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Un aumento della capacità degli
stoccaggi e la garanzia di arrivare
al raggiungimento del 90-95% dei
quantitativi di gas necessari a superare il prossimo anno senza problemi entro ottobre. È la rassicurazione che ha ottenuto ieri il ministro per la Transizione ecologica,
Roberto Cingolani, durante l’incontro - probabilmente il primo di
molti altri - con i maggiori operatori del settore: Eni, Enel e Snam.
Ma il piano del governo potrebbe
riservare anche sorprese, come la
messa a punto di un meccanismo
di back up, non è chiaro se con un
soggetto che non opera direttamente sul mercato per fare fronte
a eventuali ammanchi.
Eni ed Enel hanno assunto l’impegno di aumentare la capacità di
stoccaggio rispetto allo scorso anno.
Snam ha confermato l’intenzione di
supportare il sistema completando
l’eventuale quota che mancasse rispetto a 700-800 milioni di metri
cubi a fine giugno. Una prima quota
di 700 milioni di metri cubi Snam
l’aveva già immessa nelle scorse settimane e, se necessario, interverrà
ancora. Il gap per la scadenza di fine
mese sarebbe attorno a 400 milioni.
La soglia complessiva di stoccaggi da raggiungere entro ottobre
a livello nazionale (al netto delle riserve) è di circa 11 miliardi di metri
cubi. I tre grandi operatori assieme
potrebbero contribuire con una
quota che arriva ad almeno 4 miliardi di metri cubi.
Questi numeri hanno rassicurato
il ministro, che ora dovrà completare il quadro con il ruolo di altri
player: le utility locali, gli operatori
esteri come Shell, Total, Engie poi i
trader, che sono centinaia in tutto il
paese. Cingolani probabilmente verificherà disponibilità e capacità anche di questi altri operatori per capire
l’eventuale quota che dovesse mancare. Da una parte il governo ha
messo in campo le garanzie pubbliche, per consentire ai piccoli operatori in difficoltà di prendere a prestito a condizioni agevolate i soldi per
comprare il gas, con i prezzi sempre
più alle stelle. Dall’altra potrebbe,
appunto, individuare soluzione ulteriori di backup.
Sempre ieri il ministro ha fatto
con Enel il punto sul piano per sostituire la generazione di energia
elettrica da gas con quella a carbone. Il gruppo elettrico ha assicurato
che sarà in grado di portare la produzione da 10 terawattora del 2021
a 18 terawattora nel 2022. Per raggiungere l’obiettivo, la società ha
iniziato sin da marzo a diversificare
l’acquisto del carbone da altri paesi
al fine di sopperire alle quote (fino
a febbraio prevalenti) che venivano
acquistate dalla Russia.
Gli approvvigionamenti per garantire il livello di produzione promesso sono a buon punto e la società sta comunque continuando a
comprare per non farsi trovare impreparata nel caso in cui la Russia
decidesse, probabilmente dal prossimo autunno, di chiudere i rubinetti dei gasdotti verso l’Europa.
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