STUPIDA RAZZA

lunedì 11 aprile 2022

Fao: i prezzi fanno salire la fame nel mondo

 

La fiammata dei prezzi dei cereali, alimentata dalla guerra in Ucraina, rischia di innescare crisi alimentari in Africa, Medio Oriente e in alcune regioni dell’Asia. L’allarme, già lanciato da Fmi e Ocse, è ora ribadito dalla Fao. L’indice dei prezzi alimentari dell’agenzia Onu è balzato a marzo ai massimi da quando esiste, ovvero dal 1990. Il mese scorso, è salito del 12,6% rispetto a febbraio, toccando quota 159,3. Era a 119,2 a marzo del 2021. La guerra in Ucraina è stata in gran parte responsabile del forte rincaro dei cereali (+17,1%). Insieme, Russia e Ucraina rappresentano rispettivamente circa il 30% e il 20% dell’export globale di grano e mais. Il conflitto ha esasperato una tendenza già in atto: il paniere Fao viaggiava ai massimi da dieci anni ancor prima dell’invasione dell’Ucraina. Insieme al conflitto, pesano anche le condizioni meteorologiche avverse negli Stati Uniti e in Cina, che stanno riducendo i raccolti. L’aumento maggiore riguarda gli oli vegetali (+23,2% lo scorso mese), spinto dal balzo delle quotazioni dell’olio di semi di girasole. L’Ucraina è il principale esportatore mondiale e la Russia è il secondo, ma le loro forniture sono ormai al lumicino: «In sostanza, non ci sono spedizioni dal Mar Nero e anche quelle attraverso i Paesi baltici stanno praticamente finendo», ha spiegato il vicedirettore della divisione mercati e commercio della Fao, Josef Schmidhuber, che invoca interventi «urgenti». Pesa, e peserà sui futuri raccolti, anche il calo delle forniture di fertilizzanti, di cui la Russia è il primo esportatore. La situazione può portare «a un aumento delle persone denutrite nel mondo», ha affermato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. Il quadro è drammatico in diversi Paesi di Africa, Medio Oriente e Asia. Qui la crisi alimentare rischia di innescare disordini sociali e ulteriore instabilità politica. Sono le economie che più stanno facendo fatica a recuperare i danni inferti dalla pandemia di Covid19. È il caso, ad esempio, della regione del Sahel dell’Africa centrale e occidentale. Secondo Sib Ollo, ricercatore del Programma alimentare mondiale, «c’è un forte deterioramento della sicurezza alimentare nella regione», che conta 6 milioni di bambini malnutriti e quasi 16 milioni di persone nelle aree urbane a rischio di insicurezza alimentare.

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