EVVIVA LA DEMOCRAZIA.....!
La parola passa al ministro russo
Anton Siluanov, in collegamento
video da Mosca, e la segretaria al
Tesoro Usa, Janet Yellen, lascia il
vertice del G20, assieme alla delegazione ucraina e seguita dai rappresentanti di Unione Europea, Regno Unito e Canada.
Non è un vertice normale, quello
dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali dei
Venti grandi in corso a Washington.
Non può esserlo. L’esercito di Mosca martella senza tregua l’Ucraina
e Vladimir Putin sfida le sanzioni
dell’ampio fronte che sostiene Kiev
con aiuti economici, militari e di intelligence. I missili russi piovono a
poche decine di chilometri dal confine della Polonia e dell’Unione Europea. Nelle città martoriate si raccolgono prove di crimini di guerra
e lo spettro delle armi nucleari è
stato più volte agitato dal Cremlino.
L’economia mondiale paga il
prezzo del conflitto. Il Fondo monetario internazionale ha appena
tagliato le stime sul Pil globale di
quasi un punto nel 2022: non solo
Russia e Ucraina, ma ben 143 Paesi
cresceranno meno del previsto,
meno di quanto avrebbero potuto
se Mosca non avesse aggredito
Kiev. L’inflazione, che aveva già
rialzato la testa prima del conflitto,
corre ormai ai massimi da decenni.
Ecco allora, che quando al G20 la
parola passa al russo Siluanov, Janet Yellen lascia la riunione assieme alla delegazione di Kiev, imitata
dal commissario Ue, Paolo Gentiloni, che prima dell’inizio del vertice
aveva dichiarato: «Le conseguenze
economiche dell’invasione dell’Ucraina saranno al centro del G20
che sta per cominciare qui a
Washington. Le responsabilità della Russia sono enormi». Via anche
il presidente della Fed, Jerome
Powell, e il governatore della Bank
of England, Andrew Bailey.
La delegazione italiana è rimasta, come quella tedesca, spagnola
e giapponese. Roma, sottolineano
fonti del Mef, è vincolata da responsabilità istituzionali, come membro
della trojka del G20 (è stata presidente di turno fino allo scorso anno). L’Italia, ricorda ancora il Mef, è
stato uno dei Paesi a chiedere la
presenza del ministro ucraino delle
Finanze, Serhiy Marchenko. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha invece spiegato di
essere rimasto per non lasciare alla
Russia un palco per «diffondere le
sue menzogne».
La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde,
che ha lasciato a sua volta la sala,
ha esortato il viceministro delle finanze Timur Maksimov, presente
di persona a Washington, a trasmettere a Mosca un messaggio
chiaro, quello di porre fine alla
guerra in Ucraina. Lo stesso appello che arriva dalla direttrice dell’Fmi, Kristalina Georgieva, che invita a «continuare la cooperazione
all’interno del G20».
Difficile però che questo G20 “di
guerra” possa chiudersi con un comunicato congiunto. Il ministro
delle Finanze e vice-premier canadese, Chrystia Freeland, ha spiegato di aver abbandonato la plenaria,
perché «gli incontri di questa settimana a Washington riguardano il
sostegno alla crescita mondiale, e
l’invasione dell’Ucraina da parte
della Russia è una grave minaccia
per l’economia globale».
Il ministro russo ha invitato a
non politicizzare il dialogo tra gli
Stati membri del G20 e ha sottolineato il rischio di minare la fiducia
nel sistema monetario e finanziario globale.
Alla vigilia del vertice, la statunitense Yellen era stata chiara sul l’intenzione di boicottare la Russia,
già isolata da gran parte della comunità internazionale: sospesa dal
Consiglio Onu per i diritti umani,
se ne chiede l’espulsione anche
dalla Wto, oltre che dal G20. Gli Usa
si sono però scontrati con l’opposizione dell’Indonesia, presidente di
turno, e della Cina, che non ha condannato l’invasione dell’Ucraina,
come l’India.
Anche il ministro francese Bruno le Maire, ieri, ha esortato Mosca a
lasciare il G20: «La guerra non è
compatibile con la cooperazione internazionale», ha affermato in video-collegamento. Le Maire, che è
rimasto a Parigi per il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, ha chiuso la connessione prima che la controparte russa prendesse la parola. In plenaria è però
rimasto il rappresentante di Parigi.
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