NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
venerdì 22 aprile 2022
Credit Suisse avverte: sui conti il peso di accantonamenti e crisi ucraina
Credit Suisse ha lanciato un avvertimento sui conti del primo trimestre di
quest’anno, che saranno resi noti il 27
aprile. La banca elvetica ha preannunciato in sostanza una perdita per
i primi tre mesi del 2022. L’istituto ha
affermato di aver costituito accantonamenti per rischi giuridici legati a
contenziosi già noti, le cui origini risalgono a più di dieci anni fa, senza
indicare di quali contenziosi si tratta.
La somma destinata a questi accantonamenti, ha però precisato Credit
Suisse, è di circa 700 milioni di franchi
e l'impatto sul primo di trimestre
dell'anno in corso dovrebbe essere di
circa 600 milioni di franchi (583 milioni di euro al cambio attuale).
A ciò si aggiungono peraltro altri
due capitoli negativi, quello della
guerra in Ucraina provocata dall'invasione russa e quello della rettifica di
valore per la quota in Allfunds Group.
Il peso della riduzione dei proventi e
delle perdite sui crediti legato alla
guerra in Ucraina dovrebbe essere di
circa 200 milioni di franchi. L'onere
dovuto alla svalutazione dell'8,6% detenuto in Allfunds, rete di distribuzione
di fondi di investimento, dovrebbe
essere di circa 350 milioni di franchi.
Le voci negative si completano con
l'andamento dei mercati e in particolare, ha affermato la banca, con «una
riduzione delle emissioni sul mercato
dei capitali e un'attività meno sostenuta». Di contro, le perdite nel trimestre saranno in parte limitate da un
paio di voci positive: lo scioglimento
di accantonamenti legati alla vicenda
Archegos per circa 170 milioni di franchi e guadagni nell'immobiliare per
circa 160 milioni di franchi. L'avvertimento sui conti del primo trimestre è
stato accolto male dal mercato, il titolo Credit Suisse a Zurigo ha chiuso
con un ribasso dell'1,48%, in una seduta in cui l'indice delle blue chip
svizzere, lo Smi, ha registrato un progresso dello 0,23%.
Le crisi del fondo-family office
americano Archegos e della società finanziaria anglo-australiana Greensill
hanno contribuito ai risultati negativi
nel 2021 di Credit Suisse, che ha chiuso l'ultimo esercizio con una perdita
di 1,57 miliardi di franchi, contrapposta all'utile di 2,7 miliardi del 2020.
Nei mesi scorsi erano arrivate anche
le dimissioni del da poco insediato
presidente del cda António HortaOsório, messo sotto accusa per non
aver rispettato le quarantene anticoronavirus; la presidenza è andata ad
Axel Lehmann. La carica di ceo è ancora di Thomas Gottstein, che ha parlato di un 2022 di transizione dopo le
turbolenze del 2021i e dopo i cambiamenti nel management conseguenti
e la riorganizzazione delle attività. La
speranza di una parte degli operatori
e degli analisti della piazza elvetica
era però che il primo trimestre fosse
meno pesante. L'avvertimento della banca ha per ora gelato le aspettative.
Cresce quindi l'attesa non solo per i
dettagli sui conti e sulle prospettive
che dovrebbero essere forniti il 27
aprile, ma anche per l'assemblea degli
azionisti che si svolgerà due giorni
più tardi, il 29 aprile.
La società di consulenza per azionisti Glass Lewis ha raccomandato il
rifiuto del “discarico” al vertice di
Credit Suisse per l'esercizio 2020. In
sostanza, il discarico è la decisione dell'assemblea che mette al riparo il
vertice da eventuali rivalse da parte
degli azionisti. Glass Lewis ha ricordato in particolare i casi Greensill e
Archegos. Nelle settimane scorse
un'altra società di sostegno agli
azionisti, la ISS, aveva pure raccomandato il no al discarico per il 2020;
la stessa ISS aveva peraltro fatto notare che il discarico è invece giustificato per il 2021, considerando le misure correttive varate dalla banca.
Anche l'elvetica Fondazione Ethos,
attiva nella difesa dei piccoli azionisti, ha raccomandato il rifiuto del discarico; secondo Ethos il no dovrebbe riguardare sia l'esercizio 2020, sia
l'esercizio 2021.
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