La guerra in Ucraina e il sistema
delle sanzioni poste a carico della
Russia avranno presto un impatto
sull’economia europea e sul tessuto imprenditoriale. Un sistema di
imprese che stava uscendo a macchia di leopardo dalla pandemia e
che già stava accusando il colpo
della crisi energetica. Quanto sta
accadendo in questo ore causerà
una tempesta perfetta che non potrà essere affrontata senza nuove
misure straordinarie. È per questo
motivo che a Bruxelles si sta cominciando a ragionare sulla strategia da adottare: la proroga del
Temporary Framework da fine
giugno a fine dicembre è una delle
soluzioni più a portata di mano. Ma
potrebbe non bastare. Nella risoluzione sull’Ucraina approvata martedì, il Parlamento Ue invita Commissione e Bce a monitorare l’impatto dell’attacco russo sulla stabilità finanziaria e dei prezzi e «a
prendere in considerazione misure adeguate per attenuare qualsiasi
impatto economico e sociale negativo». Nella situazione di emergenza prolungata verso la quale si
sta andando, anche per effetto dei
flussi migratori che interesseranno
i paesi del centro europa, il meccanismo principe per dare ossigeno
alle imprese resta il credito bancario
e dunque le garanzie pubbliche sulle quali fa perno il Temporary Framework. Ora, però, proprio perchè
le imprese si sono già indebitate
servono strumenti per consentire
operazioni di ristrutturazione per le
attività imprenditoriali che non riescono a sostenere i pagamenti o che
comunque hanno bisogno di nuova
finanza. Da questo punto di vista
l’attenzione torna sulla regolazione
europea che fissa rigidi limiti e impone la riclassificazione dei prestiti
che siano soggetti a operazione di
rinegoziazione. Un’ipotesi al vaglio
è la possibilità di valutare, in base
all’evoluzione della guerra in Ucraina, la possibilità di sospendere
temporaneamente alcune regole
Eba. In prospettiva l’attenzione è
puntata anche sulla proposta di direttiva presentata nei mesi scorsi
dalla Commissione europea per il
recepimento delle regole di Basilea
3+ sui requisiti prudenziali delle
banche. Come si ricorderà anche
l’attuazione di queste regole era
stata rinviata di un anno dallo stesso Comitato di Basilea al momento
dello scoppio della pandemia. Il documento varato dalla Commissione
ne fissa l’entrata in vigore a partire
dal 2025, ma tutto può essere rimesso in discussione nel lungo iter
che porterà all’approvazione della
legge europea. Il dibattito era partito nei primi mesi dell’anno, ma è
evidente che l’emergenza in Ucraina rischia di rimettere in discussione la tempistica per l’adozione delle
nuove regole. Considerato, poi, lo
stravolgimento al quale andrà incontro l’equilibrio mondiale con il
conflitto in corso potrebbero emergere riflessioni volte a un ripensamento complessivo di quella regolazione. Anche perchè il sistema
delle banche europee non uscirà del
tutto indenne. Basti pensare alle
esposizioni verso la Russia o al fallimento della branch europea della
banca russa Sberbank le cui sorti
saranno decide nelle prossime ore.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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