Il primo calo di abbonati della sua storia decennale fa malissimo a Netflix. Il titolo del colosso dello streaming, dopo i risultati della trimestrale annunciati nella serata di martedì, è stato punito severamente dal mercato, perdendo oltre il 35% durante le contrattazioni mattutine a New York. Le azioni sono scivolate attorno a quota 220 dollari, toccando i minimi da quattro anni a oggi. Mentre martedì il titolo aveva chiuso a 348,61 dollari. Un crollo che, di fatto, ha bruciato più di 50 miliardi di capitalizzazione in poche ore, col valore dell’azienda che è precipitato addirittura sotto quota 100 miliardi. Numeri che sembrano una sentenza, e che adesso pongono interrogativi pesanti sul futuro di quello che è, a tutti gli effetti, un fiore all’occhiello del miracolo tecnologico californiano. Dai dati della trimestrale è emerso che la serie decennale di crescita degli abbonati si è arrestata per la prima volta. Netflix ha perso 200mila abbonati nel trimestre scorso e prevede di perderne addirittura 2 milioni in quello in corso. Un calo importante, per la più grande azienda di video streaming al mondo, soprattutto in relazione a un mercato sempre più agguerrito e con una pandemia che sembra alle spalle. Proprio i lockdown imposti dai governi di mezzo mondo per frenare il contagio, sono stati alleati involontari di Netflix negli ultimi due anni. Con milioni di persone costrette in casa, i servizi digitali di intrattenimento hanno visto crescere il numero dei loro abbonati in modo vistoso. E Netflix ha toccato quota 222 milioni di utenti in tutto il mondo. Ora, però, quella corsa che sembrava inarrestabile sembra essersi fermata. E ha creato un certo malessere in tutto il settore. L’annuncio di Netflix, infatti, ha colpito anche le azioni di altre società del mondo dello streaming. Il titolo di Walt Disney, proprietaria del servizio di streaming Disney+, ha perso oltre il 3%, mentre quello di Roku è sceso di circa il 7%. Anche Spotify ha pagato l’incertezza, con le azioni in calo di oltre il 5%. C’è da dire che il calo di utenti di Netflix ha riacuito i dolori di una ferita mai chiusa, per l’intero mercato dello streaming: il fenomeno del password sharing. La condivisione delle credenziali di accesso è una mannaia per le aziende dell’intrattenimento digitale. Proprio in occasione di questa trimestrale, Netflix ha diramato qualche numero. La stima è che 100 milioni di utenti condividano la password del loro abbonamento con familiari o amici. (CONDIVIDO IN PIENO !) La società di Reed Hastings, più volte in passato ha annunciato azioni per porre fine a questa situazione. (MERITATE DI FALLIRE !) E stavolta sembra proprio che non potrà rimandare ulteriormente un’azione. Nella sua lettera trimestrale agli azionisti, la società ha riconosciuto di aver consentito intenzionalmente questa generosa condivisione delle password anche al di fuori delle mura domestiche di un abbonato. Ma la concorrenza di Disney, Warner Bros. Discovery, Amazon, Apple e altri streamer ha reso il mercato molto più complesso. E la più grande azienda di video streaming al mondo deve correre ai ripari. Lo farà ponendo fine al password sharing ma anche studiando nuovi piani di abbonamento a costo ridotto, che prevedono le inserzioni pubblicitarie.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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