Su l l ’economia italiana comincia a soffiare il vento gelido della steppa russa sotto forma di sanzioni. In Costa Smeralda arrivano i primi licenziamenti da parte dei russi, nel comparto della ricettività si rischiano 50.000 chiusure secondo la stima del Mio. Esportiamo in Russia per 9,8 miliardi. Il blocco significa la morte del made in Italy. La stima fatta da Confartigianato è che ci rimetteremo subito 3,5 miliardi con alcuni settori come la moda che colpita per 1,3 miliardi, l’arredamento per 500 milioni, l’a g roa l i m e nta re per quasi un miliardo, il vino per 350 milioni essendo noi i primi fornitori di Mosca. Ci sono pesanti conseguenze per le regioni che ospitano i distretti del made in Italy: Marche, Lombardia, Veneto, Piemonte Friuli. È una botta pesantissima per le piccole imprese che in Russia spediscono 2,2 miliardi di merci. Inoltre, il dato dell’inflazio - ne comunicato due giorni fa dall’Istat che esplode al 5,7% ha trovato ieri conferma in Europa dove i prezzi sono saliti del 5,8 e anche la Germania ha portato la previsione dal 4,5 al 5%. Questo livello di prezzi rischia di far saltare il banco della Bce. A muovere la prima pedina è stato ieri il presidente della Bundesbank Joachim Na gel . I tedeschi si aspettano un deciso rallentamento dell’economia in conseguenza della guerra (anche Paolo G enti l on i ha detto di aspettarsi un appassimento della ripresa) ma temono ancora di più l’inflazione. Ha scandito Na gel : «Se la stabilità dei prezzi lo richiede il Consiglio direttivo della Bce deve adeguare il suo corso di politica monetaria». Tradotto: bisognerà agire sia sull’ac qu i s to titoli sia sui tassi. Na gel ha spiazzato i mercati che avevano scommesso - lo prova il fatto che lo spread si era molto ridimensionato anche se dopo la riunione della Buba ieri è tornato a 150 - sull’i n a z io n e della Bce causa guerra. Se si toccano i tassi, per l’Italia potrebbe saltare lo schema scelto da Mario Draghi di puntare tutto sulla ripresa per rendere sostenibile il debito, ivi compreso quello fatto con il Pnrr. La Nadef stima la ripresa del Pil quest’anno al 4,7%, ma ormai tutti gli studi dicono che non arriveremo al 3,8%. Il dato dell’inflazione denuncia che l’Italia è in pesantissimo affanno. I costi del greggio (ieri sopra i 110 dollari al barile), del gas e delle materie prime stanno strozzando le nostre imprese. C’è un dato che forse non è notissimo: il 14% dei marinai imbarcati sui mercantili è fatto da ucraini e russi, Msc e Maesk hanno cancellato le rotte del Mar Nero, i noli sono arrivati a prezzi record. Questi effetti delle sanzioni si stanno scaricando sui consumatori. I beni energetici già aumentati di quasi il 46% sono destinati a salire a breve ancora di un ulteriore 10%, per pasta, pane e tutti i derivati da grano o cereali gli aumenti medi attesi sono del 30%. Questo, avverte Confesercenti, si tradurrà in un crollo dei consumi stimato in oltre 6 miliardi. La Coldiretti ieri a Verona ha portato in piazza i giovani agricoltori per dire basta alla guerra, ma anche per denunciare che u n’azienda agricola su tre ha ridotto la produzione a causa dei costi insostenibili di energia e materie prime. Confcommercio è preoccupata perché è «evidente che la ripresa dell’inflazione non può essere considerata né transitoria né caratterizzata da tempi di rientro rapidi. Di qui il timore che l’aumento dei prezzi possa mettere a repentaglio la domanda delle famiglie con una revisione del Pil attorno al 4% o ancora meno se la crisi ucraina continua». Per Federdistribuzione, «sul - la spesa cominciano a gravare parte degli aumenti dei costi delle materie prime». C’è poi l’impatto sulla ricettività. Paolo Bianchinidel Mio ha stimato che sono a rischio fallimento entro il prossimo mese di 50.000 tra alberghi, ristoranti, bar. Uno tsunami che si sta abbattendo anche sulla Costa Smeralda. La Cisl Gallura segnala i primi licenziamenti dalle società immobiliari russe che detengono parte del patrimonio ricettivo.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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