STUPIDA RAZZA

martedì 15 marzo 2022

Mosca, blocco parziale delle esportazioni di cereali


Mosca verso il blocco parziale delle esportazioni. Il governo russo avrebbe deciso di limitare le vendite all’estero di alcuni cereali per contrastare l’aumento dei prezzi e garantire gli approvvigionamenti. La vice primo ministro del governo russo Viktoria Abramchenko, avrebbe annunciato su Telegram - secondo la Tass - le nuove misure che dovrebbero restare in vigore da oggi fino al 30 giugno. Non è chiaro se riguarderanno tutte le esportazioni o, come sarebbe stato specificato da Interfax a tarda serata, solo i paesi dell’Unione economica eurasiatica, gli alleati stretti di Mosca. Una misura analoga, su zucchero grezzo e raffinato, avrebbe invece durata sino alla fine di agosto e potrebbe invece avere un ambito di applicazione solo di fatto limitato). «Ho approvato gli atti presentati dal ministro dell’Industria che vietano l’export di zucchero bianco e grezzo al di fuori della Federazione Russa fino al 31 agosto e di grano, meslin, segale, orzo e mais fino al 30 giugno di quest’anno - avrebbe scritto Abramchenko -. L’export di grano sarà consentita entro i limiti delle quote in base a licenze individuali. È una misura temporanea. Renderà possibile contenere i prezzi e coprire le esigenze dei consumatori domestici e delle aziende in trasformazione». Dal blocco sono escluse le aree di Donetsk e Luhansk, delle quali Mosca ha riconosciuto l’indipendenza. Le misure e la loro motivazione rendono chiaro il fatto che si tratta in ogni caso di provvedimenti a uso interno, non sanzioni verso Ue e paesi Nato. A dimostrare che la strada del blocco dell’export, anche se fosse ampia, non darebbe vita a controsanzioni, alcuni dati. La Russia è un grande esportatore di mais verso Iran e Turchia, e tra i grandi clienti ci sono Georgia, Azerbaijan, Armenia, Cina, Bielorussia e i Paesi Baltici. Il grano è diretto soprattutto in Africa e Asia: Egitto, Turchia, Bangladesh, Nigeria, Yemen, Azerbaijan. L’orzo russo va soprattutto in Asia: Arabia Saudita, Iran, Giordania, Turchia, ma anche Bielorussia e Libia. Il peso di Mosca nel mercato dello zucchero è limitato e gli sbocchi sono tutti nell’area ex sovietica. Un’ulteriore indiretta conferma viene dal fatto che anche l’Argentina ha bloccato alcune esportazioni: farine e olio di soia, per tutelare il mercato interno. È possibile che queste misure colpiscano attraverso l’aumento dei prezzi i compratori. Avvantaggiano però gli esportatori: Stati Uniti, Francia e Canada per il grano, Usa, Brasile e Argentina per il mais, Francia, Cina, Iran e Arabia Saudita (che sono anche grandi importatori) per l’orzo. Per ovviare al blocco delle riserve aurifere e valutarie della banca centrale, Mosca punterebbe invece a convertire una parte delle sue riserve - quelle evidentemente lasciate “libere” dalle sanzioni occidentali - in yuan, considerata una moneta «affidabile».


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