STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 dicembre 2021

Tra record e banche centrali in ritirata: ecco la mappa dei rischi sulle Borse

 

Per anni i banchieri centrali hanno
ripetuto che la politica monetaria era
entrata in un «terreno inesplorato».

E ora,dopo oltre un decennio d i poli-
tiche da parte d i Fed,Bce&C che con-
tinuiamo a chiamare «non conven-
zionali» sebbene siano diventate la
norma, sono i mercati finanziari ad
essere entrati in un terreno inesplo-
rato. A mostrare comportamenti e
valutazioni mai visti prima o da molti
decenni: i rendimenti reali dei titoli
di Stato sono ai minimi storici in
America ed Europa,gli earning yield
a Wall Street sono scesi ai minimi da
fine anni 40, i debiti per comprare
azioni sono sui massimi, le valuta-
zioni dei titoli tech sono elevate, le
famiglie americane non avevano mai
avuto un’esposizione così elevata sul
mercato azionario. Il tutto mentre
l’inflazione negli Usa è sui massimi
dal 1982. La novità del 2022 è che, in
questo contesto sui mercati finan-
ziari, le banche centrali si preparano
a ritirare le politiche ultra espansive
che tanto hanno sostenuto le Borse
fino ad ora:(NON CI SCOMMETEREI !) la Fed ha annunciato
mercoledì la chiusura a marzo del
quantitative easing,tre rialzi dei tassi
nel 2022 e altri tre nel 2023; la Bce ha
confermato la chiusura della politica
pandemica a marzo; la Bank of En-
gland e la norvegese Norges Bank
hanno già iniziato ad aumentare il
costo del denaro.

Basta mettere in fila un po’di gra-
fici, per capire quanto sia stretta la
strada che le banche centrali dovran-
no percorrere per ritirare gli stimoli
senza creare contraccolpi sui mercati
finanziari e senza minarne la stabili-
tà. Soprattutto negli Stati Uniti. Non
è un caso - come emerge da un son-
daggio di Bank of America - che se-
condo gli investitori il principale ri-
schio del 2022 sia proprio l’inversio-
ne di rotta delle banche centrali.

Questo non significa per forza che ci
sia una bolla pronta a scoppiare: se-
condo lo stesso sondaggio solo il 10%

degli investitori globali lo teme.Non
significa neppure che WallStreet e le
Borse non possano più salire nel
2022:tante banche d’affari (come ad esempio blackrock) vedono ancora
rialzi, sebbene più cauti rispetto al
2021.E la reazione positiva delle Bor-
se a caldo dopo le“strette”annuncia-
te da Fed,Bce e Bank of England(sfu-
mata però giovedì e venerdì con forti
cali) sembrerebbe dimostrarlo. Si-
gnifica però che i mercati si muovo-
no su un crinale inedito,e che il com-
pito delle banche centrali sarà delica-
to.(MOLTO DELICATO !) Questo sarà il tema del 2022.
La via stretta della Fed.
Se si guarda al passato, si nota che
tutte le volte che la Federal Reserve
ha alzato i tassi d’interesse Wall Stre-
et ha sempre reagito bene. Le politi-
che restrittive non sono dunque sto-
ricamente un problema per la Borsa.
Come nota Giuseppe Sersale di An-
thilia, nelle ultime 4 tornate di rialzi
dei tassi Fed (nel 1994, 1999, 2004 e
2015) l’andamento di Wall Street è
sempre stato positivo: «Nelle fasi in
cui la Fed rialza i tassi,normalmente
l’economia va bene e l’indice S&P
500 sale».(🤔🤔🤔) Ma questa volta la situa-
zione potrebbe essere diversa,per almeno due motivi. Da un lato, in un
mondo che ormai è pieno di debiti
pubblici e privati, la sensibilità al-
l’aumento dei tassi d’interesse ri-
schia di essere molto più alta rispetto
al passato.Dall’altro i mercati finan-
ziari sono molto esuberanti e “tirati”,
per cui i rischi che qualcosa vada
storto nonmancano.(👍👍👍) «Oggi la Fed ha
meno spazio di manovra sui tassi ri-
spetto al passato, perché la sua poli-
tica diventa subito restrittiva per
l’economia non appena alza i tassi
d’interesse (👍👍👍) - osserva Maurizio No-
velli, portfolio manager di Lemanik
-. Il rischio che la Fed commetta un
errore di politica è dunque più eleva-
to che in passato».(E DI SOLITO NON NE AZZECCA UNA !)
“Droga” monetaria a Wall Street.
Anche perché sono state proprio le
gigantesche iniezioni di liquidità,re-
alizzate dalle banche centrali, a so-
stenere i mercati
soprattutto in que-
sti due anni scarsi di pandemia.Basta
guardare il rapporto tra la quantità di
moneta M2 e la capitalizzazione di
Wall Street:negli anni di pandemia la
correlazione tra le due variabili è cre-
sciuta, fino ad arrivare sui massimi
da quando le banche centrali hanno
avviato le politiche di quantitative
easing.Per contro,durante la pande-
mia è calata in maniera netta
la cor-
relazione tra quantità di moneta M2
e Pil negli Stati Uniti. «Questo signi-
fica che la grande liquidità immessa
nel sistema dalla Fed non si è tradotta
più di tanto in crescita economica ma
ha inflazionato Wall Street»,(TRADOTTO : INFLAZIONE DELLE BORSE E DEFLAZIONE DA DEBITI NELL'ECONOMIA !) com-
menta Antonio Cesarano, chief glo-
bal strategist di Intermonte.Cesara-
no da questo dato trae una conclu-
sione ben precisa: «La benzina di
Wall Street è la liquidità: ora che le
iniezioni della Fed calano, la Borsa
Usa potrebbe trovarsi a corto di car-
burante».(ESATTO,MA NON CALANO !) Stessa analisi arriva dagli
analisti di Alpine Macro:«Il rapporto
tra moneta M2 e capitalizzazione di
Borsa conferma la crescente vulne-
rabilità del mercato azionario».

Un altro modo per vedere questo
fenomeno lo offre un altro record
quasi storico: l’earning yield a Wall
Street è sui minimi dai temi di Tru-
man Presidente,tra la fine degli anni
’40 e i primi anni ’50. L’earning yield
si ricava dividendo gli utili con il
prezzo delle azioni: di fatto questo
indicatore mostra la redditività delle
azioni stesse.Il fatto che sia sui mini-
mi dai tempi di Truman significa che
i prezzi sono saliti più degli utili delle
aziende. Bene inteso: i profitti sono
saliti,eccome.Ma i prezzi delle azio-
ni, sostenuti appunto dalla liquidità
delle banche centrali, sono cresciuti
più velocemente.(NON FA UNA PIEGA !)
Gli altri eccessi.
Quante anomalie abbia prodotto
l’abbondante liquidità e i tassi a zero
si vedono nei numerosi record
espressi dal mercato.(DI SICURO NON MOLLANO LA PRESA !) Il «margin
debt», per esempio, è sui massimi
storici.Questo termine indica il debi-
to che gli investitori fanno per com-
prare azioni o titoli sui mercati : i tassi
bassi e la liquidità hanno favorito il
loro indebitamento. È vero che ulti-
mamente sta calando in rapporto alla
capitalizzazione di Wall Street e se-
condo tanti in generale la leva sui
mercati non è eccessiva. Il problema
è che il «margin debt» è un moltipli-
catore dei rialzi quando sul mercato
c’è fiducia e dei ribassi quando la fi-
ducia svanisce.Dunque può diventa-
re un boomerang.

Stesso discorso se si guardano i
multipli di alcuni settori, in partico-
lar modo il tech. È Kasper Elmgreen,
Responsabile dell’azionario di
Amundi, a sottolinearlo: «Oggi il ri-
schio principale sulle Borse riguarda
le valutazioni. Ci sono intere porzio-
ni del mercato, come le società tech
oppure le aziende che non fanno
utili
ma crescono sui listini, che
hanno valutazioni troppo elevate.

Su questi settori siamo già oltre i livelli della bolla dot.com del 2000.
Servirebbero tassi bassi per sempre : (DEFLAZIONE DA DEBITI!)
e crescita economica forte : (IMPOSSIBILE !) per man-
tenere sostenibili questi prezzi. Ma
non accadrà».(GIUSTO !) Un altro record è in-
fatti quello delle aziende a Wall Stre-
et che salgono in Borsa ma non pro-
ducono utili: nell’indice Russell
3000 hanno superato anche i livelli
del 2000. Ma i record non finiscono
qui: è sui massimi storici (45,7% del
totale portafoglio) anche l’esposi-
zione sul mercato azionario delle fa-
miglie americane. E così via: la lista
dei primati potrebbe continuare.

Il nodo del 2022.
In questo contesto la domanda da
porsi è:come reagiranno Wall Street
e i mercati alla stretta monetaria an-
nunciata dalla Fed,al cambio di regi-
me della Bce (pur con flessibilità) e ai
rialzi dei tassi annunciati da altre banche centrali? In una situazione
così inedita, le risposte degli investi-
tori sono varie. Bruno Rovelli, Chief
Investment Strategist di BlackRock
Italia, pensa che l’economia e i mer-
cati siano più resistenti di quanto
non si tema:«Oggi l’economia è me-
no fragile rispetto agli anni post-
Lehman, perché non c’è più una
pressione sulle banche a ridurre il
credito
e perché i bilanci di famiglie
e imprese sono più solidi di allora -
osserva.(MI SGANASCIO DALLE RISATE !) Noi crediamo che la Fed al-
zerà i tassi con cautela,(MOLTA CAUTELA, SE GLIELO CHIEDE BLACKROCK....!) per cui non
pensiamo che possa mettere in crisi
l’economia».(LA HA GIA' MESSA E DA QUEL DI') Altri sono meno fidu-
ciosi, ma il dibattito è aperto. Sta di
fatto che - secondo il sondaggio di
Bank of America-quasi la metà degli
investitori ritiene che il rialzo dei tas-
si sia il principale rischio nel 2022.La
tensione, insomma, c’è.(E LO CREDO !)


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