STUPIDA RAZZA

sabato 2 aprile 2022

Draghi e Scholz: i Paesi Ue continueranno a pagare il gas russo in euro e in dollari

 

Pagamenti in euro o dollari. Dall'Europa arriva unanime questa posizione, anche nel giorno dell'annuncio (poi rimangiato) dell'avvio del pagamenti in rubli del gas. Sul tema delle forniture del gas russo «l'Italia applicherà le linee concordate a livello europeo» affermano fonti di Palazzo Chigi, precisando che «non c'è ancora una interpretazione finale del provvedimento annunciato da Putin» sul pagamento in rubli. «La Commissione europea - viene fatto osservare - sta studiando le misure e i vari aspetti interpretativi. Al momento i pagamenti si possono effettuare in euro e in rubli». Ieri sera c’è stata una telefonata tra il premier Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz: i due leader, spiega Palazzo Chigi, si sono confrontati sul tema delle sanzioni alla Federazione Russa e sui recenti sviluppi in merito alle importazioni di gas dalla Russia. «Draghi e Scholz hanno concordato circa l’importanza di mantenere in vigore l’impianto sanzionatorio verso la Russia, che si sta dimostrando molto efficace. Draghi e Scholz si sono detti d’accordo sull’importanza di mantenere un approccio unitario a livello europeo». E lo stesso Draghi ieri, in un incontro alla Stampa Estera (prima dell’annuncio russo) riferito alla telefonata del giorno prima con il presidente della Russia, ha detto: «Le parole di Putin sono state: i contratti esistenti rimangono in vigore, le aziende europee, e ha rimarcato che è una concessione solo per loro, continueranno a pagare in euro o in dollari» ha detto il premier Mario Draghi all'incontro con la Stampa Estera, avvenuto comunque prima dell'annuncio di Putin. «La spiegazione su come si faccia a conciliare le due posizioni, dollari e pagare in rubli, è stata lunga e ho ascoltato dicendo che poi i tecnici si sarebbero messi in contatto. Quello che ho capito è che la conversione è un fatto interno alla Federazione Russa. Ora ci sono analisi in corso per capire che significa. Mi sembra non sia semplice cambiare valuta di pagamento senza violare i contratti» ha concluso Draghi. «Tutti i paesi europei stanno studiando le implicazioni di questo decreto sulle forniture di gas anche rispetto agli impegni contrattuali in vigore» ha detto dirlo il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che ha aggiunto: «Al momento le riserve italiane di gas consentono comunque di mandare avanti le attività del paese anche in caso di brusche ed improbabili interruzioni delle forniture russe». «Dobbiamo prendere in considerazione tutti gli scenari, dobbiamo prepararci perché domani potrebbe non esserci più il gas russo» ha detto il ministro dell'economia francese Bruno Le Maire in una conferenza stampa con il ministro dell'economia tedesca Robert Habeck al termine di un incontro bilaterale. Per “domani” Le Maire intende il prossimo futuro. Entrambi i ministri hanno ribadito che i contratti per le forniture russe saranno pagati nella valuta concordata e non in rubli. «È determinante che i contratti siano rispettati, eviteremo di dare segnali che saremo oggetto di ricatto da parte di Putin, lo eviteremo a tutti i costi», ha detto Habeck, che ha aggiunto: «Siamo ben preparati rispetto a tutto quello che decide Putin. È importante per noi dare il segnale: non ci lasceremo ricattare da Putin». Ha parlato anche Scholz: «Abbiamo guardato i contratti per le forniture di gas, dicono che i pagamenti vengono fatti in euro, a volte in dollari e durante il colloquio con il presidente russo ho chiarito che resterà così». Insomma: i Paesi europei continueranno a pagare il gas russo in euro e dollari come è «scritto nei contratti» ha commentato il Cancelliere poco dopo la comunicazione sul decreto del Cremlino. Sul tema è intervenuto anche il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner: «Non vogliamo contribuire a riempire le casse della guerra». Intanto il governo tedesco sta valutando la possibilità di nazionalizzare le succursali tedesche delle aziende energetiche russe Gazprom e Rosneft, secondo quanto riporta Handelsblatt. Alla base della possibile azione del governo di Berlino c’è la preoccupazione per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici in Germania. Gazprom Germania gestisce grandi impianti di stoccaggio del gas: in qualità di operatore di raffineria, Rosneft Germany è un attore chiave nei mercati della benzina, del diesel e del cherosene. Anche il Regno Unito non ha alcuna intenzione di effettuare pagamenti in rubli , ha riferito un portavoce di Downing Street. Londra sta monitorando le implicazioni delle richieste di Mosca sul mercato europeo. Infine una reazione dagli Usa: la minaccia è un «segno di disperazione» da parte di Mosca, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price.

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