STUPIDA RAZZA

mercoledì 16 marzo 2022

La Bellanova media con i camionisti

 

Ieri al tavolo sull’autotra - sporto il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova ha presentato la proposta di protocollo d’intesa tra governo e associazioni e, in attesa della sottoscrizione le associazioni, che hanno manifestato l’esigenza di discuterne al loro interno, «si sono impegnate a scongiurare contestualmente anche il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto a garanzia della prosecuzione senza soluzione d continuità delle attività». Il ministero ha aggiunto: «Siamo impegnati a dare risposte. Il lavoro prosegue. Nel protocollo d’intesa ci sono i punti qualificanti per dare nuovo slancio al settore». La B el l a n ova avrebbe assicurato che il taglio delle accise ci sarà, lo ha ribadito anche Ste fa - no Patua n el l i che da ministro dell’Agricoltura fa sponda alle preoccupazioni del settore agroalimentare per un possibile fermo dei Tir. Peraltro molte aziende stanno fermando la produzione alimentare schiacciate tra costo di materie prime e incertezze sulle consegne. Il decreto per il taglio delle accise però non arriverà prima di giovedì o venerdì. Peraltro le aziende di trasporto non chiedono solo lo sconto sui carburanti (l’Eni taglia del 5%, le quotazioni del petrolio sono in raffreddamento e così i prezzi alla pompa) ma la clausola contrattuale - la B el l a n ova condivide - per l’adeguamento automatico delle tariffe al costo del carburante e un sostegno finanziario per le perdite che si sono accumulate in questo periodo. Su questo il governo non pare avere disponibilità né politica né di cassa. Se non ci sarà un accordo solido con il governo la protesta - come già in Sardegna - diverrà spontanea (si rischia il fermo già da sabato) e si allargherà. Le conseguenze su l l ’economia sarebbero disastrose. La Coldiretti avverte: «Se si arrivasse al fermo del trasporto le conseguenze sarebbero drammatiche. Già oggi stimiamo aumenti tendenziali che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, al 6% per il pesce all’11% per il burro, dal 7% per la frutta al 17% per la verdura fino al 20% per gli oli di semi». L’i n f l a z io - ne in uno studio di Confesercenti è vista sopra l’8%: è il combinato disposto di caro energia e invasione dell’Ucraina. Potrebbe costarci 26,1 miliardi di euro in minori consumi e una riduzione di 41,3 miliardi dell’au me nto previsto del prodotto interno lordo. Sostiene Patrizia De Lui se, presidente di Confesercenti: «Bisogna fare di tutto per contenere l’i n f l a z io n e: serve un patto sociale tra governo, imprese, sindacati e banche per contenere la corsa dei prezzi a cominciare da tagli di Iva e accise sui carburanti e sul costo delle materie prime». Un deciso taglio dell’Iva lo chiede anche Fra n c e - sco Mut ti, presidente di Centromarca (200 tra le maggiori aziende italiane): «Le tensioni che hanno investito pesantemente la filiera del largo consumo in tutte le sue componenti ci spingono a formulare congiuntamente precise istanze d’intervento al governo; sono l’azzeramento degli oneri sull’energia per tutto il 2022, la riduzione dell’Iva sui beni di largo consumo che costituiscono il “carrello della s p e s a” delle famiglie e la stabilizzazione del costo dei carburanti per l’autotra s p o rto » . L’inflazione fa paura, il blocco dei Tir sarebbe la mazzata finale. L’Abi segnala che le sofferenze bancarie sono aumentate di 3 miliardi (son 18 miliardi ) rispetto a dicembre, Altroconsumo che le difficoltà delle famiglie sono gravissime, ma l’ultimo allarme arriva di nuovo dall’i n du - stria alimentare. Se Ste fa n o Patua n el l i , ministro agricolo, para di «speculazioni sul prezzo del grano» (sembra diventata una specialità del governo quella di cercare il complotto finanziario), ben diverso è l’allarme che viene da Mario P ic c i a luti , direttore di Unionfood: «La mancanza dell’olio di girasole dovuta all’invasione dell’Ucraina, l’au - mento fino al 90% dei prezzi di alcune materie prime in forza anche dell’ac c apa r ramento che hanno fatto alcuni Paesi (si legga Cina, ndr) costringe molte aziende alla chiusura temporanea degli stabilimenti, per l’i m p o s s i bi - lità di produrre alle attuali condizioni economiche».

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