STUPIDA RAZZA

lunedì 6 giugno 2022

L’Unione africana: «Le sanzioni peggiorano la crisi del grano»

 

Occhi puntati sul grano bloccato nei porti ucraini. Dopo la visita del presidente dell’Un io - ne africana, Macky Sall, a Sochi, presso la residenza del leader del Cremlino Vl ad imir Putin, non si parla che di questo. Russia e Ucraina producono solo un terzo del grano e dell’orzo del mondo, ma la maggior parte di questo è venduto ai Paesi africani, che importano il 40% del loro fabbisogno proprio da loro, mentre Ruanda, Tanzania e Senegal arrivano al 60%, l’Egitto all’80%. La risposta di Putin , seguita all’i nc ontro con Sa l l e il presidente della Commissione dell’Union e Africana, Moussa Faki Ma hamat, è stata migliore del previsto: il presidente russo ha infatti acconsentito a sbloccare le navi cariche di grano, a patto che si ritirino le sanzioni in Bielorussia, mentre il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha ricordato che la decisione di minare i porti da parte del genio militare ucraino è di fatto la causa principale del b l o c c o. Gli Stati africani però non sono preoccupati solo dal blocco alle esportazioni del grano dall’Ucraina imposto dal Cremlino. Un altro problema, forse anche più grande di cui però non si parla molto, riguarda l’e s c lu s io n e delle banche russe dal sistema Swift per le transazioni interbancarie. Questa sanzione, infatti, non danneggia solo Mosca, ma sta mettendo a rischio i pagamenti di tutti e dunque la possibilità degli Stati africani di acquistare cereali da un altro grande Paese produttore: la Russia s te s s a . «I nostri Paesi sono molto preoccupati», ha detto Sa l l ai 27 leader europei, in videocollegamento durante il vertice di Bruxelles, «per gli effetti collaterali dell’i nte r r u - zione causata dal blocco del sistema Swift a causa delle s a n z io n i » . «Quando il sistema Swift viene interrotto», ha aggiunto il presidente dell’Un io n e africana, «significa che anche se i prodotti esistono, il pagamento diventa complicato, se non impossibile. Vorrei insistere affinché la questione venga esaminata al più presto dai nostri ministri competenti al fine di trovare soluzioni adeguate». L’a ppello del leader africano ha messo in grande imbarazzo Bruxelles che finge di non accorgersi che gli effetti delle sanzioni vanno esaminati a 360 gradi e, oltre a non raggiungere l’obiettivo fissato, stanno mettendo in ginocchio un intero continente. L’esito di questo principio di carestia, non potrà che essere uno solo: la migrazione di massa. I popoli africani, in assenza di cibo, si muoveranno verso l’Europa, prima ancora sulle nostre coste, primo principale punto di arrivo dei migranti che provengono dall’Africa. Da inizio anno già 15.000 arrivi sulle nostre coste. Oltre 2.000 in più rispetto al 2021. E oltre 11.000 in più se si prende in considerazione il 2020. Non è neanche ancora iniziata l’estate e i centri di accoglienza esplodono. Nell’isola di Lampedusa in un centro che accoglie 250 persone ce ne sono già mille con soli tre bagni chimici per tutti. Ad aumentare la spinta dei migranti, c’è soprattutto la fame dovuta proprio alla crisi del grano. Ad esplodere è soprattutto la rotta turca, velieri e pescherecci si dirigono verso le coste calabresi e pugliesi. Dalla Libia orientale, al confine con l’Egitto, dove la dipendenza dal grano russo è più forte, si dirigono verso le coste siciliane. Con questo ritmo si preannuncia un’estate rovente. Ma per il nostro governo non sembra essere un problema l’idea del ministro degli Interni Luc i a - na Lamorgese, è quella di approfittare dei flussi di profughi e migranti per livellare verso il basso il costo del lavo ro. «Già prima del conflitto in Ucraina», ha ricordato Sa l l , «i dati della Fao sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo nel 2020 indicavano che 282 milioni di persone, più di un terzo degli individui denutriti nel mondo, vivevano in Africa». A questi, bisogna aggiungere altri «46 milioni di africani a rischio fame e denutrizione a causa della pandemia da Covid-19» e le famiglie oggi colpite dagli aumenti dei cereali. Una catastrofe, insomma, e mantenere le sanzioni così come sono senza apportare modifiche che vadano nella direzione di rendere le cose più semplici per chi ha più bisogno, equivale a gettare benzina sul f uo c o. Sa l l per mettere fine alla crisi chiede chiaramente che cereali e fertilizzanti siano rimossi dalle sanzioni. Intanto, due giorni fa, il Ciad ha dichiarato un’emergenza alimentare e nutrizionale. Secondo il Programma alimentare mondiale, in Corno d’Africa più di 14 milioni di persone sono sull’orlo della fame, 40 milioni se si considera tutta l’Africa occidentale. Il Paese a soffrire di più la dipendenza del grano russo è l’Egitto che a inizio giugno ha comprato 465.000 tonnellate del cereale proveniente da Russia, Romania e Bulgaria al costo di 480 dollari per tonnellata un aumento del 41% rispetto all’ultimo acquisto, effettuato prima dell’invasione russa. Il Cairo per contrastare il pericolo fame ha annunciato di vietare il commercio di grano da parte di terzi almeno fino alla fine dell’estate con l’obiettivo di ottenere il controllo completo del mercato. Un’economia di guerra vera e propria. La guerra di Puti n in Ucraina ha sconvolto gli equilibri di tutto il mondo quindi, ma anche le sanzioni stanno avendo delle conseguenze non previste e in questo momento non controllate dai governi occidentali.

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