STUPIDA RAZZA

giovedì 30 giugno 2022

I produttori: attenzione alle dipendenze

 


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La direzione è tracciata ma le incognite industriali restano tutte sul tavolo. A puntare il dito sugli aspetti più critici di una transizione che promette di trasformare in poco più di dieci anni l’industria dell’auto è Oliver Zipse, nella doppia veste di ceo di Bmw e presidente di Acea, l’Associazione dei produttori europei di automobili da cui recentemente è uscita Stellantis. «L’industria automobilistica contribuirà pienamente all’obiettivo di un’Europa a emissioni zero nel 2050 – evidenzia – ma la decisione del Consiglio solleva questioni significative a cui non è stata ancora data risposta, ad esempio come l’Europa garantirà un accesso strategico al materie prime chiave per la mobilità elettrica». Passare dalla dipendenza dal petrolio a quella dalle terre rare effettivamente non sembra un buon affare. Quanto alle future tecnologie, Zipse prova a fare una scommessa : «Anche l’idrogeno e altri combustibili CO2 neutrali possono svolgere un ruolo importante nella decarbonizzazione del trasporto su strada». Il testo parla di plug-in hybrid technologies e, in nome di una transizione economicamente e socialmente sostenibile, prevede al 2026 una fase di revisione dei target. Nel frattempo i produttori dovranno decidere quanto investire sui combustibili sintetici e come rivedere il perimetro del Diesel Euro7, tecnologia di propulsione che potrebbe restare confinata al trasporto commerciale. Restano intatte le preoccupazioni degli industriali: vista da Torino, la transizione resta un rischio per 70mila addetti in Italia, «ottomila solo in Piemonte» sottolinea il presidente degli industriali Giorgio Marsiaj. «Insieme alle associazioni di categoria e alle migliaia di imprese del comparto, auspichiamo che i futuri negoziati adottino correttivi per salvaguardare l'occupazione e il futuro di questo settore». Sul fronte sindacale, la Fiom con Simone Marinelli sottolinea «il Governo non ha più alibi, deve avviare il confronto tra ministri competenti e parti sociali per arrivare ad un accordo di politica industriale». Per Ferdinando Uliano della Fim «Ã¨ urgente mettere a disposizione le linee di finanziamento stanziate di circa 8 miliardi per sostenere le nuove produzioni della componentistica necessaria al motore elettrico».

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