Si è conclusa la missione in Africa dei ministri Luigi Di M a io e Roberto Cingolani. La due giorni nell’emisfero meridionale a caccia di gas ha portato il responsabile degli Esteri e quello della Transizione ecologica, accompagnati dall’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, in Angola e in Congo. A Luanda i ministri hanno siglato con gli omologhi angolani una dichiarazione di intenti che prevede collaborazione in campo energetico e che (il condizionale è d’obbli - go) dovrebbe fornire all’Ita l i a circa 1,5 miliardi di metri cubi all’anno di gas Gnl, con tempi ancora incerti. Nella Capitale del Congo, Brazzaville, il cui nome si deve all’e sploratore italiano Pietro Savorgnan di Bra z zà , alla lettera di intenti siglata dalle autorità pubbliche è seguita la firma di un accordo tra Eni e il ministero congolese per gli idrocarburi. Il patto prevede un aumento della produzione di gas naturale liquefatto (Gnl) con avvio nel 2023 e capacità a regime di oltre 4,5 miliardi di metri cubi /a n n o. Dopo gli accordi conclusi in Algeria, termina il tour africano del nostro governo, teso a trovare alternative ai 29 miliardi di metri cubi di gas forniti dalla Russia. Sulla carta, ammettendo che si tratti di quantitativi reali, «a regime» (cioè dal 2024, se tutto va bene) gli accordi dovrebbero portare circa 15 miliardi di metri cubi all’anno in Italia: 9 dall’Alge - ria, 4,5 dal Congo, 1,5 dall’An - gola. A cui si aggiungerebbero i 3 dall’Egitto, secondo l’accor - do siglato da Eni giorni fa e stigmatizzato da una parte del mondo politico. Nonostante il grande impegno di Eni, di cui va dato atto, restano i problemi. Intanto, poiché si tratta di forniture a partire dal 2023, nell’im mediato non cambierà nulla, per cui l’impatto di un taglio all’import dalla Russia rimarrebbe drammatico. Poi, si tratta in gran parte (12 su 18 miliardi di metri cubi) di Gnl, e sappiamo che all’Italia mancano i rigassificatori. Perché questa sostituzione progressiva e parziale possa avere luogo, serve che già nei primi mesi del 2023 ci siano i rigassificatori aggiuntivi necessari. Il ministro Cingolani ha parlato di navi rigassificatrici da piazzare, forse, a Piombino e nel Nord Adriatico, ma per il momento siamo ancora ai preliminari. Proprio Ci ngol ani , in una intervista alla Sta mpa l’a l tro ieri, dopo aver affermato che l’Italia dovrebbe interrompere l’acquisto di gas dalla Russia «per una questione anche etica», ha poi cercato di minimizzare le dimensioni del problema. Prima dicendo che si tratta «solo» del 14% dell’e n e rg i a primaria consumata in Italia, poi declassando la gravità dell’impatto economico: «Su questo c’è ancora un po’di dibattito», ha affermato (per la verità, lo stesso governo nel def ha fornito numeri che disegnano uno scenario drammatico). Al complesso di incertezze, rischi e sottovalutazioni che le manovre del governo italiano sul gas stanno generando, va aggiunta l’instabilità politica che sta per ritornare in molti Paesi. Dopo il default dello Sri Lanka, stretto nella morsa dei prezzi, la Tunisia è il prossimo Paese a rischio. Lo Stato nordafricano, da cui passa il gasdotto proveniente dall’Al geria, produce circa metà del proprio fabbisogno di cereali, ma l’altra metà proviene dall’Ucraina, che ha cessato le esportazioni. Con le scorte quasi esaurite, il rischio di carenza alimentare e di movimenti di piazza violenti è grave. I prezzi sono già altissimi, insostenibili per un Paese in crisi economica e che da mesi si trova in uno stallo politico e istituzionale dagli esiti assai incerti. Tutto il Nord Africa e il Medio Oriente sono a rischio di rivolte popolari e di instabilità politica a seguito della possibile carenza di cereali. Un riflesso pernicioso della guerra in Ucraina, che con il passare del tempo si fa sempre più concreto e che riguarda più o meno direttamente anche i Paesi con cui l’Italia sta stringendo accordi per il gas. Un supplemento di attenzione sarà d’ob - bligo da qui ai prossimi mesi.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
sabato 23 aprile 2022
Al poker del gas l’Italia tenta il bluff
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