STUPIDA RAZZA

mercoledì 16 marzo 2022

Gabrielli ammette: diamo armi ai neonazisti

 

 La presenza di estremisti neonazisti nell’esercito ucraino a cui l’Unione europea, Italia inclusa, ha scelto di dare armamenti, non è più cosa su cui si possa discutere. È una certezza. Semplicemente, adesso si sta scegliendo di sorvolare. Lo ha detto chiaramente, nell’ultima puntata della trasmissione Quarta Repubblica, anche Franco Gabrielli, sottose - gretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale a cui il condutto re, Nicola Porro, ha chiesto se l’Italia fosse informata di tale questione. «Certo che lo sapevamo», ha risposto G a b r iel l i , «ma quello è un ragionamento che faremo dopo. Adesso urge portare Pu - tin al tavolo delle trattative». Trova così continuità un atteggiamento che, sul tema, il nostro Paese ha da tempo. Infatti già quando, nel novembre 2020, il Terzo comitato dell’as - semblea generale delle Nazioni Unite aveva adottato il progetto di risoluzione presentato dalla Russia sulla lotta contro esaltazione e propaganda del nazismo, davanti alla sola contrarietà di Stati Uniti e, guarda caso, Ucraina, l’Ital i a aveva curiosamente scelto una via mediana: l’a s te n s io n e. Non è da oggi, insomma, che il governo italiano, pur di non discostarsi da Kiev, pare considerare senza troppa preoccupazione il fatto che nelle milizie ucraine allignino simpatie neonaziste. Il che è singolare non solo perché, come noto, le nostre istituzioni sono sempre in prima linea, quando si tratta di condannare le ideologie di estrema destra, ma anche perché appoggiare o anche solo ospitare il battaglione Azov fino a poco tempo fa costava delle critiche pesanti. Prova ne sia, secondo quanto riferiva nel novembre 2020 sulle colonne del G ua rd ia n un articolo di Mark Townsend, che perfino Facebook era stata condannata dal Center for countering digital hate - no profit britannica che spinge affinché i giganti della Rete e dei social censurino chi promuove l’odio - proprio perché non aveva bloccato utenti e pagine riconducibili al battaglione Azov. Il social inventato da M a rk Zuckerberg era stato bacchettato anche alla luce della preoccupazione per il fatto che «un certo numero» di estremisti inglesi potesse essere stato «reclutato dal battaglione Azov». Per quanto insomma i nostri vertici governativi ora minimizzino, gli estremisti neonazisti, riconducibili ad Azov così come all’ordine di Centuria, di cui riferiva ieri La Verità, costituiscono un serio problema. Eppure nessuna, tra le potenze europee, pare chiedersi, una volta che il conflitto in corso cesserà - cosa che tutti si augurano accada al più presto -, che ne sarà delle armi consegnante alle milizie ucraine, al cui interno, come si è poc’anzi visto, gli estremisti pullulano. Il rischio è dunque che si ripeta un film già visto, e cioè quello, per esempio, dei «ribelli moderati» che, in Siria, qualche anno fa erano stati ampiamente sostenuti, dato che combattevano il presidente Bashar al Assad;peccato che si sia poi appurato che si trattava di tagliagole. Un grave errore che si rischia di ripetere.

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