STUPIDA RAZZA

giovedì 14 aprile 2022

Putin: la guerra andrà avanti Negoziati su un binario morto

«L’operazione militare speciale della Russia in Ucraina procede secondo i piani». Di negoziati quindi per ora non se ne parla. «Sono a un binario morto». La guerra secondo Vladimir Putin sembra quasi un altro conflitto rispetto a quello combattuto oggi. Non la tragedia umanitaria che si sta consumando da 48 giorni, e che ogni giorno rivela nuove carneficine e fosse comuni. Nemmeno la campagna militare nella quale uno degli eserciti più potenti al mondo - nella fattispecie quello russo - non ha raccolto praticamente risultati, ha perso migliaia di soldati e mezzi militari e si è malamente ritirato, suo malgrado, da molte aree per concentrarsi in altre. Per il presidente russo quella in corso è dunque un «operazione che procede secondo i piani». L’incontro tra Putin ed il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, suo fedele alleato nella regione russa dell’Amur è avvenuto in un giorno di guerra come tanti altri. Putin non ha stupito. Ha mantenuto un atteggiamento glacialmente cordiale. Quasi fossero in gioco affari di ordinaria amministrazione. Si è svolto tutto secondo copione. Il presidente russo ha accusato l’Europa di essere debole e umiliata dagli Stati Uniti. Ha bollato come “fake news” le stragi e le carneficine avvenute nella città di Bucha, 20 chilometri a Nord Ovest di Kiev - nonostante ieri sia stata trovata forse la più grande fosse comune scoperta finora - ha ringraziato Lukashenko per avergli fornito prove che corroborano la sua tesi. Ed ha spiegato come i russi sono sempre più uniti davanti alle difficoltà. Infine ha rinfacciato il fallimento dei negoziati alla controparte ucraina, ma anche questa non è una sorpresa. L’operazione militare andrà avanti finché «non ci saranno negoziati accettabili», ha ribadito Putin. La sola frase che ha lasciato trasparire la consapevolezza del dramma di queste settimane è stata pronunciata dopo l’incontro. «Quello che sta accadendo in Ucraina è una tragedia, ma la Russia non aveva scelta». Da parte sua anche Lukashenko non ha stupito. Da “fido scudiero”, salvato da Putin quando stava per essere rovesciato dalle proteste popolari dell’estate 2020, ha rinnovato la sua fedeltà. «La Bielorussia resterà sempre al fianco della Russia, in qualsiasi modo evolva la situazione», ha precisato. Il presidente russo ha perfino lanciato le sue profezie, i suoi strali quasi, sugli effetti delle sanzioni decise dall’Occidente contro la Russia che ai suoi occhi «hanno fallito»: «Quando le persone si scontreranno sui prezzi della benzina e su un’inflazione senza precedenti, questo si tradurrà per loro in problemi di politica interna, mentre volevano che si traducesse in problemi di politica interna per la Russia», ha sentenziato aggiungendo: «Nelle condizioni difficili la Russia se la cava sempre, mentre da loro i problemi sono inevitabili. Non sarà facile, ma ce la caveremo». Il Putin guardato dall’Occidente pare tuttavia una persona completamente diversa. Il presidente Biden lo aveva definito un «macellaio» ed un «criminale di guerra». Ieri, pur usando toni più diplomatici, l’ambasciata americana in Ucraina ha ribadito che i presunti «crimini di guerra» commessi «su larga scala» in Ucraina sono «collegati direttamente» a Putin. La cronaca di guerra si allinea a quella della giornata precedente. La Russia sta preparando un’enorme forza d'urto per avere la meglio sulle forze ucraine e conquistare il Donbass in poco tempo. Dopo i servizi inglesi anche il Pentagono ieri ha confermato che la Russia sta inviando centinaia di veicoli militari, compresi elicotteri da combattimento e artiglieria, nell’Ucraina dell’Est. Non è ancora chiara intanto la vicenda diplomatica che ha visto al centro il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier, il quale ha affermato di aver proposto una visita a Kiev, che «non l’ha voluta». Mariupol non è ancora caduta ma la sua capitolazione potrebbe essere questione di giorni, se non di ore. Nella città portuale ormai definita martire ieri un carro armato russo ha colpito, distruggendolo, il centro di Caritas Ucraina. Sette le vittime, tra cui 2 membri dello staff Caritas. Ormai il 90% della città è in mano russa. Le ultime sacche della resistenza ucraina si concentrano nell’Azovstal, l’acciaieria più grande d’Europa a ridosso del porto, dove gli uomini del battaglione nazionalista Azov si sarebbero ritirati nelle decine di cunicoli sotterranei scavati come rifugi.Il battaglione Azov ha parlato di «una sostanza velenosa di origine sconosciuta contro militari e civili ucraini». Il Governo ucraino ha più volte esternato la sua preoccupazione in merito al potenziale utilizzo di armi chimiche a Mariupol. Gli Stati Uniti hanno però fatto sapere che, in questa fase, non sono in grado di provare l'utilizzo di simili armi a Mariupol. Comunque andrà il bilancio delle vittime sarà ricordato molto a lungo. «Al momento stiamo parlando di 20- 22mila morti a Mariupol», ha detto alla Cnn il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenk. Una macabra conta che, nell’intera Ucraina, è ancora tutta da aggiornare.


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