STUPIDA RAZZA

domenica 3 aprile 2022

Il governo alla Ue: dieci giorni per sbloccare la concorrenza

I principali nodi della legge sulla concorrenza - durata e proroghe tacite delle concessioni, balneari, servizi pubblici locali - saranno sciolti da governo e maggioranza a partire dalla prossima settimana: con questo impegno a sbloccare la legge Palazzo Chigi ha risposto alle preoccupazioni portate da Bruxelles a Roma dalla delegazione della commissione Ue in missione nei palazzi romani per fare il punto sullo stato di attuazione del Pnrr. Apprezzamento di Bruxelles, viceversa, per il rispetto dei tempi su un’altra riforma chiave, quella sugli appalti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, che sull’attuazione del Pnrr coordina il lavoro del governo, insieme al ministero dell’Economia, ha assicurato che lo stallo sulla concorrenza sarà superato nel corso di un incontro dedicato tutto alla legge sulla concorrenza che si è tenuto ieri mattina a Palazzo Chigi. Gli “ispettori” europei erano arrivati in Italia certamente per controllare che i sette obiettivi fissati per il 31 marzo (T1 2022) fossero stati raggiunti (si veda l’Osservatorio Pnrr sul Sole 24 Ore di ieri), ma anche e soprattutto per ribadire l’attenzione della Commissione europea sulle riforme “abilitanti”. La sessione “monografica” dedicata specificamente alla legge sulla concorrenza la dice lunga su quale fosse (e sia) la preoccupazione principale di Bruxelles in questo momento rispetto all’attuazione del Pnrr italiano. Anche perché le notizie arrivate nelle ultime settimane sul confronto fra governo e maggioranza in Parlamento erano tutt’altro che rassicuranti, con le forze politiche che dovrebbero sostenere l’esecutivo preoccupate, in ordine sparso, a issare le proprie bandierine sulle singole questioni. L’incontro a Palazzo Chigi ha segnato l’aspetto clou della giornata romana di ieri della delegazione europea, che comunque ha potuto constatare il sostanziale raggiungimento dei sette obiettivi previsti nel Piano per questa scadenza, nessuno dei quali davvero pesante nell’economia del Recovery italiano. La delegazione ha voluto controllare anche lo stato complessivo di attuazione del Piano, tenendo conto sia degli obiettivi ben più ingombranti fissati per giugno (T2 2022) e dei target fissati a livello nazionale (che costituiscono il percorso verso i prossimi obiettivi europei). I faccia a faccia con i singoli ministeri sono stati puntigliosi su diversi aspetti, in particolare sul rispetto del principio del Dnsh (Do Not Significant Harm, non arrecare danno all’ambiente): al ministero delle Infrastrutture, per esempio, si è voluta fare una verifica puntuale del rispetto della clausola in singoli bandi e progetti. In questo modo la Commissione di fatto smentisce le indiscrezioni che vi sia in prospettiva un allentamento del principio ambientale, per tener conto della difficile situazione economica creata dalla guerra e dalla crisi energetica. Considerazioni che forse si stanno svolgendo al livello politico di Bruxelles ma che per il momento non trovano alcun riscontro “esecutivo”. Oggi nuovi incontri al Mef: fra i temi oggetto del confronto gli obiettivi da centrare entro giugno sulla lotta all’evasione con consenso. 


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