Cambianoinomi–dichisalealpo-
tere – ma il risultato non cambia. È
quasi una legge matematica quella
acuiassistiamoinLibiadaottoanni.
Al di là di qualche provvisoria pa-
rentesicheavevainfusoentusiasmo
neipiùottimisti,dal2014laLibiare-
staspaccataindueentitàdifattoau-
tonomeerivali.Condueprimimini-
stri, ciascuno dei quali rivendica la
legittimitàdelsuoruolo,dueGover-
ni,dueamministrazionisdoppiate.
E, naturalmente, ognuno con una
serie di milizie armate alle spalle
pronte a farsi la guerra.
Seguendo un copione già visto
altre volte, quando i malumori su-
peranouncertolivello,oparlanole
armi, o viene colpita l’industria pe-
trolifera, oppure entrambe le cose.
Questavoltalearminonhannoan-
coraparlato.Perfortuna.Malapro-
duzionepetroliferadelPaese,unica
vera risorsa della Libia, sta già ri-
sentendodiblocchicapacidiriflet-
tersi negativamente su un bilancio
già in pesante deficit.
Così alcuni giorni fa gruppi di
persone - pare armate - hanno oc-
cupato importanti giacimenti pe-
troliferinell’EstdelPaese,bloccan-
dolaproduzioneechiedendocheil
primoministrodiTripoli,Abdulha-
mid al-Dbeibah, non riconosciuto
dalleautoritàdellaregioneorienta-
ledellaCirenaica,desseledimissio-
ni. Lunedì la National Oil Corpora-
tion(Noc),lacompagniapetrolifera
nazionaledellaLibia,haannunciato
una«dolorosaondatadichiusure»,
informandodiesserstatacostretta
a dichiarare lo stato di forza mag-
giore su alcuni giacimenti e termi-
nali per l’export. Dopo aver inter-
rottolaproduzionenelgiacimento
diElFeel,laNocharesonotodinon
poter più attuare gli obblighi con-
trattualiperleconsegnedipetrolio
daiterminaldiZueitinaediMarsael
Brega(chiusi)edalpiùgrandecam-
po petrolifero, Sharara.
Apreoccuparesonopoileavvisa-
glie di potenziali confronti armati.
Comelecentinaiadiveicolimilitari
provenienti dalla Libia occidentale
–inparticolaredallecittàdiMisura-
ta, Zintan, al Zawiya – diretti nei
giorniscorsiversolacapitaleTripo-
li. Milizie apparentemente affiliate
al premier Dbeibah.
Ma cosa è accaduto? Lo scorso
anno la comunità internazionale
avevainsistitoaffinchésitenessero
elezioni entro fine dicembre. Una
volta naufragate, dopo un periodo
diincertezza,il10febbraioilParla-
mento, situato nella città orientale
diTobrukesottolasupervisionedel
generale Khalifa Haftar, ha nomi-
nato premier l’ex ministro dell’In-
terno Fathi Bashaga.
Per Tobruk il mandato di Dbei-
bah è scaduto lo scorso dicembre
(quandol’allorapremieravevapre-
sentatoledimissionipercandidarsi
alleelezionipresidenzialidel24di-
cembre,chepoisonosaltateall’uti-
mo).Tuttavia,Dbeibah,chehasubi-
toripresoilsuopostodopolaman-
cataelezione,èdecisoarimanerein
sella fino al prossimo voto.
Daalloraiduehannocontinuato
apresentarsicome“primiministri”.
Ilproblemaèchequestavolta,adi-
spettodellealtre,lacomunitàinter-
nazionale non sembra aver preso
ancoraunaposizionechiaraedefi-
nitivainmerito.Unoscenario,dun-
que, di grande incertezza in cui ba-
sta poco per dar fuoco alle polveri.
La posta in gioco sono ora le ele-
zioni. Debibah vorrebbe organiz-
zarleentrogiugno.Ierisièrecatoad
Algeri dove ha incontrato il presi-
denteAbdelmadjidTebbouneacui
hapresentatoilpianodelsuogover-
nopertenereilvotoprimapossibile.
MalamossadiDbeibahstrideinap-
parenzaconiltentativodell’Onudi
mettere insieme le delegazioni dei
due Governi rivali per raggiungere
un accordo sul percorso elettorale.
Peroraledivergenzerestanoampie.
Dopo una settimana di estenuanti
trattativealCairo,sottol’egidadel-
l’Onu,ifunzionaridelleduedelega-
zioninonhannoraggiuntoalcunac-
cordo.Ilnuovoconsiglierespeciale
delleNazioniUniteperlaLibia,Ste-
phanieWilliams,hacomunicatoche
i24legislatorihannoconcordatodi
riunirsi di nuovo il mese prossimo
dopo la fine del Ramadan.
Giugno,tuttavia,apparetecnica-
mente una data troppo vicina per
una Libia divisa in due, in cui i due
primiministrihannovisionipoliti-
che ancora troppo lontane.
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