STUPIDA RAZZA

domenica 10 aprile 2022

Le sanzioni europee: stop a caviale, vodka carbone e cemento

 

 In un contesto nel quale crescono le pressioni perché i Ventisette facciano di più per contrastare l’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione europea ha difeso ieri le scelte finora prese sul fronte sanzionatorio, spiegando che le autorità nazionali hanno congelato attività di proprietà degli oligarchi russi e bielorussi per un valore di circa 30 miliardi di euro. Il tema di ulteriori sanzioni, questa volta contro il petrolio russo, è assai controverso. Le statistiche messe a disposizione da più di metà dei paesi membri dell’Unione europea mostrano sequestri per 29,5 miliardi di euro, tra cui 6,7 miliardi provenienti da imbarcazioni, elicotteri, proprietà immobiliari e anche oggetti d’arte, secondo la stessa Commissione europea. Inoltre, sono state bloccate transazioni per 196 miliardi di euro. «Il conteggio è ancora in corso», ha voluto precisare Bruxelles, che ha proposto di portare da 1,0 a 1,5 miliardi di euro gli aiuti di armi a Kiev. Sempre ieri è entrato in vigore il quinto pacchetto di sanzioni contro Mosca, dopo l’approvazione delle misure a livello diplomatico giovedì sera (si veda Il Sole/24 ore di ieri). Le informazioni circolate in questi giorni sono state confermate. Non mancano controverse eccezioni che inducono alcuni a criticare i governi per mancanza di coraggio. Tra le altre cose, i Ventisette hanno deciso un embargo al carbone russo, del valore di otto miliardi di euro, ma con una moratoria di quattro mesi, «fino al 10 agosto». A questo punto, lo sguardo corre già a un sesto pacchetto di sanzioni, relativo possibilmente al petrolio, come richiesto dal Parlamento europeo. All’inizio di questa settimana l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell aveva preannunciato una discussione sul tema nella riunione dei ministri degli Esteri di lunedì (si veda Il Sole/24 Ore di giovedì). Ieri un diplomatico europeo ha voluto raffreddare le attese: «Il tema non è in agenda (…) Non è sul tavolo». Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, il desiderio della diplomazia comunitaria è di evitare che divisioni tra i paesi membri emergano alla luce del sole. La questione del petrolio russo verrà discussa lunedì, ma in modo per così dire ufficioso. Secondo i dati dell’Observatory of Economic Complexity, i maggiori importatori europei di petrolio russo sono nell’ordine l’Olanda, la Germania e la Polonia. L’Italia importa dalla Russia il 15% del proprio fabbisogno. Nei giorni scorsi, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accennato alla possibilità di creare dei conti di deposito a garanzia su cui versare il denaro per l’acquisto del petrolio o del gas, ma bloccandone per ora l’accesso ai russi. Sarebbe un modo per penalizzare il Cremlino, ma evitando un effetto boomerang a danno dei consumatori europei. Il problema è che queste soluzioni si basano solitamente su una intesa tra le parti. Sarà d'accordo Mosca? Tornando al pacchetto di sanzioni appena approvato, sul fronte dei trasporti, il divieto di accesso ai porti europei riguarda le navi battenti bandiera russa. Non quindi, per esempio, quelle operate da entità russe. Sempre sul versante dei trasporti, ma questa volta su strada, il pacchetto di sanzioni prevede la messa al bando degli autotrasportatori russi e bielorussi operanti nell’Unione europea. Colpite sono anche 217 persone e 18 entità. Il pacchetto prevede infine un divieto di esportare verso la Russia computer quantici, prodotti chimici e altri macchinari sensibili per un valore di 10 miliardi di euro. I Ventisette non potranno importare dal paese cemento, prodotti di gomma, legno, alcolici (compresa la vodka), frutti di mare (compreso il caviale). In questo caso, il valore delle importazioni è di 5,5 miliardi di euro. Significativamente esclusi per ora i diamanti - appena sanzionati al contrario dagli Stati Uniti - che la sola industria belga ha importato nel 2021 dalla Russia per 1,8 miliardi di euro.

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