Le future valute digitali delle banche centrali (CBDC) sostituiranno le stablecoin, che nella prima metà del 2021 hanno attratto scambi per oltre tre trilioni di dollari? «Molto probabilmente ci sarà una qualche forma di coesistenza, il destino delle CBDC e delle stablecoin dipenderà dall'evoluzione della regolamentazione e dall’adozione». È questa la conclusione a cui arriva il corposo rapporto che la società internazionale di consulenza McKinsey ha dedicato al mondo delle criptovalute, focalizzandosi in particolare sul confronto tra le stablecoin private e le potenzialità dei progetti di valute digitali “pubbliche”, come sarà l’euro digitale allo studio di Bce o il più imminente renmimbi digitale della Cina. Il rapporto di McKinsey punta a capire come e quanto il mondo delle valute digitali impatterà sul sistema dei pagamenti a livello globale. Un sistema da cui sono escluse le criptovalute come il bitcoin che, pur avendo raggiunto un valore di mercato aggregato di oltre 2 trilioni di dollari,resta confinato nell’ambito dell’investimento speculativo. «L’estrema volatilità dei prezzi e i tempi di conferma delle transazioni spesso lenti - si legge nel rapporto di McKinsey - hanno impedito la loro utilità come mezzo pratico di scambio di valore». Una prospettiva diversa hanno invece le stablecoin, tra cui le più note sono Tether e USDC, che «mirano ad affrontare queste carenze ancorando il loro valore ad un’unità di attività sottostante, spesso emessa su blockchain più veloci, e garantendo i “coins” interamente o parzialmente con valuta emessa dallo stato (come il dollaro, la sterlina o l’euro), riserve altamente liquide (come i titoli di Stato), o materie prime come i metalli preziosi». Pur se più stabili rispetto alle altre criptovalute, le stablecoin si sono diffuse al di fuori della regolamentazione delle Autorità monetarie. Non è detto che sarà così anche in futuro, ma intanto quasi tutte le banche centrali del mondo si stanno organizzando per organizzare la loro presenza nel nuovo mondo delle Central Bank Digital Currency (CBDC). In che modo funzioneranno dunque le valute digitali “ufficiali”? «Uno dei più importanti nodi da sciogliere riguarda l’architettura che le diverse banche centrali sceglieranno di adottare. L’emissione di moneta digitale potrà avvenire ad esempio direttamente dalle banche centrali tramite un conto che i cittadini apriranno presso queste ultime, o ancora essere intermediata dalle banche commerciali, come avviene in Cina. Questi sono solo alcuni dei modelli possibili - spiega al Sole24Ore Alessio Botta, senior partner di McKinsey responsabile della Practice Payments per l'EMEA - A incidere sul sistema dei pagamenti sarà anche la decisione di destinare le CBDC solo ai consumatori finali o anche al settore business, con conseguenti implicazioni sulle transazioni internazionali». Non è detto però che, almeno nei primi anni, tutte le CBDC avranno le stesse caratteristiche. «Lo stato attuale dell'infrastruttura finanziaria in un dato Paese giocherà un ruolo chiave nel determinare la velocità e l’estensione dell’adozione di CBDC, stablecoin o altre criptovalute. Quelli che attualmente presentano capacità inferiori saranno i primi candidati per un evento “leapfrog”, simile al rapido emergere di Alipay in Cina. I residenti di Paesi con valute sovrane prive di stabilità storica sono stati tra i più attivi nell'adottare le criptovalute come mezzo di scambio, specialmente quando queste ultime sono percepite come meno rischiose rispetto alle alternative disponibili», aggiunge Botta. Proprio a causa dei diversi punti di partenza e delle differenti finalità, in alcuni Paesi del mondo CBDC e stablecoin potranno dunque convivere. Molto dipenderà dalle scelte delle Autorità monetarie dei diversi Paesi («per esempio, banche centrali come quella cinese che esercitano una maggiore influenza attraverso il controllo diretto della politica monetaria»), dall'incumbency del mercato tra le istituzioni private («per esempio, i giganti dell'ecommerce o dei social media negli Stati Uniti, con il potenziale di migrare alcune transazioni degli utenti alle stablecoin») o dal settore di intervento («per esempio, le stablecoin basate sull’uso»).
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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