malattia esiste e colpisce, non meno del Covid. Solo uno degli effetti collaterali della pandemia da Coronavirus, che ha avuto ripercussioni sulla vita delle persone, ma anche sulle modalità con cui vengono assistite. Proprio nei giorni scorsi il Finan - cial Timesha segnalato come il numero dei morti in Gran Bretagna sia tornato ad essere superiore alla media, ma non per colpa del Covid. Secondo i dati diffusi dal quotidiano finanziario, adesso i decessi britannici non sono causati tanto dal Coronavirus e dalle sue varianti, ma dagli effetti che la pandemia ha avuto sull’assi - stenza sanitaria. Si parla di diagnosi non tempestive per via del Covid e di cure cominciate in ritardo perché gli ospedali non erano organizzati. Nella settimana fino al 12 novembre sono morte 2.047 persone in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e solo sul certificato di morte di 1.197 si parlava di Covid. Secondo gli esperti, dall’estate in poi le persone che hanno perso la vita per disservizi sanitari sarebbero dunque di più di quelle uccise dal Covid. In base alla stessa statistica, in questo momento il Regno Unito vive una terza fase dell’epoca Covid. Nella prima i morti erano causati dalla pandemia, anche perché la malattia era nuova. Poi, lo scorso inverno, è iniziata la fase due, con i test diagnostici più accurati si è capito che molte delle «vittime» del Covid, sarebbero in realtà morte comunque per via delle altre patologie che avevano. Adesso, invece, la gente muore perché non è stata presa in cura in tempo per colpa delle limitazioni imposte dal Covid. Tanto che dalla fine di luglio i decessi non legati al Covid sono stati superiori alla media degli ultimi cinque anni. Quali sono state le cause più frequenti di morte? Malattie respiratorie, problemi cardiaci e tumori, un po’ come accadeva prima del Covid. Con la sola differenza che i decessi spesso sono avvenuti a casa, perché in ospedale non c’erano letti o appuntamenti per le terapie. 

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