STUPIDA RAZZA

martedì 1 marzo 2022

La Svizzera abbandona la neutralità

 

Si stima che nei conti correnti svizzeri ci siano circa 11 miliardi di dollari depositati da clienti russi. Ma Berna ha deciso di abbandonare la strada della neutralità per schierarsi, come annunciato ieri dal presidente della Confederazione Ig nazio Cassis, a favore delle sanzioni imposte dall’Ue e dagli Stati Uniti contro Mosca. Le banche svizzere hanno tenuto conto dei rischi reputazionali e giuridici che sarebbero potuti sorgere all’estero nel caso in cui Berna non avesse espresso la sua posizione verso la scelta del presidente Vladimir Putin di invadere l’Uc ra i n a . È una svolta storica dopo che per due secoli - dai tempi del Congresso di Vienna del 1815 - Berna aveva fatto della neutralità un tratto distintivo nel panorama politico europeo. Il Consiglio federale, cioè l’esecutivo svizzero - ha sottolineato Cassis in conferenza stampa - «sta facendo questo passo con convinzione, in modo ponderato e inequ ivo c abi l e » . In concreto, con la decisione presa ieri sono stati immediatamente bloccati i beni di 363 persone e quattro banche, decisione che avrebbe colpito anche Pu - ti n , il primo ministro Mikhail M i s hu s ti n e il ministro degli Esteri Sergey Lavrov. Inoltre, l’esecutivo ha anche deciso di sospendere parzialmente l’accordo del 2009 sulla facilitazione del rilascio del visto per i russi e ha scelto di vietare l’i n g re s - so a diverse persone che hanno un legame con la Svizzera e sono vicine al presidente russo. In più, ha ricordato il ministro delle finanze Ueli M au re r, la Svizzera sosterrà la decisione riguardo al sistema di pagamento Swift e farà in modo che non venga aggirata ricordando che la Confederazione intende essere una piazza finanziaria traspare nte.  ( https://irpimedia.irpi.eu/suissesecrets-polizze-mantello-italia/ ) (🤣🤣🤣) Insieme con i maggiori esponenti del governo di Mosca e altri facoltosi investitori filorussi, Berna ha scelto di mettere in difficoltà le maggiori banche russe che hanno controllate in Svizzera. Si tratta di Sberbank, Gazprombank, Vtb e un quarto istituto di cui non è stato fornito il nome, i cui beni sono stati congelati. Si tratta di gruppi che finanziano il commercio delle materie prime in dollari e il congelamento dei loro beni riguarderà in primis le sanzioni americane. Ci sono poi le grandi banche svizzere come Credit Suisse e Ubs. A questi e altri grandi gruppi, l’Autorità di vigilanza svizzera sui mercati finanziari, la Finma, ha chiesto espressamente di rispettare le sanzioni, memore di quando nel 2014 l’istituzione elvetica intervenne nei confronti della filiale svizzera della francese Bnp Paribas, accusata di aver aggirato le sanzioni americane contro il Sudan. Ora che la Svizzera ha preso la sua storica decisione, però, sono in molti a chiedersi come intenda muoversi l’altro paradiso fiscale europeo per eccellenza, il principato di Monaco. Pure a Montecarlo, infatti, non mancano i miliardari russi che possiedono aziende a sei o anche a nove cifre, la cui sede è nella piccola città Stato per motivi fiscali. Il principe Alber to, insomma, rischia di dover fare in fretta a mostrare una posizione netta verso il conflitto russoucraino. Come per la Svizzera, anche in questo caso è tutta una questione di facciata. La finanza monegasca non può permettersi problemi reputazionali che danneggerebbero la prima industria del Principato, la finanza .

Nessun commento:

Posta un commento