STUPIDA RAZZA

venerdì 1 aprile 2022

L’Emilia rossa impone la patente a punti per punire i cittadini non «virtuosi»

 

Il green pass ha fatto scuola, tanto che in Emilia spuntano le «patenti a punti» per controllare i cittadini. Bologna crea un portafoglio digitale che concede sconti a chi si comporta in modo virtuoso. Mentre a Fidenza ai residenti nelle case popolari verrà assegnata una carta: chi sgarra perde l’a l l og g io.All’inizio ci sono sempre un premietto o uno sconticino, tanto per farsi schedare un po’. Ma in Emilia Romagna alcune amministrazioni hanno deciso di fare di più. A Bologna stanno introducendo la «patente digitale» per i cittadini che si comportano bene e a Fidenza i punti di penalizzazione per gli inquilini delle case popolari che sporcano, o fanno disordine. Con 50 punti, si è letteralmente fuori. Un bel passo avanti verso lo Stato etico, se l’espressione ha ancora un significato in tempo di bombe su ospedali e civili, ma anche verso il modello cinese del «credito sociale», che un domani dividerà buoni e cattivi, o del green pass. Se i costruttori cinesi dell’auto hanno scelto il Reggiano per mettere piede nella Motor valley emiliana, Bologna ha scelto di legare la sua celebrata tradizione libertaria al controllo burocratico delle virtù, alla maniera di Pec h i n o. Con la scusa della solita «app al servizio dei cittadini», la giunta guidata dal piddino Matteo Lepore con l’ap p og g io dei 5 stelle sta spingendo su una digitalizzazione a misura del singolo utente. «Daremo ai cittadini servizi basati sulle loro esigenze e questo ci permetterà di personalizzare la loro esperienza», promette il sindaco. Ma l’assessore all’Agenda digitale, il grillino Mas - simo Buga ni , ha pronto lo s m a rt citize n wallet , che ha tradotto con «portafoglio del cittadino virtuoso». Partirà in autunno, dopo una prima sperimentazione, e come ha spiegato Buga n i permetterà a ogni singola persona di avere dei punti «se differenzia bene i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’e n e rg i a , se non prende sanzioni dalla polizia locale». Da un lato, si tratterebbe di comportamenti più o meno doverosi. Dall’altro, va detto che l’elenco tradisce un totale sovvertimento di quello che dovrebbe essere un corretto rapporto tra cittadino e pubbliche amministrazioni, perché saremmo noi a dover dare il voto all’azienda dei rifiuti, alla municipalizzata dei trasporti, all’efficienza e alla gentilezza dei vigili urbani. Ma con la simpatica inversione alla bolognese, il passaggio da cittadino a suddito è implicito. Bologna, del resto, è laboratorio del famoso «campo largo» che mette insieme sinistra e M5s e Buga n i aveva già studiato la stessa idea con la giunta di Virginia Raggi a Roma, dove oltre a essere il capo dello staff del sindaco era anche uno dei migliori ambasciatori della cinese Huawei nell’amministrazione capitolina. Huawei l’anno scorso ha stretto proprio a Bologna un accordo di collaborazione con l’università per l’intelli - genza artificiale. E del resto la cultura è importante, tanto che il portafoglio del cittadino virtuoso si arricchirà di punti se una persona «risulterà attiva con la card cultura». Insomma, s’introduce finalmente una qualche penalizzazione dell’ignoranza e chissà se la si può già usare anche per chi usa il termine «scontistica», come ha fatto l’asses - sore grillino. Se a Bologna, al momento, il rischio pratico per il singolo cittadino è quello di consegnare più o meno la stessa mole di dati che si regalano alle varie Amazon o a banche e finanziarie, a Fidenza (Parma), la sperimentazione «cinese» è un po’ più invasiva. In questi giorni, negli ingressi delle case popolari sono stati distribuiti volantini con i colori del semaforo. In pratica, dalla scorsa settimana ogni famiglia ha una carta da 50 punti. Si perdono anche 20 punti in un colpo solo, se si mette una pianta o una bici sul pianerottolo, dando fastidio ai vicini, o se si occupano le scale in vario modo. Ma verranno tolti 25 punti (oltre a 50 euro di multa) se si ospitano persone senza avvisare il Comune. E la grigliata sul balcone fa bruciare anche 10 punti. Quando si arriva a zero, si perde il diritto all’alloggio. Però, va detto che si possono guadagnare 5 punti ogni tre anni (saranno troppi?) se non si prendono sanzioni, e un punto sistemando un danno provocato o partecipando a fantomatiche iniziative «per imparare a vivere bene insieme». Che, par di capire, non prevederanno grigliate e barbecue. Per evitare che un’e s pl osione di delazione e dispetti incrociati avveleni il clima nelle palazzine, il Comune incaricherà un non meglio precisato «agente accertatore» sul campo, a riprova che anche l’amministrazione impicciona riesce ad aumentare i posti di lavoro. Non solo, ma l’ente delle case popolari Acer provvederà a fornire appositi «corsi di formazione» agli inquilini che vogliono essere virtuosi. Prima o poi diventeranno obbligatori, a riprova che quando nella vita non si è imparato nulla, c’è sempre qualcuno che pagherà dei soldi per spacciare dei corsi di fo r m a z io n e. La strada verso la patente a punti del cittadino modello, con il suo opposto (non automatico, certo) delle liste di proscrizione, non è facile neppure in Cina, dove il partito comunista la sperimenta dal 2014 a vari livelli e in diverse aree, compreso per il Covid. Ma proprio la gradualità con cui si muove Pechino insegna che quando lo Stato s’improvvisa supermercato, e distribuisce tessere a punti, bisogna fare attenzione. Le promozioni scadono, ma le fregature restano.

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