STUPIDA RAZZA

giovedì 23 giugno 2022

Cingolani ottiene dai big rassicurazioni: capacità al 90% entro ottobre

 

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Un aumento della capacità degli stoccaggi e la garanzia di arrivare al raggiungimento del 90-95% dei quantitativi di gas necessari a superare il prossimo anno senza problemi entro ottobre. È la rassicurazione che ha ottenuto ieri il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante l’incontro - probabilmente il primo di molti altri - con i maggiori operatori del settore: Eni, Enel e Snam. Ma il piano del governo potrebbe riservare anche sorprese, come la messa a punto di un meccanismo di back up, non è chiaro se con un soggetto che non opera direttamente sul mercato per fare fronte a eventuali ammanchi. Eni ed Enel hanno assunto l’impegno di aumentare la capacità di stoccaggio rispetto allo scorso anno. Snam ha confermato l’intenzione di supportare il sistema completando l’eventuale quota che mancasse rispetto a 700-800 milioni di metri cubi a fine giugno. Una prima quota di 700 milioni di metri cubi Snam l’aveva già immessa nelle scorse settimane e, se necessario, interverrà ancora. Il gap per la scadenza di fine mese sarebbe attorno a 400 milioni. La soglia complessiva di stoccaggi da raggiungere entro ottobre a livello nazionale (al netto delle riserve) è di circa 11 miliardi di metri cubi. I tre grandi operatori assieme potrebbero contribuire con una quota che arriva ad almeno 4 miliardi di metri cubi. Questi numeri hanno rassicurato il ministro, che ora dovrà completare il quadro con il ruolo di altri player: le utility locali, gli operatori esteri come Shell, Total, Engie poi i trader, che sono centinaia in tutto il paese. Cingolani probabilmente verificherà disponibilità e capacità anche di questi altri operatori per capire l’eventuale quota che dovesse mancare. Da una parte il governo ha messo in campo le garanzie pubbliche, per consentire ai piccoli operatori in difficoltà di prendere a prestito a condizioni agevolate i soldi per comprare il gas, con i prezzi sempre più alle stelle. Dall’altra potrebbe, appunto, individuare soluzione ulteriori di backup. Sempre ieri il ministro ha fatto con Enel il punto sul piano per sostituire la generazione di energia elettrica da gas con quella a carbone. Il gruppo elettrico ha assicurato che sarà in grado di portare la produzione da 10 terawattora del 2021 a 18 terawattora nel 2022. Per raggiungere l’obiettivo, la società ha iniziato sin da marzo a diversificare l’acquisto del carbone da altri paesi al fine di sopperire alle quote (fino a febbraio prevalenti) che venivano acquistate dalla Russia. Gli approvvigionamenti per garantire il livello di produzione promesso sono a buon punto e la società sta comunque continuando a comprare per non farsi trovare impreparata nel caso in cui la Russia decidesse, probabilmente dal prossimo autunno, di chiudere i rubinetti dei gasdotti verso l’Europa.

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