Ricevo spesso messaggi dal tenore dell’ultimo appena ricevuto e che dice: «Caro Professore, per gli studi fatti, a lei vien facile esprimere pareri sulle scelte di politica energetica. Ma noi, che magari, al meglio, abbiamo studiato da avvocati o, al peggio, ci siamo fermati alla scuola dell’obbligo, come facciamo? E, soprattutto, visto che altri, esperti anch’essi, affermano cose diverse dalle sue, come facciamo noi a orientarci?». Bene: credo che valga la pena spendere qualche parola in proposito. Il segreto – anzi i segreti, perché sono due – è: 1) mai fidarsi degli esperti, compreso me stesso; 2) adottare il metodo Marzullo: porsi delle domande e darsi delle risposte. Il primo punto non significa che bisogna ascoltare i non-esperti, ci mancherebbe. A questo proposito, rammento cosa disse il grande fisico italiano Edoardo Amaldi a chi obiettava che egli in tema di energia nucleare non poteva parlare perché, in quanto competente, era in conflitto d’interessi: «È veramente straordinario che ci si debba guardare dai competenti. Esclusi i competenti, restano i meno competenti, e cioè gli incompetenti. Al limite, più grave è il problema da affrontare e risolvere e più incompetenti sembra dovrebbero essere le persone maggiormente ascoltate o che si devono assumere la responsabilità delle decisioni: in qualsiasi Paese del mondo questa sarebbe un’ottima barzelletta». Allora, se bisogna evitare i laureati all’università Google e quelli che prendono Wikipedia a vangelo e, invece, prestare orecchio ai competenti, tuttavia a questi non bisogna affidarsi ciecamente. A cosa bisogna affidarsi e i chi bisogna fidarsi, allora? La risposta è: bisogna fidarsi solo dei fatti. Naturalmente valutare i fatti tecnici è, tipicamente, fuori della portata dei non esperti, e qui sta l’abilità, che poi è il secondo punto della strategia: la capacità di selezionare quelle domande su fatti non tecnici che consentono, alla fine, di dare una risposta ai propri dubbi anche se non si è competenti. Con alcuni esempi tutto sarà più c h i a ro. Quando vi dicono di dire di no all’energia elettrica da nucleare, chiedetevi – anche se nulla sapete di chilowatt e chilowattora – chi ha detto di sì e in che misura. Se lo fate, scoprite che il, nucleare è addirittura la prima fonte d’energia elettrica in Europa (la seconda è il carbone), mentre negli Usa (ove la prima fonte d’elettricità è il carbone) il nucleare è al secondo posto. E quando vi dicono che quello delle scorie è un problema irrisolto, chiedetevi – anche se nulla sapete di radioprotezione – se conoscete qualche cittadino francese o americano che non dorme la notte per via di questo irrisolto problema, posto che in Francia e negli Usa vi sono, rispettivamente, 60 e 100 reattori nucleari. Quando vi dicono che dopo Chernobyl è evidente che uscire dal nucleare è una logica conseguenza dei fatti e che pensare di installare reattori nucleari è una cosa da pazzi, chiedetevi chi ha chiuso le centrali nucleari dopo Chernobyl. Se lo fate, scoprirete che la risposta è: nessuno. Anzi, se grattate meglio sotto la superficie della narrata vulgata, scoprirete che la patria di Chernobyl – l’Uc ra i - na – lungi da uscire dal nucleare, ha invece installato 9 nuovi reattori nucleari negli anni successivi all’i n c id e nte. Quando vi dicono che in Italia il nucleare è impossibile perché siamo terra sismica, chiedetevi come mai in Giappone vi sono più di 50 reattori nucleari. E se vi rammentano Fukushima, chiedetevi come mai, anche dopo Fukushima, nessuno – n ea n - che il Giappone! – è uscito dal nucleare per via di Fukushima. Ecco, queste sono domande non tecniche sulle quali riflettere (se foste dei tecnici, sapreste apprezzare che sia a Chernobyl che a Fukushima nessuno tra la popolazione civile è morto per via delle radiazioni, ma la cosa è tecnica e non ne parliamo). Infine, se vi dicono che l’e l et - tronucleare è prodromico alla proliferazione delle bombe, allora – anche se nulla sapete su come funziona una bomba e come un reattore – potreste chiedervi chi s’è dotato di bomba grazie all’essersi precedentemente dotato di impianti elettronucleari. Se vi ponete la domanda scoprirete che tutti quelli che hanno la bomba se ne dotarono prima di avere il primo reattore elettronucleare, e che di quelli che, senza avere la bomba, ha installato impianti elettronucleari, nessuno s’è poi dotato della bomba. Insomma, poste le domande scelte con oculatezza, datevi da soli la risposta ai vostri dubbi, senza bisogno di affidarvi ad esperti. Passiamo ad un altro esempio: il clima. Il prossimo novembre si terrà a Sharm elSheikh, sul Mar Rosso egiziano, la Cop27, la Conferenza mondiale che si pone l’obiet - tivo di ridurre le emissioni di CO2. In quell’occasione, leggerete i miei strali sull’i n ev i - tabile fallimento – e perciò futilità – d el l’evento, oscurati da osanna di gloria per lo stesso provenienti dall’u nive rs o mondo. La domanda che potreste porvi è: che acronimo è Cop27? Scoprirete che Cop significa «Conference of Parties», ma ancora più interessante è il 27, che significa che sarà la 27ma volta che si riuniranno con un proposito ove han già fallito 26 volte. Anche ora, datevi da soli la risposta ai vostri dubbi. E se qualcuno vi obietta che in realtà vi sono stati accordi, andati a buon fine, per la riduzione della CO2, costui ha ragione: col Protocollo di Kyoto del 2003 e col Pacchetto 20-20-20 della Ue del 2008 ci si è accordati per ridurre le emissioni, rispettivamente, del 6% entro il 2012 e del 20% entro il 2020, rispetto alle emissioni del 1990. Chiedetevi ora di quanto si sono ridotte le emissioni: scoprirete che nel 2012 erano il 40% in più e nel 2020 erano il 60% in più di quelle del 1990. Anche ora, datevi da soli la risposta ai vostri dubbi, senza bisogno di affidarvi ad esperti. I parlamentari europei hanno votato che dal 2035 si potranno fabbricare solo auto full-electric. Senza saper nulla di nulla di batterie o di energetica, potreste chiedervi quanti parlamentari europei affidano la propria mobilità a codeste auto. Quando scoprite che nessuno vi si affida, ancora una volta avrete elementi sufficienti per soddisfare i vostri dubbi. E se vi prospettano l’economia a idrogeno, chiedetevi dove sono i giacimenti d’idrogeno nel mondo: forse sarete sorpresi ad apprendere che non ve ne sono, però un bel po’ di nebbia si sarà diradata. Ecco, cose così possono illuminarvi su quanto sopra e su molto altro ancora: dalla pandemia alle misure delle campagne vaccinali, dalla guerra in Ucraina alla promessa dell’energia dal sole. Buona fortuna.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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