STUPIDA RAZZA

venerdì 22 aprile 2022

Al G20 lo schiaffo degli alleati, via quando parla la Russia

EVVIVA LA DEMOCRAZIA.....!

La parola passa al ministro russo Anton Siluanov, in collegamento video da Mosca, e la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, lascia il vertice del G20, assieme alla delegazione ucraina e seguita dai rappresentanti di Unione Europea, Regno Unito e Canada. Non è un vertice normale, quello dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali dei Venti grandi in corso a Washington. Non può esserlo. L’esercito di Mosca martella senza tregua l’Ucraina e Vladimir Putin sfida le sanzioni dell’ampio fronte che sostiene Kiev con aiuti economici, militari e di intelligence. I missili russi piovono a poche decine di chilometri dal confine della Polonia e dell’Unione Europea. Nelle città martoriate si raccolgono prove di crimini di guerra e lo spettro delle armi nucleari è stato più volte agitato dal Cremlino. L’economia mondiale paga il prezzo del conflitto. Il Fondo monetario internazionale ha appena tagliato le stime sul Pil globale di quasi un punto nel 2022: non solo Russia e Ucraina, ma ben 143 Paesi cresceranno meno del previsto, meno di quanto avrebbero potuto se Mosca non avesse aggredito Kiev. L’inflazione, che aveva già rialzato la testa prima del conflitto, corre ormai ai massimi da decenni. Ecco allora, che quando al G20 la parola passa al russo Siluanov, Janet Yellen lascia la riunione assieme alla delegazione di Kiev, imitata dal commissario Ue, Paolo Gentiloni, che prima dell’inizio del vertice aveva dichiarato: «Le conseguenze economiche dell’invasione dell’Ucraina saranno al centro del G20 che sta per cominciare qui a Washington. Le responsabilità della Russia sono enormi». Via anche il presidente della Fed, Jerome Powell, e il governatore della Bank of England, Andrew Bailey. La delegazione italiana è rimasta, come quella tedesca, spagnola e giapponese. Roma, sottolineano fonti del Mef, è vincolata da responsabilità istituzionali, come membro della trojka del G20 (è stata presidente di turno fino allo scorso anno). L’Italia, ricorda ancora il Mef, è stato uno dei Paesi a chiedere la presenza del ministro ucraino delle Finanze, Serhiy Marchenko. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha invece spiegato di essere rimasto per non lasciare alla Russia un palco per «diffondere le sue menzogne». La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che ha lasciato a sua volta la sala, ha esortato il viceministro delle finanze Timur Maksimov, presente di persona a Washington, a trasmettere a Mosca un messaggio chiaro, quello di porre fine alla guerra in Ucraina. Lo stesso appello che arriva dalla direttrice dell’Fmi, Kristalina Georgieva, che invita a «continuare la cooperazione all’interno del G20». Difficile però che questo G20 “di guerra” possa chiudersi con un comunicato congiunto. Il ministro delle Finanze e vice-premier canadese, Chrystia Freeland, ha spiegato di aver abbandonato la plenaria, perché «gli incontri di questa settimana a Washington riguardano il sostegno alla crescita mondiale, e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è una grave minaccia per l’economia globale». Il ministro russo ha invitato a non politicizzare il dialogo tra gli Stati membri del G20 e ha sottolineato il rischio di minare la fiducia nel sistema monetario e finanziario globale. Alla vigilia del vertice, la statunitense Yellen era stata chiara sul l’intenzione di boicottare la Russia, già isolata da gran parte della comunità internazionale: sospesa dal Consiglio Onu per i diritti umani, se ne chiede l’espulsione anche dalla Wto, oltre che dal G20. Gli Usa si sono però scontrati con l’opposizione dell’Indonesia, presidente di turno, e della Cina, che non ha condannato l’invasione dell’Ucraina, come l’India. Anche il ministro francese Bruno le Maire, ieri, ha esortato Mosca a lasciare il G20: «La guerra non è compatibile con la cooperazione internazionale», ha affermato in video-collegamento. Le Maire, che è rimasto a Parigi per il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, ha chiuso la connessione prima che la controparte russa prendesse la parola. In plenaria è però rimasto il rappresentante di Parigi.



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