Il governo tedesco si trova in un moment o molto difficile. La maggioranza semaforo che lo sostiene, composta dai tre partiti alleati socialdemocratici, liberali e verdi, è alle prese con le forti pressioni americane per un immediato embargo su petrolio e gas proveniente dalla Russia. Il cancelliere Olaf Scholz ha sinora respinto questa ipotesi, ma la sua posizione si va facendo via via più difficile. S ch ol z è criticato aspramente, in Germania come all’estero, dai partiti e dall’opinione pubblica perché accusato di scarso entusiasmo nel sostegno all’Ucraina, per non aver fornito armi pesanti all’Ucraina e per rifiutare l’embargo su petrolio e gas. Nei giorni scorsi il Cancelliere ha tenuto una conferenza stampa in cui ha ribadito la posizione del suo governo: gli 80 milioni di euro di armamenti già inviati all’Uc ra i n a sono tutto ciò che può fare la Germania, no all’embargo su gas e petrolio, la Russia non vincerà la guerra. La conferenza stampa, definita «vuota» da gran parte della stampa, ha ottenuto l’effetto di rafforzare le critiche di imm obi l i s m o. Le pressioni incrociate sul governo sono molto forti: da una parte gli Usa e l’o pi n io n e pubblica, dall’altra il complesso finanziario-industriale tedesco e i militari. Nei giorni scorsi, Bdi, la potente associazione degli industriali teutonici, e Dgb, la confederazione dei sindacati, in una nota congiunta hanno invitato il Cancelliere a resistere alle pressioni, paventando una disastrosa de-industrializzazione della Germania nel caso di un avvio dell’embargo. Nelle settimane passate erano scesi in campo gli amministratori delegati di grandi aziende come Basf e Thyssenkrupp, rilasciando interviste allarmate sul tema dell’e m ba rgo. A ciò ha risposto il presidente ucraino Volodymyr Zel e ns ky, che ha parlato due giorni fa alla Bbc e non ha certo risparmiato le critiche: «Non capiamo come si possano fare affari sul sangue, purtroppo alcuni Paesi lo stanno facendo, Paesi europei... Sappiamo che la proposta di embargo sul petrolio è bloccata da Ungheria e Germania». Intanto, per non sbagliare, il governo tedesco ha stanziato nelle scorse settimane circa 100 miliardi di euro per aiuti alle imprese colpite dalle conseguenze della guerra e delle sanzioni. Aiuti finanziari assai corposi che saranno veicolati anche attraverso la Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), la banca pubblica tedesca. Un primo pacchetto da 20 miliardi di euro è stato sottoposto immediatamente all’esame della Commissione europea, cui spetta di valutare la coerenza con il quadro temporaneo di crisi adottato dalla Commissione il 23 marzo 2022 (che sospende le norme restrittive sugli aiuti di stato). Martedì scorso, con tempi da centometrista, la Commissione ha approvato lo schema tedesco da 20 miliardi, riconoscendolo in linea con le condizioni europee, cioè limiti di ammontare (400.000 euro a soggetto) e di tempo (non oltre il 31 dicembre 2022). Sul fronte degli aiuti militari monta, intanto, la polemica. Il fondo da 100 miliardi per gli armamenti annunciato a febbraio da S ch ol z , non ancora operativo, arriva dopo decenni di disinvestimento nelle forze armate. Proprio ieri il vicecapo di Stato maggiore della Difesa tedesco, il generale di corpo d’armata Markus Laubenthal, ha risposto seccamente all’ambasciatore ucraino An driy M el nyk , secondo cui la Germania, se volesse, potrebbe consegnare subito alcune delle sue armi pesanti all’Ucraina, per aiutarla a contrastare l’invasione russa. In una intervista televisiva, il generale ha negato tale possibilità, evidenziando che tali armamenti (in particolare, i mezzi da combattimento per fanteria Marder, richiesti espressamente da Kiev) sono necessari alle forze armate tedesche, che soffrono già di carenza di armi e materiali. Intervistato dall’Ansa ieri, l’ambasciatore tedesco in Italia Viktor Elbling ha detto che la Germania ha fornito armi importanti a Kiev e che né la Germania né l’Ita l i a possono uscire dalla dipendenza dal gas russo dall’og g i al domani. «Sono sicuro che già quest’anno faremo un passo importante per ridurre sensibilmente questa dipendenza, e nei prossimi anni vogliamo ridurla a zero», ha concluso l’a m ba s c i ato re. Critiche a S ch ol z a r r iva n o però anche dall’interno della coalizione «Ampel». Mentre si diffonde la voce che una nuova visita del ministro degli Esteri Annalena Baerb o ck a Kiev, dopo quella di gennaio, sia stata impedita dallo stesso S ch olz , alcuni deputati verdi e la stessa B ae r b o ck sposano la linea intransigente ispirata dagli Usa e chiedono di inviare più armi all’Ucraina. A Kiel, nella Germania settentrionale, durante una manifestazione elettorale locale, il vicecancelliere Robert Habeck, presidente del partito dei verdi, ha dovuto affrontare dure contestazioni da parte dei militanti, che lo hanno accusato di essere un «guerrafond a io » . Il sospetto è che presto o tardi il governo tedesco dovrà allinearsi ai desideri di Washington. Gli americani, infatti, sono intenzionati ad avere una netta separazione dello spazio europeo da quello russo, con la Russia confinata in una sorta di castigo perenne e l’Europa militarmente più attrezzata, sotto il diretto ed esclusivo coordinamento Nato. Raggiungere questo obiettivo però significa quasi certamente per gli Usa la necessità di disciplinare i riottosi tedeschi. Ci aspettano dunque mesi di tensioni nei rapporti diplomatici tra Usa e Germania.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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